L'agenzia per l'Ambiente licenza 3.700 dipendenti

L’agenzia statunitense di protezione ambientale passa da oltre 16.200 a 12.500 dipendenti, con risparmi stimati di 750 milioni di dollari, mentre ambientalisti temono un arretramento storico nella lotta all’inquinamento.

L'agenzia per l'Ambiente licenza 3.700 dipendenti
Immagine generata dall'intelligenza artificiale

L’Agenzia di protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (EPA) ha annunciato il licenziamento di quasi un quarto dei propri dipendenti. La misura, parte di un più ampio programma di riduzione della spesa federale voluto dal presidente Donald Trump, ridurrà il numero dei dipendenti da 16.155 a 12.448 unità, con una contrazione del 22,9%. Secondo l’EPA, la riorganizzazione consentirà di risparmiare circa 750 milioni di dollari, corrispondenti a 650 milioni di euro.

La decisione ha suscitato preoccupazioni tra gli ambientalisti, che temono un impatto negativo sulla capacità degli Stati Uniti di affrontare l’inquinamento atmosferico e le emergenze legate ai cambiamenti climatici. L’EPA, incaricata di vigilare sulla qualità dell’aria, della terra e dell’acqua, rappresenta uno dei principali strumenti federali per la protezione ambientale. La riduzione del personale arriva in un momento segnato dall’aumento della frequenza e della gravità di eventi naturali estremi, spesso collegati al riscaldamento globale.

Il capo dell’EPA, Lee Zeldin, stretto collaboratore di Trump, ha difeso la scelta sostenendo che «questa riduzione degli organici ci permetterà di adempiere meglio alla nostra missione, gestendo al contempo in maniera responsabile i soldi guadagnati con fatica dai contribuenti». Zeldin ha inoltre sottolineato l’impegno dell’agenzia a proseguire la propria attività nonostante la contrazione delle risorse, annunciando la definizione di una nuova strategia sui PFAS, i cosiddetti “inquinanti eterni”.

Fin dall’inizio del suo secondo mandato, il presidente Trump ha avviato una serie di interventi per allentare i vincoli normativi in campo ambientale. Tra questi figurano la riduzione delle restrizioni sulle emissioni dei veicoli e un approccio più permissivo nei confronti dei PFAS. Le politiche ambientali dell’amministrazione hanno spesso suscitato critiche da parte di associazioni e ricercatori, che vi vedono un arretramento rispetto agli standard di protezione raggiunti negli ultimi decenni.

Il ridimensionamento dell’EPA si inserisce in un quadro di revisione radicale del bilancio dell’agenzia, che il governo intende ridurre di oltre il 50%. Nonostante la riduzione del personale, l’ente ha dichiarato che continuerà a lavorare per smaltire le pratiche arretrate riguardanti centinaia di sostanze chimiche e migliaia di pesticidi, cercando di mantenere il controllo sui rischi ambientali per la popolazione.

All’inizio di luglio, l’EPA aveva già adottato provvedimenti contro 139 dipendenti, posti in congedo forzato dopo aver sottoscritto una lettera aperta che accusava l’amministrazione Trump di mettere a rischio la salute pubblica «a vantaggio degli inquinatori». Questo episodio ha accentuato le tensioni interne all’agenzia, evidenziando il divario tra la dirigenza politica e una parte consistente del personale tecnico-scientifico.

La ristrutturazione include anche la chiusura dell’ufficio di ricerca e sviluppo, definito dal sindacato dei dipendenti federali come il “cuore e cervello” dell’EPA. Secondo Justin Chen, presidente dell’American Federation of Government Employees Council 238, la soppressione di questo ufficio potrebbe compromettere gravemente la capacità dell’agenzia di valutare gli effetti degli agenti inquinanti sulla salute umana e sull’ambiente. Chen ha avvertito che la riforma «distruggerà la tutela della salute pubblica negli Stati Uniti», privando il Paese di un centro fondamentale di analisi e ricerca.

A sostituire l’ufficio di ricerca verrà istituito un nuovo Office of Applied Science and Environmental Solutions, presentato come un organismo che dovrebbe consentire di focalizzare la ricerca in maniera «più efficace». Tuttavia, questa riorganizzazione non ha rassicurato gli esperti, che vi vedono una diminuzione delle capacità scientifiche dell’agenzia, riducendone l’indipendenza e il peso tecnico nelle scelte politiche.

L’annuncio della riduzione di personale arriva due settimane dopo la diffusione di una “dichiarazione di dissenso” firmata da oltre cento dipendenti, che accusavano la Casa Bianca di minare la missione storica dell’EPA. L’amministrazione ha replicato definendo queste prese di posizione un tentativo «illegale» di ostacolare l’agenda presidenziale.

La combinazione di tagli finanziari, riduzione degli organici e riforma delle strutture interne segna uno dei più profondi cambiamenti nella storia dell’EPA. Fondata nel 1970, l’agenzia è stata al centro delle politiche ambientali statunitensi per oltre cinquant’anni. Con queste misure, l’amministrazione Trump intende non solo ridurre i costi ma anche orientare l’attività dell’ente verso obiettivi ritenuti “più pragmatici” e meno vincolanti per le imprese.

Resta da capire come l’EPA potrà mantenere le proprie funzioni con un organico ridotto di quasi 4.000 unità. Gli ambientalisti temono che la diminuzione di controlli e monitoraggi possa tradursi in un aumento dell’inquinamento, con conseguenze a lungo termine sulla salute pubblica e sugli ecosistemi. Nonostante le rassicurazioni di Zeldin, la percezione diffusa tra gli osservatori è che la priorità del governo sia orientata al contenimento della spesa piuttosto che al rafforzamento delle misure di protezione ambientale.

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