Le email di Epstein riaccendono il caso Trump
La commissione di sorveglianza della Camera ha diffuso oltre 20mila pagine di corrispondenza del finanziere condannato per traffico sessuale. Nelle comunicazioni del 2011 e 2019 compaiono riferimenti al presidente e alle ragazze coinvolte nello scandalo. La Casa Bianca respinge ogni accusa.
Il Congresso americano ha rilasciato mercoledì oltre 20mila pagine di email e messaggi dall'archivio di Jeffrey Epstein, il finanziere morto in carcere nel 2019 mentre era in attesa di processo per traffico sessuale. Tra i documenti compaiono diversi riferimenti al presidente Donald Trump e ai suoi presunti rapporti con le attività di Epstein. La pubblicazione è avvenuta in due fasi: prima i democratici della commissione di sorveglianza della Camera hanno diffuso alcune email selezionate, poi i repubblicani hanno risposto rilasciando l'intero archivio, accusando gli avversari di aver manipolato il contesto.
La corrispondenza più controversa risale al 2011 ed è uno scambio tra Epstein e Ghislaine Maxwell, la sua complice oggi in carcere con una condanna a 20 anni per traffico sessuale. Epstein scrive a Maxwell che "il cane che non ha abbaiato è Trump" e che una vittima "ha passato ore a casa mia con lui". Aggiunge che Trump "non è mai stato menzionato nemmeno una volta", neppure da "un capo della polizia". Il nome della vittima era stato oscurato nella versione democratica, ma nella pubblicazione integrale risulta essere Virginia Giuffre, morta suicida ad aprile 2025. La Casa Bianca ha precisato che Giuffre aveva dichiarato ripetutamente in una deposizione del 2016 di non aver mai visto Trump partecipare ad alcun abuso e che nelle sue memorie pubblicate quest'anno non aveva mosso accuse contro il presidente.
Un'altra email risale al gennaio 2019, durante il primo mandato di Trump. Epstein scrive allo scrittore Michael Wolff che Trump aveva detto di avergli chiesto di dimettersi dal Mar-a-Lago, il club di proprietà del presidente, ma che "non è mai stato membro". Epstein aggiunge: "ovviamente sapeva delle ragazze perché aveva chiesto a Ghislaine di smettere". La Casa Bianca ha risposto che Trump era già a conoscenza del fatto che Maxwell reclutava personale, inclusa Giuffre, dal Mar-a-Lago, ma sostiene che il presidente non potesse sapere per quali scopi una minore venisse reclutata.
Tra ottobre 2015 e gennaio 2019, Epstein e Wolff hanno scambiato diverse email in cui discutono della relazione tra il finanziere e Trump. In un messaggio del 2015, Wolff avverte Epstein che la CNN avrebbe chiesto a Trump del loro rapporto e propone: "Penso che dovresti lasciare che si impicchi da solo. Se dice di non essere mai stato sull'aereo o a casa tua, questo ti dà una preziosa valuta politica". Pochi giorni prima delle elezioni presidenziali del 2016, Wolff offre a Epstein la possibilità di un'intervista che potrebbe "finire" Trump, ma non è chiaro se l'intervista si sia mai svolta.
I documenti includono anche centinaia di messaggi tra Epstein e Steve Bannon, ex consigliere di Trump. In un testo del giugno 2019, una settimana prima dell'arresto di Epstein, il finanziere scrive a Bannon: "Ora puoi capire perché Trump si sveglia nel mezzo della notte sudando quando sente che tu e io siamo amici". I due stavano collaborando a un documentario su Epstein che non è mai stato completato. L'ultimo scambio tra loro risale al 6 luglio 2019, il giorno dell'arresto di Epstein all'aeroporto di Teterboro con l'accusa di traffico sessuale.
Particolarmente dettagliati sono i messaggi del 2017 tra Epstein e Melanie Walker, un medico associato alla Bill & Melinda Gates Foundation. In questi scambi, Epstein si presenta come un intermediario tra l'amministrazione Trump e Bill Gates, mostrando una conoscenza apparentemente diretta dei piani del presidente sulla sanità pubblica. Scrive che Trump pensa che "la malaria e la polio non siano un problema americano" e che Gates dovrebbe "concentrarsi prima sui problemi americani". Epstein aggiunge che sta "solo trasmettendo" le parole di Trump, suggerendo di essere in comunicazione diretta con il presidente. La Casa Bianca non ha commentato questi messaggi.
In altri scambi con Kathryn Ruemmler, ex consigliere legale della Casa Bianca durante l'amministrazione Obama e ora dirigente di Goldman Sachs, Epstein definisce Trump in termini dispregiativi. In un'email dell'agosto 2018 scrive: "sai, io so quanto sporco è Donald". In un messaggio del dicembre 2018 all'avvocato Reid Weingarten, Epstein paragona Trump a un boss mafioso ma con "il grande pericoloso potere" di essere comandante in capo. Aggiunge che Trump è "al limite della pazzia". In un'altra email dello stesso mese, Epstein scrive enigmaticamente: "io sono quello in grado di farlo cadere".
La Casa Bianca ha respinto ogni accusa. La portavoce Karoline Leavitt ha dichiarato mercoledì che "queste email provano assolutamente nulla se non il fatto che il presidente Trump non ha fatto nulla di sbagliato". Ha aggiunto che si tratta di "un'altra campagna di distrazione da parte dei democratici e dei media liberali". Trump stesso ha scritto sul suo social media che "i democratici stanno cercando di tirare fuori di nuovo la bufala di Jeffrey Epstein perché farebbero qualsiasi cosa per deviare l'attenzione" da altri temi, riferendosi allo shutdown del governo federale appena concluso.
La pubblicazione delle email ha intensificato la pressione sul presidente riguardo a una petizione parlamentare che mira a forzare una votazione alla Camera per il rilascio integrale dei file dell'indagine su Epstein. La petizione ha raggiunto le 218 firme necessarie mercoledì con il giuramento della deputata democratica Adelita Grijalva. Quattro repubblicani hanno firmato la petizione insieme ai democratici, tra cui Lauren Boebert del Colorado e Nancy Mace del South Carolina. Trump ha cercato di convincere alcune di loro a ritirare il loro sostegno, invitando Boebert alla Casa Bianca e coinvolgendo la ministra della giustizia Pam Bondi e il direttore dell'FBI Kash Patel. Secondo il New York Times, quando le pressioni non hanno funzionato, la Casa Bianca avrebbe fatto "vaghe minacce", ma questo approccio avrebbe avuto l'effetto opposto, convincendo Boebert che potrebbe esserci una cospirazione per nascondere i contenuti dei file.
Il deputato democratico Ro Khanna, cofirmatario della misura, ha dichiarato mercoledì di credere che "40-50 repubblicani" si uniranno ai democratici per votare a favore. Lo speaker della Camera Mike Johnson ha annunciato che programmerà una votazione per la prossima settimana sulla misura che costringerebbe il dipartimento di giustizia a rilasciare i file completi entro 30 giorni. Anche se la misura dovesse passare alla Camera, dovrebbe ancora essere approvata dal Senato controllato dai repubblicani e Trump potrebbe porre il veto. I democratici hanno accusato Johnson di aver deliberatamente ritardato il giuramento di Grijalva, eletta in Arizona oltre due mesi fa dopo la morte di suo padre che era il deputato in carica, per impedire alla petizione di raggiungere i voti necessari.
La questione Epstein rappresenta uno dei temi più problematici per Trump secondo i sondaggi. Un'indagine Reuters-Ipsos del mese scorso ha mostrato che gli americani disapprovano la gestione della questione da parte di Trump con un margine di 57% contro 19%. Gli indipendenti disapprovano al 59% contro 10%. Nemmeno la maggioranza dei repubblicani approva: solo il 44%. Un sondaggio di agosto del Pew Research Center ha rilevato che il 63% degli americani e il 38% dei repubblicani hanno poca o nessuna fiducia in quello che l'amministrazione Trump dice sulla questione. Un altro sondaggio di luglio ha mostrato che solo il 26% degli americani e il 55% dei repubblicani erano disposti a escludere che Trump avesse commesso crimini con Epstein, nonostante il presidente non sia mai stato accusato di reati legati al finanziere.
Trump durante la campagna elettorale del 2024 aveva promesso di rilasciare i file di Epstein, ma a luglio, sei mesi dopo essere entrato in carica, ha bloccato la loro pubblicazione. Questa inversione ha deluso parte della sua base, che vedeva nei file la possibilità di esporre crimini tra i ricchi e potenti. Un alleato di Trump citato da Politico ha dichiarato che le ultime rivelazioni hanno "preso cose che sono già complicate per il presidente e le hanno portate in superficie". La pubblicazione dei documenti arriva in un momento difficile per la Casa Bianca, dopo una settimana in cui il partito repubblicano ha subito sconfitte elettorali e la Corte Suprema ha mostrato scetticismo verso i dazi di Trump.
Trump ha sempre negato qualsiasi illecito in relazione a Epstein e ha sostenuto di aver interrotto i rapporti con lui all'inizio degli anni 2000, due anni prima del primo arresto del finanziere. Epstein è morto il 10 agosto 2019 in una cella del carcere federale di New York dove attendeva il processo per traffico sessuale. Gli investigatori hanno concluso che si è suicidato.