L'Amministrazione Trump si oppone al ritorno di Kilmar Abrego Garcia negli Stati Uniti
Vecchie accuse di violenza domestica rafforzano la posizione della Casa Bianca contro il rimpatrio del cittadino salvadoregno, al centro di una battaglia legale sull'immigrazione e sul rispetto del giusto processo.

L’Amministrazione Trump ha intensificato gli sforzi per impedire il ritorno negli Stati Uniti di Kilmar Abrego Garcia, cittadino salvadoregno coinvolto in un caso di espulsione che ha suscitato forti polemiche politiche e giuridiche. Secondo quanto riportato da Axios, nuove accuse di presunti maltrattamenti contro la moglie hanno spinto la Casa Bianca a irrigidire ulteriormente la propria posizione, malgrado un ordine giudiziario che ne imponeva il rientro nel Paese.
Accuse di violenza domestica e legami con l’MS-13
Le novità sono arrivate dopo la pubblicazione di documenti giudiziari che riportano sei denunce di presunti abusi domestici presentate da Jennifer Vasquez Sura, moglie di Abrego Garcia, tra il 2019 e il 2021. Secondo questi atti, l’uomo l’avrebbe presa a calci, spinta, schiaffeggiata, trattenuta contro la sua volontà e minacciata di morte. Nonostante le accuse, Garcia non è mai stato incriminato per questi fatti, e oggi la stessa Vasquez Sura lo difende pubblicamente, descrivendolo come un buon marito e padre, respingendo ogni collegamento con la gang criminale MS-13.
Il governo, tuttavia, ha segnalato l’intenzione di utilizzare tali vecchie accuse per ridefinire l’immagine di Garcia. La portavoce del Department of Homeland Security (DHS), Tricia McLaughlin, ha dichiarato:
“I media continuano a definirlo una vittima ignorando le vere vittime: le donne che ha maltrattato, i bambini che ha terrorizzato e le comunità che ha messo in pericolo. Vogliamo essere assolutamente chiari: Kilmar Abrego Garcia non sarà mai più per le strade americane”.
Una lunga vicenda giudiziaria
Entrato illegalmente negli Stati Uniti nel 2012, Garcia ha visto respinta la sua richiesta di asilo. L’Amministrazione sostiene che abbia legami con l’MS-13, citando come prove i suoi tatuaggi, l’abbigliamento, la testimonianza di un informatore e il suo arresto nel 2019 nel Maryland insieme a presunti membri della gang. Tuttavia, non è mai stato formalmente accusato di alcun crimine legato a queste presunte affiliazioni.
Nel 2022, Garcia era stato fermato in Tennessee per eccesso di velocità mentre guidava un’auto intestata a un condannato per traffico di esseri umani, con otto passeggeri a bordo e nessun bagaglio. Il DHS ha ritenuto l’episodio sospetto, ma anche in questo caso Garcia non è stato incriminato. La polizia statale, su indicazione dell’FBI, lo ha rilasciato, come riportato dalla testata conservatrice Tennessee Star.
Espulsione avvenuta nonostante un ordine del tribunale
La svolta è avvenuta nel marzo 2025, quando Garcia è stato trattenuto dall’Immigration and Customs Enforcement (ICE) e rapidamente espulso in El Salvador, nonostante un ordine del tribunale che ne vietava il rimpatrio. Tale ordine si basava sul “ragionevole timore” che l’uomo potesse subire violenze o essere ucciso da gang locali nel Paese d’origine. L’Amministrazione ha successivamente ammesso nei documenti giudiziari che si è trattato di un errore procedurale.
Il caso ha sollevato critiche da parte di giuristi e sostenitori dei diritti degli immigrati, che accusano il governo di ignorare le garanzie costituzionali del giusto processo. L’avvocato di Garcia, Simon Sandoval-Moshenberg, ha evidenziato come le nuove accuse non siano incluse nei documenti ufficiali del caso di espulsione. “Se vogliono processarlo per questo, sono liberi di riportarlo indietro e farlo. Lo difenderemo in tribunale”, ha scritto in un’email.
Scontro tra poteri: giustizia vs. esecutivo
Il caso Garcia è diventato emblematico dello scontro tra potere giudiziario e autorità esecutiva. La Casa Bianca ha definito l’ordine del tribunale un’ingerenza che compromette le prerogative del presidente in materia di sicurezza nazionale e politica estera. Il governo continua a sostenere che la decisione di non riammettere Garcia è giustificata da motivazioni di ordine pubblico, anche in assenza di condanne penali.
La vicenda di Abrego Garcia riflette, perciò, in pieno le tensioni e le controversie legate alla politica dura sull'immigrazione dell’Amministrazione Trump. Mentre da un lato si invoca la necessità di proteggere le comunità da individui ritenuti pericolosi, dall’altro i sostenitori dei diritti civili sottolineano l’importanza di garantire il giusto processo a ogni individuo, indipendentemente dal suo status di immigrazione.