L'economia globale rallenta a causa dei dazi di Trump
Il Fondo Monetario Internazionale prevede un marcato rallentamento dell’economia mondiale nel 2025, a causa dell’impatto dei nuovi dazi statunitensi imposti dal presidente Trump. Rivista al ribasso anche la crescita di Stati Uniti, Cina ed Europa.

L’economia globale subirà un rallentamento significativo nel 2025 a causa dell’introduzione dei dazi più alti degli ultimi cento anni decisi l presidente Donald Trump. Lo ha annunciato il Fondo Monetario Internazionale, che ha rivisto al ribasso le sue stime di crescita, portando il tasso annuo al 2,8%, mezzo punto percentuale in meno rispetto alle previsioni di gennaio.
Il FMI prevede infatti solo una modesta ripresa nel 2026, con una crescita al 3%, valore che si mantiene ben al di sotto della media storica del 3,7%. Anche la traiettoria discendente dell’inflazione subirà un’interruzione. Secondo il capo economista del Fondo, Pierre-Olivier Gourinchas, “il panorama è cambiato rapidamente. Stiamo entrando in una nuova era mentre il sistema economico globale che ha operato negli ultimi 80 anni viene resettato”.
Al centro della svolta vi è il nuovo piano tariffario dell’amministrazione statunitense, strutturato su due livelli: un’imposta del 10% su quasi tutte le importazioni annuali negli Stati Uniti, cui si aggiungono dazi ancora più elevati su beni provenienti da decine di Paesi. Secondo il FMI, queste misure danneggeranno sia l’economia statunitense sia quelle dei partner commerciali.
Negli Stati Uniti, la crescita economica è ora prevista all’1,8% per il 2025, un terzo in meno rispetto alla previsione di gennaio e un punto percentuale al di sotto del dato dell’anno precedente. Il rallentamento contraddice le aspettative iniziali di inizio anno, quando l’economia statunitense era vista come destinata a sovraperformare le altre economie avanzate. Anche la Federal Reserve era considerata vicina a realizzare un “atterraggio morbido”, riducendo l’inflazione senza provocare una recessione.
La nuova politica tariffaria ha ribaltato queste prospettive. L’introduzione dei dazi rende più costosi i prodotti stranieri per i consumatori americani, con un effetto protettivo per le imprese nazionali che, secondo il FMI, saranno così esposte a minore concorrenza e stimolate meno all’innovazione. Il risultato sarà un calo della produttività e un aumento dei prezzi. Allo stesso tempo, le economie estere subiranno una contrazione della domanda da parte del mercato statunitense.
Tra i Paesi più colpiti c'è la Cina, che si trova ad affrontare dazi fino al 145% sui propri beni esportati negli Stati Uniti. Per Pechino, la crescita stimata per il 2025 si ferma al 4%, in calo dello 0,6% rispetto alle proiezioni di gennaio. Anche l’area dell’euro subisce l’impatto delle nuove misure: i Paesi che adottano la moneta unica cresceranno in media dello 0,8%.
Il presidente Trump ha giustificato la svolta protezionista parlando di una futura “età dell’oro” per la manifattura americana e denunciando le pratiche commerciali scorrette di numerosi Paesi, che secondo l’amministrazione manipolano le proprie valute o utilizzano barriere regolatorie per ostacolare il commercio. La Casa Bianca sostiene che, attraverso questi meccanismi, sia gli alleati sia gli avversari commerciali abbiano sistematicamente danneggiato l’economia statunitense.
Nonostante ciò, gran parte del mondo economico rimane scettico. La maggioranza degli economisti mainstream si oppone ai dazi e critica l’approccio del presidente al commercio internazionale. “Il nostro sistema commerciale non era perfetto e ci sono alcuni meriti nelle lamentele che sono emerse. Ma dobbiamo tutti lavorare insieme per riparare questo sistema, in modo che possa funzionare per tutti”, ha dichiarato Gourinchas.
Nel frattempo, l’incertezza alimentata da queste politiche sta già producendo effetti nei mercati finanziari. L’indice S&P 500 ha perso oltre il 12% dall’inizio dell’anno, mentre gli investitori si trovano in difficoltà nel valutare le prospettive delle imprese in un contesto commerciale globale in rapida e caotica trasformazione.