L’Ucraina sotto pressione per rispondere positivamente al piano di Trump per porre fine al conflitto

La proposta degli Stati Uniti include, tra le altre cose, il riconoscimento dell'annessione russa della Crimea e l'esclusione dell’Ucraina dalla NATO. Una risposta è attesa a Londra entro questa settimana.

L’Ucraina sotto pressione per rispondere positivamente al piano di Trump per porre fine al conflitto

La pressione degli Stati Uniti sull’Ucraina è salita di tono dopo che, giovedì scorso a Parigi, alti funzionari dell’Amministrazione hanno consegnato alla delegazione di Kyiv un documento confidenziale che riassume le opzioni di Washington per porre fine al conflitto.

Secondo quanto riferito da funzionari occidentali al Wall Street Journal, il testo – illustrato lo stesso giorno anche a rappresentanti europei – contiene elementi destinati a incidere profondamente sull’assetto post‑bellico, a partire dal possibile riconoscimento statunitense dell’annessione della Crimea da parte della Russia e dall’esclusione permanente dell’Ucraina dall’ingresso nella NATO.

A Parigi, Rubio era affiancato dall’inviato speciale Steve Witkoff e da Keith Kellogg, inviato in Ucraina. Al tavolo sedevano fra gli altri Andriy Yermak, capo di staff dell’ufficio del presidente Zelensky, il Ministro della Difesa Rustem Umerov e il Ministro degli Esteri Andriy Sybiha. Un alto funzionario del Dipartimento di Stato ha chiarito che quelle presentate sono “opzioni da valutare”, non di un ultimatum.

Il contenuto del documento

Le idee statunitensi puntano anzitutto ad un cessate il fuoco lungo le linee di contatto attuali. Per Kyiv, tuttavia, accettare un riconoscimento della sovranità russa su parte del proprio territorio resta politicamente e giuridicamente delicato: l’Ucraina ha finora respinto ogni ipotesi che legittimi l’occupazione russa, cosa che è anche esplicitamente vietata dalla Costituzione del Paese.

Il calendario imposto da Washington è serrato. La risposta di Kyiv è attesa in un incontro trilaterale a Londra, in agenda questa settimana con la partecipazione di funzionari americani, ucraini ed europei. Se da questo incontro dovesse emergere una linea condivisa, le proposte potrebbero essere presentate successivamente a Mosca.

Un tassello chiave per far pressione sulle parti è stato esplicitato venerdì dal Segretario di Stato Marco Rubio, che ha evocato la sospensione dei negoziati qualora non si registrino progressi ”nel giro di poche settimane”.

“Gli ucraini devono consultarsi con il loro presidente, ma dobbiamo capire ora, nel giro di pochi giorni, se questo è fattibile nel breve termine. Perché se non lo è, penso che semplicemente lasceremo perdere”.

Crimea, NATO e Zaporizhzhia

Accettare l’annessione russa della Crimea costituirebbe una svolta radicale rispetto alla linea statunitense degli ultimi dieci anni. Nel 2018 l’allora Segretario di Stato Mike Pompeo bollò l’operazione come una minaccia al principio “secondo cui nessun Paese può cambiare i confini di un altro con la forza“.

Oggi, invece secondo il documento riservato riportato dal Wall Street Journal, Washington ipotizza apertamente di riconoscere lo status della penisola come parte della Russia.

Altro punto nodale è la prospettiva euro‑atlantica di Kyiv. “La NATO non è sul tavolo”, ha ribadito Kellogg in un’intervista a Fox News. L’esclusione definitiva di Kyiv dall’Alleanza Atlantica mirerebbe, nelle intenzioni statunitensi, a rassicurare Mosca sul fronte della sicurezza.

Fra le ipotesi figura anche la trasformazione dell’area della centrale nucleare di Zaporizhzhia in una zona neutrale affidata al controllo statunitense. In una telefonata dello scorso marzo con Zelensky, il presidente avrebbe suggerito che gli Stati Uniti potrebbero acquisire il controllo di alcuni impianti elettrici ucraini, definendola “la migliore protezione per quell’infrastruttura”.

Reazioni e margini di trattativa

Le proposte non rispondono a tutte le richieste di Mosca. Resterebbe irrisolto, in particolare, lo status delle quattro regioni orientali che il Cremlino sostiene di aver annesso: non si prevede un ritiro delle forze russe, ma neppure un riconoscimento del loro controllo legale.

Resta inoltre aperto il capitolo delle garanzie di sicurezza che l’Ucraina potrebbe ottenere. Il piano presentato da Washington non intende imporre limiti alle forze ucraine né bloccare l’assistenza militare occidentale. “Ogni nazione sovrana ha il diritto di difendersi”, ha ricordato Rubio.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.