L'effetto Trump 2.0 rilancia i leader di centro sinistra in Canada, Australia e UK

I sondaggi in Canada, Australia e Regno Unito mostrano una crescita di consensi per i partiti di centro-sinistra dopo i primi tre mesi dell'Amministrazione Trump. Le politiche protezionistiche e le tensioni internazionali spingono gli elettori a cercare stabilità.

L'effetto Trump 2.0 rilancia i leader di centro sinistra in Canada, Australia e UK

Nei primi tre mesi della nuova Amministrazione Trump, le radicali decisioni di politica estera stanno avendo un effetto inatteso sulla scena internazionale, rilanciando i partiti progressisti in diversi Paese. Dall’Australia al Canada fino al Regno Unito, i leader di centro-sinistra stanno beneficiando di un miglioramento nei sondaggi, mentre l’elettorato sembra ricercare stabilità di fronte alle turbolenze globali generate dalle scelte del presidente americano.

In poco tempo, il presidente Trump ha rivoluzionato la politica estera degli Stati Uniti, stringendo legami con la Russia, imponendo dazi a Paesi tradizionalmente alleati e riaccendendo la guerra commerciale con la Cina. Queste iniziative hanno sconvolto il panorama politico interno e creato instabilità sui mercati finanziari internazionali.

Canada: il sorpasso dei Liberali

In Canada, dove si voterà lunedì, il Partito Liberale di centro-sinistra ha registrato un’inversione di tendenza significativa. Prima che Trump mettesse in discussione la sovranità canadese, il partito era indietro nei sondaggi di ben 20 punti. Oggi, il primo ministro liberale Mark Carney guida la corsa elettorale, con un sondaggio di CBC News che assegna ai Liberali il 42,2% delle preferenze contro il 38,5% dei Conservatori.

Il leader conservatore Pierre Poilievre, inizialmente paragonato a Trump per le sue posizioni radicali e il suo approccio anti-establishment, sta ora prendendo sempre di più le distanze dal presidente americano. Poilievre ha recentemente dichiarato di non avere “nulla in comune” con Trump, nel tentativo di rassicurare un elettorato sempre più orientato verso la ricerca di stabilità, qualità incarnata da Carney, ex governatore della Banca del Canada e della Banca d’Inghilterra.

Australia: rimonta dei Laburisti

Anche in Australia si osserva un fenomeno analogo. Le elezioni, previste per il 3 maggio, vedono il primo ministro Anthony Albanese, leader del Partito Laburista di centro-sinistra, recuperare terreno e superare il rivale conservatore Peter Dutton.

A gennaio, Albanese era invece in svantaggio secondo il sondaggista Roy Morgan (47% contro 53%), ma ora è in vantaggio con il 55,5% delle preferenze contro il 44,5% di Dutton.

La crescente diffidenza degli australiani verso gli Stati Uniti di Trump ha contribuito a questo cambiamento. Un sondaggio del Lowy Institute mostra che solo il 36% degli australiani nutre fiducia nella capacità degli Stati Uniti di agire responsabilmente, rispetto al 56% dell’anno precedente.

Un’ulteriore indagine di RedBridge Group e Accent Research indica che il 71% degli elettori di alcuni distretti competitivi ha un’opinione negativa di Trump.

Ryan Neelam, direttore del programma di opinione pubblica e politica estera presso il Lowy Institute ed ex diplomatico australiano, ha sottolineato che gli australiani hanno “ampiamente respinto l’agenda di politica estera di Trump”, suggerendo che tale atteggiamento possa influenzare l’esito elettorale.

Regno Unito: aumento della popolarità per Starmer

Anche nel Regno Unito, pur senza elezioni nazionali imminenti, il primo ministro laburista Keir Starmer ha visto migliorare la propria popolarità nelle ultime settimane. Partito da livelli particolarmente bassi, Starmer ha tratto beneficio dall‘incontro con Trump nello Studio Ovale e da un ruolo più incisivo nel coordinare il sostegno europeo all’Ucraina nella guerra contro la Russia.

Secondo un sondaggio di Ipsos, l’indice di gradimento di Starmer è salito dal 21% di febbraio al 29% di marzo. Anche il rapporto tra il Regno Unito e gli Stati Uniti sembra risentire della nuova Amministrazione Trump: solo il 30% dei britannici riconosce ancora una “relazione speciale” tra i due Paesi, in calo di 17 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

Erosione della fiducia internazionale verso gli Stati Uniti

Il calo di fiducia verso gli Stati Uniti è un trend che accomuna i tre Paesi analizzati. In Canada, un sondaggio commissionato dall’Association for Canadian Studies rivela che solo il 33% dei cittadini ha una visione positiva degli Stati Uniti, rispetto al 52% di giugno dell’anno precedente.

Ma anche in Australia e nel Regno Unito, i dati mostrano analoghi segnali di sfiducia, complicando ulteriormente il quadro geopolitico internazionale.

Bruce Wolpe, ricercatore senior presso l’U.S. Studies Center dell’Università di Sydney, ha sintetizzato l’impatto della politica estera di Trump osservando che il presidente “ha paralizzato, se non distrutto, l’architettura commerciale globale che è esistita per 75 anni”. Wolpe sottolinea come tale destabilizzazione stia generando timori diffusi tra le popolazioni, spingendo l’elettorato verso leader percepiti come più affidabili.

Le politiche radicali dell’Amministrazione Trump stanno quindi producendo effetti rilevanti non solo sulla politica interna americana ma anche sugli equilibri politici globali.

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