Le armi fanno aumentare la mortalità infantile negli Stati Uniti
I ricercatori del Brigham and Women’s Hospital evidenziano 7.400 morti infantili in eccesso tra il 2011 e il 2023 negli Stati con leggi più permissive. Nessun aumento nei più restrittivi.

Secondo uno studio pubblicato lunedì 9 giugno sulla rivista Jama Pediatrics, l’allentamento delle leggi sulle armi da fuoco in molti Stati americani avrebbe comportato una significativa crescita della mortalità infantile legata a questi strumenti, in particolare per omicidi e suicidi. L’analisi è stata condotta da un’équipe del Brigham and Women’s Hospital di Boston, guidata dal medico Jeremy Faust.
Il lavoro prende in esame il periodo tra il 2011 e il 2023 e si basa su una metodologia di "analisi dell'eccesso di mortalità", confrontando il numero effettivo di morti infantili dovute ad armi da fuoco con quanto ci si sarebbe aspettati sulla base dei trend precedenti, registrati tra il 1999 e il 2010. Le proiezioni tengono conto della crescita demografica.
I risultati evidenziano un bilancio pesante: oltre 7.400 morti in eccesso tra i minori negli Stati che hanno reso più permissivo l’accesso alle armi, di cui 6.000 concentrati negli Stati considerati "più lassisti". Al contrario, negli otto Stati che hanno mantenuto una normativa più rigida, non si registra alcun aumento significativo della mortalità infantile legata alle armi da fuoco.
Lo studio si inserisce in un contesto giuridico peculiare: pur riconoscendo il diritto costituzionale al possesso di armi, sancito dal secondo emendamento, gli Stati americani hanno margine di manovra nel regolamentare la materia. Dopo una sentenza della Corte Suprema del 2010, che ha esteso l’applicabilità del secondo emendamento anche agli enti locali, molte giurisdizioni hanno scelto di allentare i requisiti per l’acquisto e il porto d’armi.
Nel confronto internazionale, osserva Faust, gli Stati Uniti rappresentano un’anomalia. «La mortalità dovuta agli incidenti stradali è calata in modo drastico», ha dichiarato il medico all’Agence France-Presse, «ma, nello stesso tempo, quella causata dalle armi da fuoco è aumentata, sostituendo gli incidenti stradali come prima causa di morte nei bambini sopra l’anno di età».
Il rapporto rileva anche importanti disparità etniche. I bambini neri risultano essere i più colpiti dalla crescita della mortalità. I ricercatori ipotizzano che tra le cause ci sia una differente distribuzione della sicurezza nel deposito delle armi nei diversi ambienti domestici, in funzione della condizione sociale.
Un ulteriore elemento a sostegno della tesi dello studio è l’assenza di una crescita parallela negli omicidi e suicidi che non coinvolgono armi da fuoco. Questo suggerisce che l’aumento dei decessi sia effettivamente connesso alla maggiore disponibilità di armi e non a una più generale crescita della violenza.
Lo studio riconosce tuttavia che non è possibile stabilire un nesso di causalità diretto e indiscutibile tra le leggi più permissive e l’aumento delle morti. Emergono inoltre delle eccezioni. Due Stati con normative restrittive, Illinois e Connecticut, hanno registrato un aumento dei decessi. Nel caso del Connecticut, ciò è stato attribuito principalmente alla strage del 2012 in una scuola, che ha avuto un impatto rilevante sulle statistiche.