L'Iran risponde alla lettera di Trump: timida apertura ai colloqui indiretti sul nucleare
Teheran mantiene il rifiuto di negoziati diretti con gli Stati Uniti finché proseguirà la politica di "massima pressione" dell'Amministrazione Trump.

Il Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha annunciato ieri che l'Iran ha consegnato una risposta formale scritta alla lettera del Presidente Trump, nella quale il leader statunitense proponeva nuovi colloqui sul nucleare e minacciava conseguenze se un accordo non fosse raggiunto rapidamente.
Durante una conferenza stampa, Araghchi ha ribadito la posizione dell'Iran di non voler negoziare direttamente con l'Amministrazione Trump finché sarà in vigore la campagna di "massima pressione", pur dichiarandosi disponibile a colloqui indiretti.
Il ruolo chiave dell'Oman come mediatore
La risposta iraniana alla lettera di Trump è stata inviata tramite il Sultanato dell'Oman, che ha prontamente informato gli Stati Uniti.
Secondo una fonte a conoscenza della questione che ne ha parlato ad Axios, le autorità dell'Oman hanno anticipato agli Stati Uniti quanto ricevuto da Teheran e consegneranno la lettera iraniana alla Casa Bianca nei prossimi giorni.
L'importanza di questo scambio diplomatico risiede nella scadenza imposta da Trump: tre settimane fa, il presidente americano aveva dato all'Iran un ultimatum di due mesi per firmare un nuovo accordo nucleare, minacciando potenziali azioni militari in caso contrario.
L'Oman ha storicamente svolto un ruolo chiave nella mediazione tra Stati Uniti e Iran durante le amministrazioni Obama e Biden. Diversi round di colloqui indiretti si sono tenuti in Oman tra i consiglieri di Biden e i funzionari iraniani.
Questi colloqui si sono concentrati principalmente su questioni regionali e ostaggi, ma non hanno portato a progressi seri sui negoziati sul programma nucleare iraniano.
Gli Stati Uniti si preparano ad una opzione militare
Nel frattempo, gli Stati Uniti sembrano prepararsi a ogni evenienza. Recentemente, l'esercito americano ha inviato diversi bombardieri stealth B-2 alla base militare di Diego Garcia nell'Oceano Indiano.
Un funzionario del Pentagono ha confermato che questo dispiegamento "non è certo slegato" dalla scadenza di due mesi fissata da Trump.
I bombardieri B-2 possono trasportare bombe anti-bunker di grande potenza, elementi chiave in un'eventuale azione militare contro le strutture nucleari sotterranee dell'Iran.
Un portavoce del Comando Strategico statunitense ha confermato il dispiegamento, dichiarando che il Comando "conduce regolarmente operazioni globali in coordinamento con altri comandi combattenti, servizi e agenzie governative statunitensi per scoraggiare, rilevare e, se necessario, sconfiggere attacchi strategici contro gli Stati Uniti e i suoi alleati."
La lettera inviata da Trump
Tre settimane fa, in un'intervista con Fox News, Trump aveva rivelato di aver inviato una lettera al leader iraniano proponendo negoziati diretti.
La lettera era stata consegnata dal suo inviato Steve Witkoff a Mohammed Bin Zayed (MBZ) degli Emirati Arabi Uniti, il cui inviato Anwar Gargash aveva poi viaggiato a Teheran per consegnarla ad Araghchi.
Nella stessa settimana, Trump aveva dichiarato che gli Stati Uniti sono "agli ultimi sgoccioli" con l'Iran.
"Non possiamo permettere che Tehran abbia un'arma nucleare. Qualcosa accadrà molto presto. Preferirei un accordo di pace piuttosto che l'altra opzione, ma l'altra opzione risolverà il problema".