Gli Stati Uniti sospendono gran parte dei finanziamenti ai "Caschi Bianchi" siriani

L’USAID ha interrotto un contratto da 30 milioni di dollari con l’organizzazione di soccorso attiva in Siria. Restano solo 1,4 milioni di fondi dal Dipartimento di Stato. I "Caschi Bianchi" parlano di conseguenze “catastrofiche” per le operazioni di emergenza.

Gli Stati Uniti sospendono gran parte dei finanziamenti ai "Caschi Bianchi" siriani
Fonte: Flickr

L’amministrazione statunitense di Donald Trump ha posto fine a gran parte del sostegno finanziario diretto all’organizzazione siriana di volontariato nota come "Caschi Bianchi". La notizia è stata resa nota dalla CNN e confermata da fonti dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), che ha sospeso il finanziamento alle attività principali dell’organizzazione, comprese le operazioni antincendio e di ricerca e soccorso.

Il provvedimento è entrato in vigore il 21 marzo, quando l’agenzia ha comunicato al Congresso la cessazione di oltre 5.300 programmi, tra cui un contratto da 30 milioni di dollari destinato ai "Caschi Bianchi". L'organizzazione continua tuttavia a ricevere un finanziamento di 1,4 milioni di dollari dal Dipartimento di Stato, una cifra considerata insufficiente a sostenere l’intero apparato di emergenza distribuito su scala nazionale.

Il vice capo dei "Caschi Bianchi", Faruk Habib, ha commentato alla CNN le conseguenze del taglio, definendole “catastrofiche”, in particolare in un momento in cui, secondo lui, le necessità operative dell’organizzazione “sono aumentate drasticamente”. Habib ha inoltre sottolineato che i contatti con l’USAID non sono stati completamente interrotti e che l’organizzazione mantiene la speranza in una ripresa degli aiuti.

Fondata nel 2013, l’organizzazione dei "Caschi Bianchi" – ufficialmente nota come Syria Civil Defence – è composta da volontari che prestano soccorso alle vittime del conflitto siriano. Inizialmente attivi nelle aree controllate da gruppi di opposizione al regime, i "Caschi Bianchi" hanno ampliato la propria presenza in seguito alla caduta del governo di Bashar al-Assad, avvenuta nel dicembre 2024. Da allora, operano su tutto il territorio siriano, intervenendo in contesti di emergenza umanitaria, come bombardamenti, incendi ed evacuazioni.

Nel corso degli anni, i "Caschi Bianchi" hanno anche avuto un ruolo rilevante nella documentazione degli attacchi chimici avvenuti durante la guerra civile siriana, fornendo materiali video e testimonianze a organizzazioni internazionali e media. Questo ha attirato su di loro forti critiche da parte della Russia, che li ha più volte accusati di manipolare prove e inscenare attacchi con presunte vittime civili, ipotizzando legami dell’organizzazione con gruppi terroristici attivi in Siria.

Le tensioni tra Mosca e i "Caschi Bianchi" si sono intensificate nel tempo, con reciproche accuse: da un lato l’organizzazione denuncia crimini di guerra da parte delle forze russe, dall’altro il Cremlino mette in discussione la neutralità e la credibilità dei volontari siriani.

Il ritiro del sostegno da parte dell’USAID – che finora rappresentava il principale finanziatore dell’organizzazione – rischia di compromettere l’efficienza delle operazioni umanitarie in Siria. In un contesto segnato da instabilità e ricostruzione post-bellica, la mancanza di fondi potrebbe ridurre la capacità d’intervento proprio in una fase considerata cruciale per la tenuta sociale e civile del Paese.

I "Caschi Bianchi" hanno ribadito l’intenzione di proseguire le attività di soccorso e di ricerca di sostegno presso altri donatori internazionali. Tuttavia, senza un sostegno finanziario stabile e continuativo, appare difficile mantenere l’attuale livello di operatività in una Siria ancora attraversata da emergenze umanitarie.

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