L'inviato di Trump Steve Witkoff atteso a Mosca: terzo incontro con Putin per il cessate il fuoco in Ucraina
Steve Witkoff vola in Russia per intensificare gli sforzi diplomatici mentre crescono le tensioni sul fronte negoziale. Il presidente americano ha già minacciato nuove sanzioni se non si raggiungeranno progressi entro fine mese.

Steve Witkoff, inviato del presidente Donald Trump, è atteso in Russia per un incontro con il presidente Vladimir Putin previsto per oggi. Lo mostrano i dati di volo rilevati da FlightRadar. Si tratterà del terzo colloquio diretto tra i due, nell’ambito degli sforzi dell’Amministrazione Trump per ottenere un cessate il fuoco nel conflitto tra Russia e Ucraina.
🇺🇸🇷🇺TRUMP’S PUTIN WHISPERER LANDS IN MOSCOW AS CEASEFIRE CLOCK TICKS
— Mario Nawfal (@MarioNawfal) April 11, 2025
Steve Witkoff is back in Russia for round 3 with Putin, trying to close Trump’s “deal of the century” in Ukraine.
Trump’s losing patience - he’s “pissed off” over Putin’s latest Ukraine comments and is now… https://t.co/8xf8jcERno pic.twitter.com/EMIKgcvJ0V
Cresce l’irritazione di Trump per lo stallo nei negoziati
Il viaggio di Witkoff arriva in un momento di crescente frustrazione per Trump, deluso dalla mancanza di progressi tangibili nelle trattative per un cessate il fuoco in Ucraina. Secondo fonti interne, il presidente si sarebbe dichiarato "infuriato" per alcune recenti dichiarazioni di Putin sull’Ucraina.
Un consigliere della Casa Bianca ha rivelato che, in assenza di un accordo entro la fine del mese, Trump potrebbe varare nuove sanzioni contro la Russia. Le misure sarebbero adottate tramite ordini esecutivi oppure con l’approvazione del Congresso. “Sapremo presto, nel giro di settimane, se la Russia vuole davvero la pace o no. Mi auguro di sì”, ha dichiarato il Segretario di Stato Marco Rubio, la scorsa settimana a margine del vertice NATO di Bruxelles.
I nodi del negoziato: sanzioni e condizioni
Per cercare di sbloccare la situazione di stallo, Witkoff ha ospitato a Washington, pochi giorni fa, Kirill Dmitriev, emissario del Cremlino. Sebbene l’Ucraina abbia accettato la proposta statunitense di un cessate il fuoco incondizionato, e successivamente anche un piano per una tregua marittima più limitata, la Russia ha risposto con nuove richieste, tra cui la revoca parziale delle sanzioni americane.
Nonostante le difficoltà, Trump ha mantenuto un tono prudente ma ottimista. “Stiamo facendo progressi. Speriamo di essere relativamente vicini a un accordo per fermare i combattimenti”, ha affermato giovedì scorso durante una riunione di gabinetto.
Un primo risultato concreto dei colloqui è arrivato ieri, con uno scambio di prigionieri che ha portato al rilascio di Ksenia Karelina, cittadina con doppia nazionalità russo-americana. L’accordo è stato il frutto del precedente incontro tra Witkoff e Putin avvenuto a marzo.
Trump ha ringraziato pubblicamente il leader russo per la decisione, rivelando un retroscena curioso: Dana White, CEO della UFC, gli avrebbe chiesto di intervenire in quanto Karelina è la compagna di un noto combattente dell'organizzazione.
Verso una possibile normalizzazione delle relazioni
Parallelamente al negoziato sul conflitto ucraino, diplomatici americani e russi si sono incontrati giovedì a Istanbul per discutere della possibile normalizzazione dei rapporti bilaterali tra i due Paesi. Dopo anni di deterioramento, entrambe le parti sembrano voler ricostruire canali di comunicazione stabili.
L’Amministrazione Trump sta dunque perseguendo una strategia a doppio binario: da un lato mantiene alta la pressione su Mosca con la minaccia di nuove sanzioni; dall’altro, tenta di riaprire il dialogo, nella speranza non solo di porre fine alla guerra in Ucraina, ma anche di migliorare le relazioni complessive tra Stati Uniti e Russia.