L'Amministrazione Trump tra promesse di espulsioni e realtà operativa: il paradosso del "catch and release"
L'Amministrazione Trump ha rilasciato 461 immigrati irregolari nel giro di due settimane. Le strutture detentive sono al limite della capacità mentre si cercano nuove soluzioni logistiche.
Le promesse elettorali si scontrano con la realtà operativa e costringono l'Amministrazione Trump a dover utilizzare il controverso programma "catch and release" per cercare di gestire l'emergenza immigrazione.
Secondo quanto rivelato da fonti interne al Dipartimento per la Sicurezza Nazionale (DHS) ad Axios, dall'inizio del secondo mandato di Trump sono stati rilasciati 461 immigrati irregolari, nonostante le ripetute critiche mosse dallo stesso presidente alla precedente Amministrazione Biden per l'utilizzo proprio di questa pratica.
La situazione delle strutture detentive
Il sistema di detenzione immigrazione statunitense si trova attualmente in una situazione di forte pressione, con una media giornaliera di 41.500 persone ospitate nelle strutture.
Questo sovraccarico sta costringendo l'Amministrazione a cercare soluzioni alternative, nonostante l'obiettivo dichiarato di voler almeno raddoppiare la capacità detentiva del sistema immigrazione.
Le ragioni dei rilasci
Tricia McLaughlin, assistente Segretario per gli Affari Pubblici del DHS, ha precisato che i rilasci rappresentano meno del 6% degli circa 8.000 immigrati irregolari arrestati dal 21 gennaio in poi.
"Non hanno ordini definitivi di espulsione e probabilmente stanno contestando il loro status di immigrati", ha dichiarato in una nota.
Diversi fattori influenzano la decisione di rilasciare un migrante arrestato. Tra questi, la McLaughlin ha evidenziato:
- La mancanza di spazio detentivo specifico per le donne
- La probabilità di una espulsione imminente
- Considerazioni umanitarie di vario tipo
Il programma "catch and release" prevede che gli immigrati irregolari non violenti arrestati vengano rilasciati dopo aver accettato di presentarsi per l'udienza presso un tribunale dell'immigrazione.
Per garantire il monitoraggio fino alla data dell'udienza, vengono utilizzati braccialetti, cavigliere elettroniche o controlli telefonici periodici.
Le nuove strategie operative
L'amministrazione sta perseguendo diverse strategie per aumentare la capacità detentiva. Tra le iniziative più significative:
- L'espansione delle unità di detenzione presso la base navale di Guantanamo Bay, Cuba, supportata dall'invio di centinaia di militari
- La ricerca di accordi di detenzione con uffici degli sceriffi locali
- Accordi internazionali per le espulsioni dei migranti, come quelli con il Venezuela e El Salvador
Un caso emblematico dell'utilizzo di Guantanamo Bay come campo di detenzione per migranti è il recente trasferimento di 10 cittadini venezuelani, identificati come membri della gang criminale Tren de Aragua.
Parallelamente, l'Amministrazione Trump sta anche effettuando voli di rimpatrio su larga scala.
Le sfide operative
Tom Homan, 'Border Czar' dell'Amministrazione Trump, ha recentemente sollecitato un aumento della capacità di detenzione dei migranti durante l'incontro con la National Sheriffs' Association a Washington.
Gli sceriffi, dal canto loro, hanno richiesto una semplificazione delle procedure per collaborare con l'ICE (Immigration and Customs Enforcement) e maggiore chiarezza sui protocolli di detenzione.
L'ICE sta attualmente gestendo un "numero significativo" di immigrati con precedenti penali, che richiedono una maggiore capacità detentiva, come sottolineato dalla McLaughlin.
L'agenzia sta cercando ulteriori finanziamenti dal Congresso per espandere le partnership con le forze dell'ordine locali e sta lavorando per accelerare la revisione dei fascicoli dei casi per deportare coloro che hanno "ordini definitivi di allontanamento eseguibili".
La situazione evidenzia, ad ogni modo, il complesso equilibrio esistente tra le promesse politiche di un'azione decisa sull'immigrazione irregolare e le sfide pratiche nella gestione di un sistema al limite delle proprie capacità operative.