La partnership tra Microsoft e OpenAI è in crisi
La rinegoziazione della partnership, le rivalità interne e la gestione della proprietà intellettuale alimentano uno scontro che potrebbe ridefinire gli equilibri dell’intero settore
Microsoft e OpenAI si trovano coinvolte in una trattativa delicata, segnata da tensioni crescenti, che potrebbe compromettere una delle collaborazioni più influenti nel panorama globale dell’intelligenza artificiale. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, le due aziende stanno discutendo da mesi per ridefinire i termini della loro partnership, in un momento in cui OpenAI ha bisogno del consenso del colosso di Redmond per completare una ristrutturazione aziendale promessa ai suoi ultimi investitori.
L’accordo attuale, che ha visto Microsoft investire miliardi di dollari in OpenAI, ha trasformato quest’ultima in un pilastro centrale della strategia di intelligenza artificiale dell’azienda guidata da Satya Nadella. Tuttavia, la relazione tra le due realtà non è mai stata priva di ambiguità: se da un lato Microsoft è partner strategico e finanziatore, dall’altro è anche concorrente, con offerte di servizi AI che spesso si sovrappongono a quelli di OpenAI.
Le frizioni si sono accentuate negli ultimi tempi, al punto che OpenAI starebbe valutando una mossa estrema: accusare Microsoft di violazione delle leggi antitrust. Una decisione definita “opzione nucleare”, tanto rischiosa quanto potenzialmente controproducente, poiché un maggiore controllo da parte delle autorità regolatorie potrebbe colpire anche OpenAI.
Al centro delle discussioni più recenti c’è l’accesso di Microsoft alla proprietà intellettuale di Windsurf, una startup di programmazione acquisita da OpenAI il mese scorso. In base all’intesa firmata nel 2023, Microsoft ha diritto a tutta la tecnologia di OpenAI, incluse le tecnologie ottenute tramite acquisizioni. Tuttavia, l’accesso a Windsurf potrebbe costituire un’eccezione, ma questa richiederebbe una negoziazione separata. OpenAI ha suggerito che un’esclusione di Microsoft da Windsurf potrebbe evitare potenziali grattacapi normativi, considerando che Microsoft possiede già GitHub, produttore di un software concorrente.
Questo episodio si inserisce in un quadro più ampio di tensioni dovute alla natura ibrida del rapporto tra le due società, divise tra la necessità di cooperare e la competizione diretta per abbonamenti consumer e soluzioni aziendali. Dietro la disputa su Windsurf si celano infatti interessi ben più significativi, legati alla futura struttura di OpenAI e alla distribuzione delle quote azionarie.
OpenAI, per rispettare gli impegni assunti con i suoi ultimi investitori, intende procedere a una ristrutturazione che richiede l'approvazione di Microsoft. In concreto, si tratterebbe di trasformare la quota di profitti attualmente riservata a Microsoft in una partecipazione azionaria diretta nell’azienda. Secondo quanto riportato da The Information, OpenAI avrebbe proposto a Microsoft di rinunciare ai diritti sui profitti futuri in cambio di una quota del 33% nella nuova struttura societaria.
Un altro punto di attrito riguarda una clausola dell’accordo attuale che limita l’accesso di Microsoft alle tecnologie di OpenAI una volta raggiunta la cosiddetta intelligenza artificiale generale (AGI). Fino a quel momento, Microsoft dispone di diritti molto ampi; oltre quella soglia, l’accesso è notevolmente ristretto. È su questa transizione che le due aziende stanno cercando un nuovo equilibrio.
Le implicazioni economiche della rinegoziazione sono ingenti. Non solo è in gioco la quota che Microsoft otterrà nelle operazioni di OpenAI, ma anche la quantità di traffico server che OpenAI continuerà a indirizzare verso Microsoft, così come l’intensità della collaborazione commerciale futura tra le due realtà.
Nonostante le difficoltà, fonti interne a entrambe le aziende lasciano intendere che vi sia ancora margine per un accordo che soddisfi entrambe le parti. Tuttavia, nessuna delle due intende farsi trovare impreparata: sia Microsoft che OpenAI hanno avviato strategie parallele per ridurre la propria dipendenza dall’altra.
Microsoft ha rafforzato la propria divisione AI, con l’acquisizione di nuovi talenti come Mustafa Suleyman e la nomina di Jay Parikh a capo dell’unità Core AI. Ha inoltre diversificato l’offerta dei modelli disponibili su Azure, includendo anche Grok, sviluppato da xAI.
Parallelamente, OpenAI ha cominciato a rompere la propria dipendenza dall’infrastruttura di Microsoft, avviando una collaborazione con Oracle e SoftBank per il progetto Stargate e, più recentemente, un’intesa con Google per l’utilizzo dei suoi servizi cloud.
Nonostante queste mosse difensive, le due aziende hanno ribadito in una dichiarazione congiunta l’intenzione di mantenere viva la loro collaborazione: “Abbiamo una partnership a lungo termine e produttiva che ha fornito strumenti AI incredibili per tutti. I colloqui sono in corso e siamo ottimisti che continueremo a costruire insieme per gli anni a venire.”