L'UE minaccia dazi su €95 miliardi in risposta a Trump
Bruxelles avvia una consultazione pubblica e si prepara a ricorrere all’Organizzazione mondiale del commercio contro le misure statunitensi

L’Unione europea ha annunciato l’intenzione di imporre dazi su importazioni dagli Stati Uniti per un valore complessivo di 95 miliardi di euro, qualora fallissero le trattative volte a eliminare le tariffe imposte dal presidente Donald Trump sui prodotti europei. La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica su un’ampia lista di beni statunitensi che potrebbero essere soggetti a contromisure europee.
Il documento di 218 pagine elenca una varietà di prodotti che spaziano dalle automobili e dagli aerei, incluse le parti di ricambio, a beni di consumo ed equipaggiamenti industriali. Tra questi figurano apparecchiature elettriche, batterie, elettrodomestici, prodotti agricoli (frutta, verdura, pesce, ostriche, frutti di mare), prodotti agroalimentari come vini, bourbon e altri alcolici, plastiche, sostanze chimiche e prodotti petroliferi.
Non mancano elementi insoliti nella lista, come alberi di Natale, api vive, cammelli, pappagalli, preservativi, oppio, perle e autoscontri. Tra le esportazioni statunitensi di rilievo figurano anche il soia e varie apparecchiature industriali come le macchine da cucire. Tutte queste merci potrebbero essere soggette a dazi nel caso in cui gli Stati Uniti mantenessero le misure tariffarie sulle esportazioni europee al termine delle negoziazioni in corso.
Parallelamente, la Commissione europea intende presentare un ricorso presso l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) contro le misure imposte da Washington. La richiesta di apertura di consultazioni, primo passo della procedura di risoluzione delle controversie, sarà depositata a breve presso la sede dell’WTO a Ginevra. La Commissione ha definito le tariffe statunitensi come «una violazione flagrante delle regole del WTO» e ha ribadito la volontà di riaffermare «l’importanza del rispetto delle norme internazionali».
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato di rimanere «pienamente impegnata» nella ricerca di una soluzione negoziata con gli Stati Uniti. «Pensiamo sia possibile raggiungere buoni accordi a beneficio dei consumatori e delle imprese da entrambe le sponde dell’Atlantico. Allo stesso tempo continuiamo a prepararci a ogni eventualità», ha affermato von der Leyen in un comunicato.
Nel corso degli ultimi mesi, l’amministrazione Trump ha introdotto tre ondate di dazi sulle importazioni dall’Ue: una prima misura, annunciata a metà marzo, ha previsto una tariffa del 25% su acciaio e alluminio. Successivamente, un’altra tariffa del 25% è stata applicata alle automobili, e infine, in aprile, una tassa del 20% su tutti gli altri prodotti europei. Quest’ultima misura è stata sospesa fino a luglio per dare spazio ai negoziati, ma resta comunque in vigore una tariffa del 10% su gran parte dei beni esportati dall’Ue verso gli Stati Uniti.
Secondo i dati resi pubblici, i settori più colpiti dalle possibili misure europee sarebbero quello automobilistico e aeronautico, con valori rispettivi di 12 miliardi e 10,5 miliardi di euro. Queste sanzioni potrebbero rappresentare un ulteriore colpo per Boeing, già in difficoltà. Anche le plastiche e i prodotti chimici risultano tra le principali voci colpite, per un valore totale di 12,9 miliardi di euro.
A metà marzo l’Ue aveva già annunciato una prima lista di beni statunitensi per un valore di 26 miliardi di euro, da colpire con dazi fino al 25%, in risposta alle misure su acciaio e alluminio. Questa lista comprende marchi simbolo come le motociclette Harley-Davidson, prodotti agricoli tra cui la soia, elettrodomestici come frigoriferi e tosaerba.
Tuttavia, a differenza delle misure americane già operative, le contromisure europee rimangono per ora sospese, in attesa dell’esito dei colloqui previsti fino a luglio. Solo in caso di mancato accordo le nuove tariffe entreranno in vigore.