La storia di Reyes Mota: richiedente asilo venezuelano senza precedenti penali deportato in El Salvador
Un richiedente asilo venezuelano di 24 anni senza precedenti penali di alcun tipo è stato deportato in un carcere di massima sicurezza in El Salvador dove le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno, sollevando seri dubbi sulle procedure usate dall’Amministrazione Trump.

L’Amministrazione del presidente Donald Trump è finita al centro di una nuova controversia legale dopo la deportazione di Frengel Reyes Mota, un richiedente asilo venezuelano di 24 anni, trasferito in El Salvador e detenuto in un carcere di massima sicurezza senza precedenti penali né un regolare ordine di espulsione.
Chi è Reyes Mota?
Reyes Mota, che lavorava come imbianchino negli Stati Uniti in attesa dell’esito della sua richiesta di asilo, è stato arrestato il 4 febbraio durante un controllo di routine presso l’ufficio dell’Immigrazione e Dogane (ICE) a Tampa, in Florida.
L’uomo è stato accusato di essere affiliato al gruppo criminale venezuelano Tren de Aragua, noto per attività criminali in vari paesi dell’America Latina.
Tuttavia, documenti del Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS) presentati durante un’udienza giudiziaria a Miami hanno chiarito che Reyes Mota non aveva legami documentati con gruppi criminali né risultava destinatario di alcun ordine ufficiale di espulsione.
“Si tratta di una violazione evidente dello stato di diritto”, ha affermato l’avvocato Mark Prada, che ha denunciato il caso in tribunale.
“Il mio assistito è stato deportato senza completare le procedure legali previste e senza alcuna sentenza definitiva che autorizzasse la sua rimozione dal Paese.”
La famiglia di Reyes Mota, fuggita negli Stati Uniti a causa della crisi economica e politica venezuelana, ha scoperto la sua deportazione solo dopo aver trovato il suo nome tra i detenuti del Centro di Confinamento per il Terrorismo (CECOT) di El Salvador, struttura destinata principalmente a membri di gang criminali come la Mara Salvatrucha (MS-13).
Una espulsione decisa in maniera irregolare?
Durante l’udienza a Miami, il giudice ha riconosciuto l’irregolarità del caso, confermando l’assenza di un ordine formale di espulsione.
Il procedimento è stato temporaneamente sospeso, ma potrà essere riaperto solo se Reyes Mota riuscirà a rientrare negli Stati Uniti, possibilità al momento remota date le sue attuali condizioni di detenzione.
La vicenda si inserisce in un quadro più ampio di politiche migratorie restrittive promosse dall’Amministrazione Trump, che ha spesso difeso queste misure come essenziali per garantire la sicurezza nazionale.
La reazione della Casa Bianca
Un portavoce della Casa Bianca ha dichiarato:
“La nostra priorità resta proteggere i cittadini americani dal pericolo rappresentato da organizzazioni criminali transnazionali e dall’immigrazione irregolare.”
I commenti delle organizzazioni per i diritti umani
Il caso di Reyes Mota ha attirato l’attenzione di diverse organizzazioni per i diritti umani, come il Foro por la Vida, che hanno denunciato l’arbitrarietà delle espulsioni e i rischi a cui sono esposti i migranti inviati in Paesi come El Salvador, noti per le dure condizioni carcerarie e frequenti violazioni dei diritti umani.
Esperti di diritto dell’immigrazione hanno evidenziato che la vicenda di Reyes Mota rappresenta un pericoloso precedente.
“Se si permette l’espulsione di persone senza un ordine formale e prima della conclusione del loro processo legale, si rischia di compromettere gravemente il sistema giuridico statunitense”, ha dichiarato un professore dell’Università di Miami specializzato in immigrazione.
La comunità venezuelana e la famiglia di Mota
Anche la comunità venezuelana negli Stati Uniti ha espresso forte preoccupazione, temendo che questo caso possa anticipare ulteriori espulsioni verso Paesi terzi, una pratica che suscita gravi interrogativi legali e umanitari.
Nel frattempo, la moglie e il figlio di Reyes Mota rimangono negli Stati Uniti, in attesa di sviluppi e sperando in una risoluzione positiva su questa terribile vicenda, mentre le condizioni di detenzione del loro congiunto continuano a destare preoccupazione.