L'Accordo USA-Ucraina sui minerali rari preoccupa Mosca
Il Cremlino teme l'avvicinamento tra Trump e Zelensky mentre a Washington crescono le pressioni per nuove sanzioni contro Mosca. L'economia russa rallenta e il governo russo resta diviso tra falchi e colombe sulla strategia da adottare nel conflitto.

L'intesa firmata tra Stati Uniti e Ucraina per lo sviluppo delle risorse naturali, dopo due mesi di trattative, ha suscitato apprensione nelle alte sfere politiche russe. Secondo quanto riportato dal Washington Post, l'élite del Cremlino teme che l'accordo possa segnare un avvicinamento tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente americano Donald Trump, facendo sfumare per Mosca l'opportunità di concludere un accordo vantaggioso sull'Ucraina.
Il politologo vicino al Cremlino Sergei Markov ha sottolineato come l'accordo tra Stati Uniti ed Ucraina, pur privo di specifiche garanzie di sicurezza, abbia rimosso la principale fonte di tensione tra Zelensky e Trump, aumentando simbolicamente gli obblighi americani verso l'Ucraina.
Economia russa in difficoltà
La situazione economica russa, secondo dati recenti, sta intanto affrontando notevoli difficoltà. Nel primo trimestre del 2025, il PIL russo ha registrato una crescita di appena l'1,7%, rallentando nettamente rispetto ai trimestri precedenti (4,5% nell'ultimo trimestre del 2024 e 4,1% su base annua).
L'inflazione rimane stabilmente sopra il 10%, malgrado gli interventi della Banca Centrale, mentre il calo dei prezzi del petrolio ha ridotto di quasi il 20% le entrate da materie prime, causando una revisione al rialzo del deficit previsto per l'anno in corso a 3,8 mila miliardi di rubli, contro gli iniziali 1,2 mila miliardi.
Divisioni interne e strategia diplomatica
In questo contesto, secondo il Washington Post, all'interno del Cremlino si starebbe delineando una divisione tra una "fazione della pace", favorevole ad accettare le condizioni di Trump per congelare il conflitto e ottenere il riconoscimento della Crimea con la revoca delle sanzioni, e i "falchi", determinati a proseguire il conflitto ad ogni costo.
Una fonte anonima citata dal quotidiano americano indica che sul presidente russo Vladimir Putin sta aumentando la pressione affinché si mostri disponibile a concessioni sostanziali. In caso contrario, Mosca rischierebbe un ulteriore e pesante pacchetto di sanzioni promosso dal senatore repubblicano Lindsey Graham, considerato un duro colpo in un momento già delicato per l'economia russa.
Bloomberg rivela che l'Amministrazione Trump sta valutando diverse opzioni per aumentare la pressione sulla Russia. Nonostante la decisione finale non sia ancora stata presa, il senatore Lindsey Graham ha minacciato sanzioni "devastanti" qualora Mosca non ponga fine alle ostilità. Tra le misure considerate figurano dazi del 500% sulle importazioni americane di beni provenienti da paesi acquirenti di petrolio, gas naturale o uranio russo.
Parallelamente, anche l'Unione Europea si prepara a un nuovo pacchetto di sanzioni, il diciassettesimo, coordinato con gli Stati Uniti. Il Ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha confermato che Bruxelles sosterrà l'iniziativa americana, coordinando contenuti e tempi delle misure restrittive.
Stallo nei negoziati e situazione sul terreno
Il processo diplomatico, secondo Bloomberg, è attualmente in stallo a causa della posizione intransigente del presidente Putin, che insiste sul riconoscimento internazionale del possesso russo delle quattro regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, nonostante non siano totalmente sotto il controllo russo, e sulla limitazione drastica dell'esercito ucraino.
Intanto, secondo Forbes, con l'attuale ritmo di avanzamento, alle forze russe servirebbero 230 anni per conquistare il restante territorio ucraino, circa l'81% del Paese. Nonostante perdite umane estremamente elevate – quasi 800 mila morti e feriti secondo l'International Institute for Strategic Studies – l'esercito russo, come dichiarato dal comandante delle forze statunitensi in Europa Christopher Cavoli, si sta però rafforzando mensilmente con circa 30 mila nuove reclute.
Attualmente, il contingente russo in Ucraina è stimato in 600 mila uomini, il doppio rispetto alle forze iniziali d'invasione. Cavoli ha sottolineato, quindi, che la Russia sembra prepararsi per un conflitto prolungato, configurando strutture militari, economiche e sociali per sostenere una lunga contrapposizione con l'Occidente.