L'inviato di Trump andrà in Russia prima della scadenza dell'ultimatum sull'Ucraina
Steve Witkoff volerà a Mosca il 6 o 7 agosto, a pochi giorni dalla scadenza dell'8 agosto fissata dal presidente per il cessate il fuoco. Minacciate nuove sanzioni in caso di rifiuto russo.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha confermato che il suo inviato speciale Steve Witkoff si recherà in Russia il 6 o 7 agosto, appena uno o due giorni prima della scadenza dell'ultimatum di dieci giorni che Washington ha posto a Mosca per fermare le operazioni militari in Ucraina. Lo ha annunciato il presidente americano durante un incontro con i giornalisti tenutosi ieri.
"Probabilmente partirà la prossima settimana, mercoledì o giovedì, per la Russia. Vorrebbero vederlo, lo hanno invitato per un incontro. Quindi vedremo cosa ne uscirà", ha dichiarato Trump, precisando che la missione di Witkoff rappresenta un ulteriore appello a Putin per "fermare le uccisioni". Il presidente ha aggiunto:
"Abbiamo fermato molte guerre. Questa guerra doveva essere la più facile da fermare, ma non è stato così".
La visita dell'inviato speciale si inserisce nel quadro dell'ultimatum che Trump ha fissato alla Russia lo scorso 28 luglio. Il presidente americano aveva inizialmente concesso a Mosca 50 giorni per cessare le ostilità, ma ha successivamente ridotto il termine a soli dieci giorni, con scadenza fissata per venerdì 8 agosto. In caso di mancato rispetto delle condizioni poste da Washington, Trump ha minacciato l'introduzione di pesanti sanzioni secondarie e dazi contro i partner commerciali della Russia.
Le minacce di sanzioni e la risposta del Cremlino
Interrogato dai giornalisti su quali misure potrebbero essere adottate qualora Mosca non accettasse di negoziare, Trump ha risposto: "Sì, [la Russia può] accordarsi perché la gente smetta di morire". Quando gli è stato chiesto cosa aspetta il Cremlino in caso di rifiuto del cessate il fuoco, il presidente ha dichiarato:
"Ci saranno sanzioni. Ma da quelle parti sono diventati astuti e riescono piuttosto bene ad aggirare le sanzioni. Quindi vedremo cosa ne uscirà".
Dal canto suo, il presidente russo Vladimir Putin ha risposto alle pressioni americane affermando, il 1° agosto, che Mosca "ha bisogno di una pace duratura e solida su buone basi fondamentali, che soddisfino sia la Russia che l'Ucraina". Putin ha tuttavia ribadito che gli obiettivi russi nel conflitto rimangono invariati: l'Ucraina deve riconoscere i territori occupati come russi, rinunciare ai piani di adesione alla NATO, mentre l'Occidente deve rimuovere le sanzioni.
Il Cremlino ha reagito all'ultimatum americano sostenendo che, dall'inizio del conflitto, il paese ha sviluppato una "immunità" alle restrizioni economiche imposte dall'Occidente.
Il dispiegamento di sottomarini nucleari
La tensione tra Washington e Mosca si è ulteriormente intensificata dopo uno scontro online tra Trump e l'ex presidente russo Dmitri Medvedev. Il 1° agosto, Trump ha ordinato il dispiegamento di due sottomarini nucleari "nelle regioni appropriate" in risposta a quelle che ha definito dichiarazioni "estremamente provocatorie" di Medvedev. "[Medvedev] ha parlato di armi nucleari, e quando si parla di armi nucleari, dobbiamo essere pronti. E noi siamo completamente pronti", ha spiegato il presidente americano.
Durante l'incontro con i giornalisti di ieri, Trump ha confermato che i due sottomarini nucleari si trovano attualmente "nella regione" della Russia, senza però specificare il tipo di sottomarini né la loro esatta collocazione.
Le precedenti missioni diplomatiche
La prossima visita di Witkoff in Russia non rappresenta un evento isolato. L'inviato speciale del presidente per il Medio Oriente ha già effettuato diversi viaggi a Mosca per negoziare con la leadership russa: una prima missione in febbraio, una in marzo e due visite nel mese di aprile 2025.
Trump aveva già accennato la settimana scorsa alla possibilità di un viaggio di Witkoff in Russia nel prossimo futuro, ma senza fornire date specifiche. La conferma delle tempistiche arriva ora a poche ore dalla scadenza dell'ultimatum, evidenziando l'urgenza delle iniziative diplomatiche americane.
La missione dell'inviato americano si configura, dunque, come un ultimo tentativo di mediazione prima dell'eventuale inasprimento delle sanzioni contro Mosca. L'esito dei colloqui che Witkoff terrà con i funzionari russi potrebbe determinare se Washington procederà davvero con l'implementazione delle nuove sanzioni minacciate o se si aprirà uno spiraglio per una soluzione diplomatica al conflitto ucraino che va avanti da oltre tre anni.