L'Amministrazione Trump citata in giudizio per lo smantellamento di USAID
I sindacati dei lavoratori federali citano in giudizio il governo per azioni "incostituzionali e illegali" mentre crescono le tensioni tra democratici centristi e Amministrazione Trump sul ruolo del DOGE.

L'Amministrazione Trump si trova ad affrontare una nuova causa legale per il tentativo di smantellare l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID).
L'esposto, presentato ieri in un tribunale federale del District of Columbia, è stato depositato dall'American Foreign Service Association (AFSA) e dall'American Federation of Government Employees (AFGE), che rappresentano circa 10.000 dipendenti USAID a livello globale.
La battaglia legale
La causa accusa il Presidente Trump, il Segretario al Tesoro Scott Bessent e il Segretario di Stato Marco Rubio, recentemente nominato amministratore ad interim dell'USAID, di aver adottato misure illegittime.
In particolare, i sindacati chiedono di bloccare il piano dell'Amministrazione Trump di mettere in congedo amministrativo la maggior parte del personale USAID, nonché di ripristinare i finanziamenti e le operazioni attualmente sospesi.
Secondo chi ha presentato l'esposto, nessuna delle azioni intraprese per smantellare l'agenzia è stata approvata dal Congresso.
Il documento presentato in tribunale sostiene infatti che "le azioni del Presidente Trump per dissolvere l'USAID eccedono l'autorità presidenziale" e che solo il Congresso ha il potere di sciogliere o fondere l'agenzia con il Dipartimento di Stato.
La difesa dell'Amministrazione Trump
Durante un briefing con i giornalisti, Marco Rubio, in visita nella Repubblica Dominicana, ha difeso le azioni dell'Amministrazione Trump.
Ha precisato che i lavoratori USAID all'estero saranno messi "in congedo – non licenziati" e che sarà previsto un periodo di 30 giorni per il loro rientro negli Stati Uniti.
Rubio ha inoltre sottolineato che l'obiettivo non è eliminare del tutto l'agenzia, bensì "identificare i programmi che funzionano e continuarli, mentre quelli non allineati con l'interesse nazionale verranno eliminati".
Il ruolo di Elon Musk e il team DOGE
A complicare ulteriormente la vicenda c'è la figura di Elon Musk, a capo del team DOGE (Department of Government Efficiency) dell'Amministrazione Trump, incaricato di ridurre gli sprechi e risparmiare denaro pubblico.
Musk ha definito l'USAID "corrotta e dispendiosa", sostenendo la necessità di "sbarazzarsi dell'intera agenzia" perché ritenuta "irreparabile".
Nell'esposto legale si evidenziano però le gravi ripercussioni umanitarie di questo approccio: lo smantellamento avrebbe già causato "una crisi umanitaria globale", interrompendo bruscamente il lavoro di dipendenti, beneficiari e appaltatori, compromettendo migliaia di posti di lavoro americani e mettendo a rischio la sicurezza nazionale americana.
La frattura con i democratici moderati
La vicenda ha inasprito i rapporti tra l'Amministrazione Trump e i democratici moderati, inizialmente disposti a collaborare con il presidente.
Deputati di spicco, come Jared Moskowitz (D-Fla.) e Ritchie Torres (D-N.Y.), hanno espresso forti preoccupazioni per l'approccio dell'amministrazione e del team DOGE.
La deputata Val Hoyle (D-Ore.) ha annunciato il suo abbandono del Congressional DOGE Caucus, citando proprio le tattiche aggressive di Musk come motivo principale.
I democratici moderati avvertono che l'attuale strategia aggressiva potrebbe compromettere future collaborazioni bipartisan, soprattutto se i democratici dovessero riconquistare la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti nelle elezioni di midterm del 2026, con potenziali ripercussioni sulla gestione del finanziamento del governo e sull'innalzamento del tetto del debito.