Licenziata la massima esperta della CIA sulla Russia dopo il vertice in Alaska

Una dirigente dell’agenzia di intelligence, con 29 anni di carriera e pronta a un incarico prestigioso in Europa, ha perso l’abilitazione alla sicurezza.

Licenziata la massima esperta della CIA sulla Russia dopo il vertice in Alaska
White House

Nei giorni precedenti al vertice del 15 agosto in Alaska tra il presidente Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, una delle più alte esperte di Russia della Central Intelligence Agency (Cia) aveva lavorato senza sosta per preparare i dossier destinati alla Casa Bianca. Quattro giorni dopo, la stessa dirigente si è vista revocare improvvisamente l’abilitazione alla consultazione di materiale classificato mentre era nella sede di Langley. In pochi minuti, una carriera quasi trentennale al servizio del governo si è conclusa.

La funzionaria, il cui nome non è stato reso pubblico dal Washington Post per motivi di sicurezza, era in procinto di assumere un prestigioso incarico in Europa, già approvato dal direttore della Cia John Ratcliffe. La revoca è arrivata nell’ambito di una serie di rimozioni promosse dal presidente Trump e dalla direttrice dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard, che il 19 agosto ha annunciato il ritiro di 37 autorizzazioni di sicurezza, tra cui quella della dirigente della Cia.

Nel suo memorandum, Gabbard ha parlato di contrasto alla “politicizzazione o strumentalizzazione dell’intelligence per fini personali o di parte”. Non sono state indicate violazioni specifiche, e per molti ex funzionari l’operazione appare come una “purga di lealtà”. Tra i rimossi ci sono stati alti dirigenti dell’intelligence statunitense, tra cui il responsabile della Defense Intelligence Agency, figure di vertice alla National Security Agency e il capo dello U.S. Cyber Command.

La Cia non ha commentato il caso. Secondo ex colleghi, la funzionaria era stimata per la sua competenza, priva di legami politici e senza attività pubblica sui social media. Un ex ufficiale l’ha definita “l’antitesi dell’operatore politico”. La sua estromissione, hanno riferito altre fonti, ha avuto un effetto destabilizzante all’interno dell’agenzia: “Se è potuto succedere a lei, può succedere a chiunque. Quale analista avrà ora il coraggio di scrivere rapporti che contraddicono la linea della Casa Bianca?”

Dall’inizio del secondo mandato di Trump, la rimozione ha colpito personale con decenni di esperienza in Russia e Ucraina. Secondo ex funzionari, questo potrebbe privare l’amministrazione della competenza necessaria per affrontare i negoziati sul conflitto iniziato con l’invasione russa del 2022. La squadra russa della Cia era stata tra le prime a prevedere con precisione l’attacco di Mosca, consentendo a Kiev di prepararsi ed evitare un collasso immediato.

La decisione riflette l’approccio di Trump, che ha più volte mostrato diffidenza verso gli apparati di intelligence, preferendo affidarsi al proprio istinto, ai legami personali con leader stranieri e a collaboratori di fiducia provenienti dal mondo degli affari. “È positivo che ora sia il presidente a guidare dall’alto, invece di cosiddetti esperti che hanno letto libri ma non hanno mai parlato con Putin”, ha dichiarato un funzionario della Casa Bianca.

Gli ex funzionari mettono però in guardia dal rischio che, eliminando esperti indipendenti, vengano meno valutazioni cruciali sulle intenzioni dei governi avversari. Evelyn Farkas, direttrice del McCain Institute e in passato responsabile per l’Eurasia al Pentagono, ha definito la scelta “rischiosa”: privarsi di questa conoscenza equivale a “buttare proiettili nel gabinetto”.

Secondo le fonti, tra gli obiettivi della campagna di Gabbard e Trump ci sarebbero gli analisti legati alla valutazione del 2017 sull’interferenza russa nelle elezioni del 2016 a favore di Trump. La dirigente rimossa ricopriva allora un incarico senior sulle questioni russe, ma non fu tra gli autori principali del documento, successivamente confermato da diverse inchieste indipendenti e da uno studio bipartisan del Senato.

Le conseguenze hanno riguardato anche altre figure. Tom Sylvester, ex vicedirettore delle operazioni della Cia che aveva organizzato il sostegno occulto all’Ucraina dopo l’invasione russa, è stato privato della nomina a capo stazione di Londra dopo essere stato citato in un libro sull’agenzia. Tre analisti con almeno quindici anni di esperienza sono usciti dall’ufficio di intelligence del Dipartimento di Stato a seguito di un ridimensionamento.

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