L'antisemitismo è più diffuso tra i giovani americani

Un sondaggio dell'università di Yale rivela che le posizioni antisemite sono più comuni tra i giovani elettori, soprattutto quelli "estremamente conservatori". Quasi la metà degli under 30 vuole interrompere completamente gli aiuti militari a Israele.

L'antisemitismo è più diffuso tra i giovani americani
Photo by Levi Meir Clancy / Unsplash

L'antisemitismo è un tema delicato che spesso si intreccia con il conflitto israelo-palestinese, ma il dibattito pubblico si basa più su generalizzazioni che su dati concreti. Per questo motivo un gruppo di ricerca dell'università di Yale ha condotto un sondaggio su oltre 3.400 elettori americani registrati, metà dei quali sotto i 35 anni, per capire cosa pensano davvero gli americani, e in particolare i giovani, di antisemitismo, sionismo e Israele.

Il sondaggio è stato condotto da Yale Youth Poll, un'organizzazione di ricerca guidata da studenti universitari. L'indagine ha coinvolto 3.426 elettori registrati, di cui 1.706 tra i 18 e i 34 anni, permettendo di confrontare le opinioni tra generazioni diverse. I risultati sono stati ponderati per età, sesso, etnia, istruzione e affiliazione politica, con un margine di errore del 1,7% per il campione totale e del 2,4% per i giovani.

Più antisemitismo tra i giovani

Quando è stato chiesto se gli ebrei abbiano avuto un impatto positivo, negativo o neutro sugli Stati Uniti, solo l'8% degli elettori in generale ha risposto negativo. Ma tra i giovani la percentuale sale: il 18% dei ragazzi tra 18 e 22 anni pensa che gli ebrei americani abbiano avuto un impatto negativo sul paese, così come il 15% di quelli tra 23 e 29 anni.

Il sondaggio ha poi presentato tre affermazioni considerate antisemite, basate su ricerche precedenti condotte dai politologi Eitan Hersh e Laura Royden: "Gli ebrei negli Stati Uniti sono più leali a Israele che all'America", "È appropriato boicottare le attività di proprietà di ebrei americani per protestare contro la guerra a Gaza" e "Gli ebrei negli Stati Uniti hanno troppo potere".

Il 70% degli elettori totali ha respinto tutte e tre queste affermazioni. Ma tra i giovani la percentuale scende: solo il 57% dei ragazzi tra 18 e 22 anni e il 60% di quelli tra 23 e 29 anni le ha rifiutate completamente. Questi risultati sono in linea con altri sondaggi che hanno rilevato come un quarto dei giovani americani abbia atteggiamenti esplicitamente antisemiti.

Nel campione generale, le percentuali variano anche in base all'etnia: il 62% degli elettori neri, il 57% degli asiatici e il 63% degli ispanici ha respinto tutte e tre le affermazioni, contro il 74% dei bianchi. Tra i giovani le differenze etniche sono più ridotte, ma emerge un dato interessante: gli elettori che si definiscono "estremamente conservatori" hanno una probabilità molto più alta di essere d'accordo con almeno una delle affermazioni antisemite (64%) rispetto agli altri giovani elettori (38%).

Cosa significa "sionismo"

Il sondaggio ha rivelato un divario generazionale significativo nel modo in cui le persone definiscono il termine "sionismo". Agli intervistati sono state presentate sei definizioni diverse, tratte da organizzazioni che vanno dalla Anti-Defamation League e dall'American Jewish Committee a Jewish Voice for Peace e al comitato di solidarietà con la Palestina di Harvard.

Tra tutti gli elettori, le definizioni più scelte descrivono il sionismo come "autodeterminazione e statualità per il popolo ebraico", "la continua esistenza di Israele di fronte a richieste di distruzione" e il diritto del popolo ebraico alla statualità. Circa un terzo ha semplicemente dichiarato di non conoscere il termine.

Ma i giovani hanno scelto definizioni molto diverse: tra i ragazzi di 18-22 anni, le descrizioni più popolari parlano del sionismo come "mantenimento di una maggioranza demografica ebraica in Palestina cacciando la popolazione palestinese nativa", creazione di "uno stato nazionale dove gli ebrei hanno più diritti degli altri" e "una forma di razzismo e apartheid contro i palestinesi".

Anche sulla questione dell'esistenza di Israele come stato ebraico ci sono forti differenze generazionali. Nel campione generale, il 46% pensa che Israele dovrebbe esistere come stato ebraico, contro il 18% che preferisce uno stato non ebraico e il 5% che ritiene che non dovrebbe esistere affatto. Ma tra gli under 30 solo il 30% sostiene l'esistenza di Israele come stato ebraico, mentre il 15% pensa che Israele non dovrebbe esistere. Al contrario, il 64% degli elettori sopra i 65 anni sostiene l'esistenza di Israele come stato ebraico.

Emergono anche differenze etniche: solo il 24% degli elettori neri, il 30% degli asiatici e il 36% degli ispanici ritiene che Israele dovrebbe esistere come stato ebraico, contro il 51% dei bianchi. Gli elettori neri hanno mostrato una percentuale particolarmente alta di incertezza su questa questione (54%).

Aiuti militari a Israele

I giovani elettori sono ampiamente favorevoli a ridurre o interrompere completamente gli aiuti militari americani a Israele. Gli elettori in generale sono divisi: il 40% sostiene l'aumento o il mantenimento degli attuali livelli di aiuti militari, mentre il 43% preferisce ridurli o interromperli completamente. Ma circa due terzi degli under 30 vogliono ridurre o terminare gli aiuti, con il 46% che chiede un'interruzione totale.

I risultati mostrano anche che i repubblicani, i conservatori e chi ha votato Trump nel 2024 tendono a favorire l'aumento o il mantenimento degli aiuti militari, mentre democratici, progressisti e sostenitori di Harris preferiscono ridurli o interromperli.

Cosa conta come antisemitismo

Il sondaggio ha presentato una serie di scenari ipotetici chiedendo se costituissero o meno antisemitismo. Le risposte variano molto a seconda della situazione specifica. Il 56% degli intervistati non è sicuro se l'uso della frase "globalizzare l'intifada" costituisca antisemitismo, mentre il 47% ritiene che definire la situazione a Gaza un "genocidio" non sia antisemita.

Gruppi diversi hanno valutato gli scenari in modo diverso. A volte i conservatori sono stati più propensi a considerare antisemiti certi scenari legati a Israele, mentre in altri casi i progressisti hanno mostrato questa tendenza per scenari riguardanti la comunità ebraica in generale. In ogni caso, i giovani elettori tendono a essere più restrittivi nel definire cosa costituisce pregiudizio antiebraico, soprattutto per questioni legate a Israele.

Il sondaggio ha anche condotto un esperimento per capire se gli elettori percepiscono allo stesso modo antisemitismo, islamofobia e razzismo anti-nero nel contesto delle politiche universitarie. Gli intervistati sono stati più propensi a dire che la comunità ebraica (36%) e quella nera (39%) dovrebbero decidere cosa conta come antisemitismo e razzismo anti-nero, rispetto alla comunità musulmana per l'islamofobia (29%).

I ricercatori sottolineano che i dati mostrano come sia le posizioni antisemite che quelle anti-Israele siano più comuni tra i giovani elettori, ma questo non significa necessariamente che una causi l'altra. Ci sono elettori spinti verso posizioni anti-Israele da pregiudizi antisemiti preesistenti, altri che adottano visioni antisemite in seguito a posizioni anti-Israele, ed elettori molto critici verso Israele ma non antisemiti. Il sondaggio non può distinguere tra questi diversi tipi di elettori, ma offre uno spaccato delle opinioni dei giovani americani su ebrei e Israele.

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