L'Europa affronta una duplice crisi mentre si incrina l'asse con gli Stati Uniti
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen propone misure straordinarie per la difesa mentre l'economia continentale mostra segni di debolezza sempre più strutturale.

La Commissione Europea sta affrontando una fase cruciale caratterizzata da una doppia emergenza: economica e di sicurezza.
Le tensioni con l'Amministrazione Trump, che ha recentemente imposto nuovi dazi sulle esportazioni europee, stanno accelerando la necessità di un ripensamento radicale delle politiche continentali.
Le relazioni tra Europa e Stati Uniti hanno subito un deterioramento repentino. L'amministrazione Trump ha praticamente suggerito che i Paesi dell'UE non dovrebbero più contare sugli USA per la loro sicurezza.
Intanto, a Riyadh, il Segretario di Stato Marco Rubio ha condotto i primi colloqui con funzionari russi dall'invasione del 2022 sul futuro dell'Ucraina - significativamente, senza la presenza di leader europei o ucraini.
La svolta di Ursula von der Leyen
In questo contesto, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha parlato sul palco della Conferenza di Monaco delineando uno scenario geopolitico mutato, dove sicurezza economica e conflitti assumono una rilevanza sempre più crescente.
La sua proposta di allentare le regole fiscali per aumentare la spesa per la difesa - misura eccezionale utilizzata l'ultima volta durante la pandemia di COVID-19 - evidenzia la gravità della situazione.
"Ritengo che ci troviamo in un altro periodo di crisi che giustifica un approccio simile".
L'analisi di Mario Draghi
Anche Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea e ex presidente del Consiglio italiano, ha offerto un'analisi particolarmente critica della situazione.
In un editoriale pubblicato sul Financial Times, Draghi ha sottolineato come le politiche dell'UE abbiano soffocato l'economia più di quanto potrebbero fare i dazi statunitensi.
"L'Europa si è concentrata troppo su obiettivi singoli o nazionali senza considerarne il costo collettivo".
Draghi evidenzia come questo approccio non abbia garantito né il benessere dei cittadini europei, né finanze pubbliche sane, né autonomia nazionale.
Le debolezze strutturali
In questo contesto di crescente incertezza geopolitica, l'Europa si trova, dunque, dinanzi alla necessità di ripensare fondamentalmente il proprio modello economico e di sicurezza, in un momento in cui le tensioni internazionali richiedono risposte rapide e decisive.
Ma l'Europa deve anche confrontarsi con debolezze strutturali, tra cui l'invecchiamento della popolazione che porterà, a tendere, ad una forte carenza di forza lavoro.
La Germania, la più grande economia del continente, si trova, inoltre, in una fase di instabilità politica dovuta a dispute di bilancio che hanno persino messo in ansia il mercato obbligazionario.
Come sottolinea Heidi Crebo-Rediker, senior fellow del Council on Foreign Relations:
"[In questo contesto] potrebbe essere più facile per l'Europa negoziare con gli Stati Uniti sui dazi che concordare un meccanismo di prestito collettivo per l'enorme spesa necessaria per la sicurezza nazionale in un tempo così breve."
La situazione attuale rivela comunque i danni causati da decenni di bassi investimenti e produttività stagnante, con una dipendenza eccessiva sia dalle aziende statunitensi per l'innovazione che dal governo USA per la difesa contro la Russia.
Anche Claus Vistesen, capo economista per l'eurozona presso Pantheon Macroeconomics, evidenzia la necessità di un cambiamento radicale:
"L'Europa ha bisogno di un modello industriale completamente diverso, ma questo richiede tempo."
Purtroppo il tempo è proprio ciò che manca di più oggi all'Europa.