La presidenza del "me ne frego"

Trump governa senza preoccuparsi del consenso. Ma i candidati repubblicani per il 2026 dovrebbero invece tenere d'occhio i sondaggi, sostiene un'analisi.

La presidenza del "me ne frego"
White House

Il presidente Donald Trump non ha intenzione di candidarsi per un terzo mandato, nonostante le risposte provocatorie che dà ai giornalisti. Come si può capirlo? Dal modo in cui governa: come un presidente che non ha nulla da perdere e a cui non importa cosa pensa la gente. È l'opinione di Natalie Jackson, vicepresidente della società di ricerca GQR Research e collaboratrice del National Journal.

Trump non lo nasconde nemmeno. Di recente ha dichiarato a Politico di non preoccuparsi se i repubblicani verranno incolpati per un possibile blocco delle attività governative: "Non mi preoccupo di questo. Le persone intelligenti vedono cosa sta succedendo".

Questo atteggiamento ha sempre attirato i suoi elettori più fedeli. Ma il secondo mandato è diverso dal primo. Si vedono più norme istituzionali messe da parte, più azioni esecutive unilaterali e una ricerca più aggressiva di vendetta.

Durante i comizi elettorali dello scorso anno, Trump aveva detto: "Io sono la vostra vendetta". Intendeva vendicarsi delle azioni penali intentate contro di lui da parte dei democratici durante il periodo fuori dalla Casa Bianca. Dopo otto mesi del secondo mandato, la risposta è chiara. L'ex direttore dell'FBI James Comey è stato incriminato, e Trump chiede accuse contro la procuratrice generale di New York Letitia James, il senatore Adam Schiff e altri.

Ma Trump non è stato eletto per vendicarsi, almeno non dagli elettori moderati che hanno deciso l'elezione. Quegli elettori volevano prezzi più bassi e un confine sicuro. I sondaggi mostrano che solo la sua base repubblicana pensa che abbia fatto progressi sui prezzi, mentre la maggior parte delle persone ritiene che l'applicazione delle leggi sull'immigrazione sia andata troppo oltre.

Quando viene confrontato con i sondaggi negativi, Trump attacca i sondaggisti, chiedendo che vengano licenziati o indagati per frode. Continua a lavorare sulla propria agenda: vendette, operazioni dell'agenzia per l'immigrazione Immigration and Customs Enforcement e dazi, che secondo economisti e storici fanno aumentare i prezzi, non diminuirli.

Trump fa ciò che vuole, non ciò che è popolare. Secondo Jackson, potrebbe star giocando una partita a lungo termine, cercando di assicurarsi la propria eredità storica. Crede che i dazi lasceranno gli Stati Uniti in una posizione più forte e che le espulsioni di massa siano positive nel lungo periodo. Altri segnali di questa attenzione all'eredità sono la costruzione di una sala da ballo alla Casa Bianca, il ridisegno del Giardino delle Rose e la scelta della sede per la sua biblioteca presidenziale.

Sebbene Trump abbia perso terreno nei sondaggi sui temi del costo della vita e dell'immigrazione, i suoi indici di gradimento complessivi non si sono mossi da aprile. Secondo la media dei sondaggi del New York Times, le approvazioni oscillano tra il 46% e il 43%. Negli ultimi tre mesi sono rimaste tra il 43% e il 44%.

I numeri potrebbero essere irrilevanti per Trump, ma i repubblicani al Congresso seguono da vicino i suoi indici di gradimento. Dovranno candidarsi nel 2026 facendo campagna sul suo operato. L'attenzione su vendette, dazi e operazioni della ICE mantiene energizzata la base repubblicana, ma probabilmente costerà voti degli elettori indipendenti necessari per mantenere la maggioranza alla Camera.

La storia dice che Trump probabilmente perderà la maggioranza alla Camera nel 2026. Ha fatto ampio uso di ordini esecutivi, e finora il Congresso repubblicano e la Corte Suprema a maggioranza conservatrice non hanno opposto resistenza.

Una maggioranza democratica alla Camera difficilmente cambierà questa strategia. Trump può continuare a firmare ordini esecutivi. Un cambio di maggioranza avrebbe conseguenze per il finanziamento del governo, ma i due partiti sono già in stallo su questo tema. Nessuno dei due partiti avrà probabilmente 60 voti al Senato nel prossimo futuro, quindi ci aspettano altri blocchi delle attività governative.

In ogni caso, Trump non se ne preoccuperà. Sta lavorando per se stesso e per la propria eredità, conclude Jackson.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.