Licenziato il capo dell’intelligence militare perché ha contraddetto Trump sull'Iran

Il presidente ha destituito il direttore della Defense Intelligence Agency. Un rapporto dell’agenzia stimava che i bombardamenti statunitensi di giugno avessero solo rallentato il programma nucleare iraniano, in contrasto con le dichiarazioni di Trump.

Licenziato il capo dell’intelligence militare perché ha contraddetto Trump sull'Iran
U.S. Deputy Secretary of Defense Kathleen H. Hicks via Wikipedia

Jeffrey Kruse non è più a capo della Defense Intelligence Agency (DIA), il servizio di intelligence militare degli Stati Uniti. La notizia è stata confermata da un alto responsabile militare il 22 agosto, senza motivazioni ufficiali. Tuttavia, la decisione arriva pochi giorni dopo la diffusione di un rapporto che ha irritato il presidente Donald Trump.

Il documento, redatto dai servizi sotto la direzione del tenente generale Kruse, sosteneva che le operazioni aeree ordinate dagli Stati Uniti contro l’Iran nel giugno 2025 avessero ritardato di alcuni anni il programma nucleare di Teheran. Una valutazione che contraddice nettamente le dichiarazioni pubbliche di Trump, secondo cui i raid avrebbero distrutto “completamente” le installazioni prese di mira.

La discrepanza tra le valutazioni tecniche e la narrazione della Casa Bianca ha provocato attriti immediati. Pete Hegseth, ministro della difesa e stretto alleato politico del presidente, ha accusato chi ha fatto trapelare il rapporto di voler “far credere che queste storiche operazioni non siano state un successo”.

Oltre a Kruse, anche altri alti ufficiali hanno lasciato i propri incarichi. Tra loro la vice-ammiraglia Nancy Lacore, comandante della riserva navale, e il contrammiraglio Milton Sands.

Il caso riapre il dibattito sulla politicizzazione delle forze armate americane. Dall’inizio del suo secondo mandato, Trump ha sostituito numerosi vertici militari, incluso il capo di stato maggiore Charles Brown, sollevato a febbraio senza spiegazioni ufficiali. Il presidente ha più volte ribadito di considerare la lealtà un criterio fondamentale nelle nomine, estendendo questo principio anche al settore della difesa.

Il 14 giugno, in occasione del 250º anniversario della fondazione dell’esercito statunitense e del suo compleanno, Trump aveva organizzato una rara parata militare a Washington. Ha inoltre autorizzato il dispiegamento della Guardia nazionale, prima a Los Angeles e poi nella capitale federale.

Non solo i vertici militari sono stati colpiti dalle epurazioni. Anche figure civili sono state rimosse: di recente il presidente ha licenziato la direttrice dell’agenzia federale che produce le statistiche sull’occupazione, dopo la pubblicazione di dati deludenti sul mercato del lavoro. Al suo posto è stato nominato l’economista E. J. Antoni, noto per la vicinanza politica a Trump.

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