La Silicon Valley è spaventata da Elon Musk, ma ha paura di dirlo
Molti nel settore tech sono allarmati dall'operato di Musk nel governo Trump, ma temono ritorsioni se parlano apertamente

Una crescente inquietudine serpeggia tra i professionisti della Silicon Valley di fronte al ruolo assunto da Elon Musk come guida del Department of Government Efficiency (DOGE), l'ente federale per l'efficienza amministrativa istituito dall'amministrazione Trump. Secondo un'inchiesta pubblicata da Politico Magazine, molti nel settore tech sono critici nei confronti dell’approccio di Musk, ma preferiscono mantenere il silenzio per paura di ripercussioni lavorative o personali.
Diversi imprenditori e lavoratori della tecnologia hanno accettato di parlare con Politico solo in forma anonima. Tra loro, un fondatore di startup identificato con lo pseudonimo Mark ha riferito di essere stato bersaglio di attacchi online dopo aver definito "assurdo" l'operato del DOGE in un forum per imprenditori tech. “Non tutti nel settore tech sostengono Elon Musk,” ha dichiarato, “è solo che non senti la loro versione perché hanno paura di parlare.”
Questo clima di autocensura rappresenta un netto cambiamento rispetto al passato recente della Silicon Valley. Durante il primo mandato di Donald Trump, grandi aziende come Google avevano sostenuto le proteste dei dipendenti contro politiche come il divieto di ingresso per cittadini di paesi a maggioranza musulmana. Ora, lo stesso CEO di Google Sundar Pichai e il co-fondatore Sergey Brin sono apparsi accanto a Trump durante il giuramento presidenziale, un gesto interpretato da alcuni come segno di adattamento o allineamento.
Il contesto economico contribuisce ad alimentare la reticenza. Dopo che oltre 500.000 lavoratori tech sono stati licenziati dal 2022, il mercato del lavoro nel settore resta incerto e competitivo. “Siamo tutti imbarazzati da [Musk] a questo punto, ma sono solo mormorii a bassa voce durante il pranzo,” ha raccontato un dipendente attuale di Tesla, evidenziando come il rischio di perdere il lavoro dissuada molti dal parlare apertamente.
Al di là delle opinioni politiche, diverse figure dell'industria contestano l’idea che il metodo di Musk al DOGE rappresenti davvero la cultura tecnologica. Nathan Murthy, ex ingegnere Tesla per sette anni, ha sottolineato come nelle aziende di Musk la selezione del personale fosse basata su competenze, contrariamente a quanto avviene ora nell’apparato pubblico sotto la sua guida. Il DOGE, accusano molti, avrebbe sostituito esperti con profili inesperti, provocando errori grossolani.
Emblematico è il caso del “Wall of Receipts”, il portale pubblico del DOGE che dovrebbe tracciare i tagli alla spesa federale. Tra le imprecisioni documentate, anche uno scambio clamoroso tra un contratto da 8 milioni di dollari e uno da 8 miliardi, errore che secondo un investitore intervistato da Politico avrebbe provocato l’allontanamento immediato di chiunque nel settore privato: “Se Elizabeth Holmes avesse fatto una cosa del genere, sarebbe stata cacciata.”
Secondo Samuel Hammond, economista capo del think tank conservatore Foundation for American Innovation, l’approccio del DOGE assomiglia più a una “manovra di private equity” che a una strategia orientata all’innovazione. “È una sorta di nazione in liquidazione,” ha commentato, paragonando la gestione dei tagli a quella con cui i fondi smantellano le aziende per estrarne valore a breve termine.
Anche nel mondo crypto, considerato vicino a Trump, emergono dubbi. Niki Christoff, esperta di comunicazione, ha spiegato che alcuni dirigenti del settore stanno iniziando a mettere in discussione l’efficacia del DOGE. Un motivo di preoccupazione è la riduzione deliberata del volume di contratti pubblici disponibili, in un mercato che potrebbe valere oltre 1000 miliardi di dollari. “È un mercato potenziale a 13 cifre che stanno intenzionalmente riducendo,” ha affermato Christoff.
A complicare ulteriormente il quadro, un sondaggio di Fox News ha rilevato che il 58% degli elettori americani disapprova l’operato del DOGE. Politico riporta inoltre che lo stesso Donald Trump starebbe considerando la possibilità di allontanare Musk da Washington. Tuttavia, anche qualora lasciasse formalmente l’incarico, Musk resterebbe una figura influente nella politica e nell’economia statunitensi. Per molti nel settore tecnologico, questo basta per continuare a mantenere il silenzio.