Luigi Mangione è stato incriminato da un grand jury federale per l'omicidio del CEO di UnitedHealthcare
Un grand jury federale di New York ha formulato quattro capi di imputazione contro Mangione per l'uccisione di Brian Thompson, CEO della compagnia assicurativa sanitaria. Il Dipartimento di Giustizia potrebbe chiedere la pena di morte.

Luigi Mangione è stato formalmente incriminato ieri da un grand jury federale di New York con quattro capi d'imputazione, tra cui l'omicidio mediante uso di arma da fuoco, un reato che, in base alla normativa statunitense, può rendere l’imputato passibile di pena capitale.
La decisione fa seguito all’ordine emesso all’inizio del mese dalla Procuratrice Generale Pam Bondi, che ha autorizzato il Dipartimento di Giustizia a richiedere formalmente la pena di morte in questo caso.
Mangione è coinvolto in un doppio procedimento giudiziario: uno a livello federale e uno nello Stato di New York. Le accuse derivano dall’uccisione di Brian Thompson, amministratore delegato della compagnia assicurativa UnitedHealthcare, assassinato la mattina del 4 dicembre scorso a Manhattan.
I capi d'imputazione federali
L’atto di incriminazione federale notificato ieri comprende quattro capi d’accusa: due per stalking, uno per omicidio mediante uso di arma da fuoco e uno per violazione delle leggi federali sulle armi. Già a dicembre una denuncia federale nei confronti di Mangione era stata desecretata, ma solo ora l’imputato è stato formalmente incriminato.
Al momento, per le imputazioni federali, Mangione non ha ancora presentato alcuna dichiarazione in merito alla sua colpevolezza o innocenza. Resta quindi in attesa una prima risposta formale da parte della difesa anche sul piano federale.
Il procedimento statale e la difesa
Nel procedimento parallelo presso la giustizia statale di New York, Mangione si è invece dichiarato non colpevole delle accuse di omicidio e terrorismo. Queste contestazioni si riferiscono allo stesso episodio del 4 dicembre, ma vengono inquadrate nell’ambito della giurisdizione statale.
La difesa dell’imputato ha nel frattempo avviato una strategia per contestare alcune delle accuse. In particolare, l’avvocato di Mangione sta cercando di ottenere l’archiviazione delle imputazioni relative a reati separati di armi da fuoco e falsificazione, risalenti al momento del suo arresto in Pennsylvania.
L’omicidio di Brian Thompson
Secondo le ricostruzioni contenute nei documenti giudiziari, Brian Thompson è stato colpito e ucciso a bruciapelo la mattina del 4 dicembre scorso davanti a un hotel nel centro di Manhattan. Si trovava in città per partecipare a un incontro con gli investitori della sua azienda, la UnitedHealthcare. L’attacco è avvenuto in strada e in pieno giorno, aumentando la risonanza mediatica del caso.
L’indagine ha condotto le autorità a identificare Luigi Mangione come principale sospettato. Dopo l’omicidio, l’uomo si è dato alla fuga, dando inizio a una vasta caccia all’uomo. È stato infine arrestato nel corso di dicembre in un ristorante McDonald's ad Altoona, in Pennsylvania, sulla base di accuse distinte da quelle per l’omicidio di Thompson.
L’inclusione di due capi d’accusa per stalking tra le contestazioni federali suggerisce che gli investigatori ritengano ci sia stato un comportamento premeditato e protratto da parte dell’imputato nei confronti della vittima. Non sono stati tuttavia resi pubblici ulteriori dettagli su eventuali motivazioni personali o professionali che potrebbero aver spinto Mangione a compiere il delitto.
Il coinvolgimento del Dipartimento di Giustizia e la possibile decisione di richiedere la pena di morte conferiscono al caso una particolare gravità. La combinazione di procedimenti federali e statali rende inoltre più complessa la gestione legale della vicenda, che si prospetta lunga e articolata.