L’eredità di Biden sotto i riflettori: in arrivo quattro libri critici sul suo ultimo anno politico
Nei prossimi mesi verranno pubblicati quattro libri che analizzano il declino politico e personale di Joe Biden e la gestione della sua uscita di scena nel 2024. I collaboratori dell’ex presidente cercano di limitare i danni, mentre lo stesso Biden prepara un proprio volume.
L’eredità politica di Joe Biden sta per tornare al centro del dibattito pubblico grazie a una serie di nuovi libri che promettono di scavare nei retroscena del suo ultimo anno alla Casa Bianca. Almeno quattro libri sono in uscita nelle prossime settimane, ognuno dei quali promette di analizzare in profondità la campagna elettorale del 2024, la condizione fisica e mentale dell’ex presidente e le dinamiche interne che hanno portato al suo ritiro dalla corsa per un secondo mandato.
Il primo libro ad arrivare sugli scaffali è “Fight: Inside the Wildest Battle for the White House” di Jonathan Allen e Amie Parnes. Il volume presenta, tra l’altro, episodi che descrivono il declino cognitivo di Biden, come la dimenticanza del nome di un rivale politico del 2020 e discussioni riservate tra i vertici del Partito Democratico già nel 2023 per pianificarne il possibile ritiro. Le anticipazioni pubblicate dal Guardian hanno già suscitato reazioni nella cerchia di Biden, che contesta l’accuratezza di alcuni passaggi.
Il secondo titolo, atteso per l’8 aprile, è “Uncharted: How Trump Beat Biden, Harris, and the Odds in the Wildest Campaign in History” di Chris Whipple. L’autore ha dichiarato di voler raccontare gli ultimi giorni della presidenza Biden con un’attenzione particolare alla confusione e al “clima di illusione e negazione” che, a suo dire, avrebbe caratterizzato il team dell’ex presidente. Tra i momenti descritti nel libro figurano la preparazione del dibattito a Camp David, il ruolo di Nancy Pelosi nel persuadere Biden a farsi da parte, e la reazione dell’attore George Clooney all’ipotesi di essere coinvolto in un piano orchestrato da Barack Obama.
Particolarmente atteso è il volume di Jake Tapper e Alex Thompson, “Original Sin: President Biden’s Decline, Its Cover-Up, and His Disastrous Choice to Run Again”, in uscita il 20 maggio. Il titolo ha già provocato irritazione tra i collaboratori di Biden per l’uso dell’espressione “cover-up” sulla copertina, che non sarebbe stata esplicitamente menzionata durante le interviste concesse agli autori. Secondo fonti vicine all’ex presidente, i toni usati rappresentano un cambiamento rispetto al clima degli incontri tra giornalisti e staff, durante i quali si sarebbe discusso dell’età di Biden ma senza insinuazioni cospirative.
Tapper e Thompson, attraverso un portavoce, hanno dichiarato di aver condotto oltre 200 interviste per il libro, approfittando della maggiore disponibilità dei testimoni a parlare con franchezza dopo le elezioni. Hanno anche affermato di aver seguito un processo rigoroso di verifica dei fatti, che ha incluso incontri con il team di Biden, sebbene senza rivelare chi abbia partecipato.
Tra i quattro titoli in uscita, solo uno avrebbe coinvolto direttamente i team di Biden e della vicepresidente Kamala Harris nel processo di fact-checking: “2024: How Trump Retook the White House and the Democrats Lost America” di Josh Dawsey, Tyler Pager e Isaac Arnsdorf, previsto per l’8 luglio. In questo caso, gli autori dichiarano di aver condotto oltre 350 interviste e di aver dedicato un mese intero alla verifica del manoscritto, offrendo a tutti i citati l’opportunità di rispondere per garantire accuratezza e imparzialità.
Nonostante l’assenza di un coinvolgimento diretto di Biden nelle pubblicazioni imminenti, l’ex presidente sta lavorando al proprio libro, che potrebbe uscire già nel 2026. Secondo una fonte vicina a Biden, l’obiettivo è quello di raccontare la sua versione dei fatti, mantenendo il controllo sul proprio racconto pubblico.
I collaboratori dell’ex presidente, nel frattempo, si sono attivati per limitare l’impatto dei volumi in uscita. Alcuni tra ex e attuali membri del suo staff hanno partecipato ai processi redazionali e di verifica dei contenuti, nel tentativo di correggere errori e offrire un contrappunto alle narrazioni potenzialmente dannose. Tra le inesattezze segnalate figura, ad esempio, la data errata di un picnic al Congresso, ora presente nel libro di Allen e Parnes.
Tuttavia, c’è anche chi minimizza la portata di queste pubblicazioni, ritenendo che il secondo mandato di Donald Trump, se ricco di polemiche, potrebbe rendere l’operato di Biden più apprezzabile a posteriori. Ma non tutti condividono questa visione. Secondo Caitlin Legacki, stratega democratica e già collaboratrice della segretaria al Commercio Gina Raimondo, le prossime sei settimane saranno difficili per la famiglia Biden. La questione centrale, per lei, è se il gruppo dell’ex presidente sceglierà di continuare a contestare pubblicamente i contenuti dei libri – rischiando così di amplificarne la visibilità – oppure se si concentrerà su rettifiche puntuali, sperando che l’attenzione mediatica svanisca rapidamente.