Le dichiarazioni di Trump contro Putin affondano la borsa russa
Il Cremlino parla di "sovraccarico emotivo" da parte di Trump, mentre l'indice Mosbir crolla ai minimi di aprile. Gazprom guida le perdite con un -3,5%, giganti industriali rinunciano ai dividendi.

Le pesanti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha definito "pazzo" Vladimir Putin minacciando di inasprire le sanzioni contro la Russia per i massicci attacchi missilistici contro l'Ucraina, hanno provocato un nuovo crollo della Borsa russa. L'indice Mosbir è scivolato ai livelli più bassi dall'inizio di aprile, perdendo circa 100 miliardi di rubli di capitalizzazione in poche ore.
Alle 12:18 ora di Mosca di lunedì, l'indice principale russo era sceso dell'1,51% a 2.727 punti, dopo aver toccato i 2.719 punti durante la seduta. Il movimento ribassista ha coinvolto tutti i principali titoli del mercato russo, riflettendo le crescenti tensioni geopolitiche tra Washington e Mosca.
Gazprom travolge il mercato con le banche
Gazprom, il colosso energetico russo, ha guidato la corsa al ribasso con un crollo del 3,5%. Le due principali banche russe Sberbank e VTB sono calate rispettivamente dell'1,5% e del 2,4%, penalizzate dalle notizie secondo cui l'Unione Europea si prepara a disconnettere altri 20 istituti russi dal sistema SWIFT.
Tra gli altri titoli in forte ribasso figurano Rosneft (-1,4%), Sovcomflot (-2,6%), Severstal (-2%), mentre Aeroflot e Magnit hanno entrambi perso il 2,2%. Il movimento generalizzato ha evidenziato la fragilità del sistema finanziario russo di fronte alle tensioni internazionali.
La reazione del Cremlino: "Momento di sovraccarico emotivo"
Dal Cremlino è arrivata una risposta alle critiche di Trump attraverso il portavoce Dmitry Peskov, che ha definito il post del presidente americano sul social network Truth Social come collegato a un "sovraccarico emotivo". Peskov ha spiegato che "l'inizio del processo negoziale, per il quale la parte americana ha fatto grandi sforzi, è un risultato molto importante", aggiungendo di essere "davvero grati agli americani e personalmente al presidente Trump".
Il portavoce del Cremlino ha tuttavia precisato che Putin "prende tutte le decisioni che sono necessarie per garantire la sicurezza del Paese". Commentando i recenti attacchi su Kiev, Peskov li ha giustificati come risposta agli attacchi ucraini:
"Vediamo come gli ucraini colpiscono i nostri oggetti di infrastruttura sociale, infrastruttura pacifica. Questa è una risposta. E un attacco proprio su oggetti militari, su obiettivi militari".
Il portavoce del Cremlino ha confermato che il progetto russo di memorandum, contenente le condizioni di Mosca per un cessate il fuoco non è stato ancora trasmesso alla parte ucraina, definendolo un "documento serio" che richiede "attenta verifica e preparazione"
Analisti divisi tra geopolitica e fondamentali
Gli esperti di mercato hanno intanto offerto interpretazioni diverse del crollo di oggi Evgeny Loktyukhov, analista di PSB, ha attribuito le vendite al "deterioramento del quadro geopolitico e al prolungamento dei negoziati sull'Ucraina". Una lettura che collega direttamente la performance dei mercati all'evolversi della situazione internazionale.
Alexey Antonov di Alor Broker ha invece puntato il dito sulla debolezza strutturale delle aziende russe: "Le cause fondamentali del crollo risiedono nella debolezza delle aziende nazionali. La maggior parte delle grandi società ha registrato un calo degli indicatori finanziari, mentre alcune sono diventate perdenti". L'analista ha citato come esempi Sovcomflot, che ha chiuso l'anno scorso in perdita, e NLMK, il più grande complesso siderurgico russo, che ha riportato perdite nel primo trimestre.
La crisi si riflette anche nelle politiche di distribuzione degli utili. Una serie di giganti industriali russi ha infatti rinunciato ai dividendi, tra cui Gazprom, Nornickel, NLMK e Magnit. "In futuro andrà peggio", ha avvertito Antonov, prevedendo che "il secondo trimestre promette di essere ancora meno favorevole per il mercato nel suo complesso a causa del calo dei prezzi del petrolio e del persistente impatto sulle società dell'alto costo del credito".