La nuova strategia del Pentagono rivela l’influenza della Heritage Foundation

Il documento interno del Segretario alla Difesa Hegseth rivede le priorità militari USA, con un focus particolare sul contenimento della Cina e la sicurezza nazionale.

La nuova strategia del Pentagono rivela l’influenza della Heritage Foundation
Immagine creata dall'intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha recentemente ridefinito le priorità strategiche del Pentagono, mettendo al centro la deterrenza contro una potenziale invasione cinese di Taiwan e il rafforzamento della difesa nazionale degli Stati Uniti.

Questo cambiamento emerge chiaramente da un documento riservato ottenuto dal Washington Post, denominato “Interim National Defense Strategic Guidance”, il quale mostra evidenti somiglianze con un rapporto pubblicato lo scorso anno dalla Heritage Foundation, influente think tank conservatore.

Il documento, classificato come “segreto” e distribuito a metà marzo all’interno del Dipartimento della Difesa, indica chiaramente l’intenzione di preparare le forze armate statunitensi a un possibile conflitto con Pechino e sottolinea l’importanza della difesa delle regioni strategicamente vicine, quali la Groenlandia e il Canale di Panama.

Inoltre, attribuisce ai militari un ruolo più attivo nel contrasto all’immigrazione illegale e al traffico di droga, in linea con le priorità della nuova Amministrazione Trump.

Riorientamento verso l’Indo-Pacifico e Taiwan

Il documento di Hegseth definisce esplicitamente la Cina come “unica minaccia di riferimento”, stabilendo che impedire un attacco cinese a Taiwan, insieme alla protezione del territorio statunitense, costituisce l’unico scenario cruciale per il Pentagono.

Questo riorientamento implica che le risorse militari statunitensi saranno concentrate principalmente nell’area indo-pacifica, mentre gli alleati in Europa, Medio Oriente e Asia orientale saranno sollecitati ad aumentare significativamente le proprie spese militari, assumendosi la responsabilità primaria della deterrenza contro Russia, Corea del Nord e Iran.

Mentre la Strategia di Difesa Nazionale del 2022 dell’Amministrazione Biden dava grande peso alle alleanze internazionali, le linee guida di Hegseth enfatizzano chiaramente una maggiore condivisione degli oneri difensivi da parte degli alleati, in particolare dalla NATO.

Il documento chiarisce che gli Stati Uniti saranno riluttanti a impegnare proprie forze in scenari diversi dal contenimento della Cina.

Influenza della Heritage Foundation

Secondo l’analisi del Washington Post, vari passaggi del documento del Pentagono riprendono, in alcuni casi quasi letteralmente, un rapporto della Heritage Foundation pubblicato nell’agosto 2024.

Tale influenza è ulteriormente confermata dal fatto che uno degli autori di quel rapporto, Alexander Velez-Green, è ora il principale funzionario ad interim responsabile della politica del Pentagono.

Il rapporto originale della Heritage raccomandava tre priorità fondamentali: la deterrenza contro la Cina, la difesa nazionale e la spinta verso una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei Paesi alleati—tutti elementi integralmente presenti nelle nuove linee guida strategiche.

Nonostante il presidente Trump avesse negato ufficialmente che il progetto “Project 2025” della Heritage fosse una guida di riferimento per il suo secondo mandato, l’adozione pratica di molti elementi del progetto mostra chiaramente la profonda influenza che il think tank conservatore esercita attualmente sulla politica militare americana.

Taiwan al centro della nuova strategia

Le nuove linee guida del Pentagono prevedono un aumento significativo della presenza militare statunitense attorno a Taiwan, attraverso sottomarini, bombardieri strategici, droni navali e unità specializzate.

È previsto anche un rafforzamento delle capacità difensive taiwanesi, con una pressione affinché Taipei aumenti sensibilmente le proprie spese militari.

Il governo taiwanese ha recentemente annunciato un incremento delle spese per la difesa fino a oltre il 3% del PIL, in risposta alle pressioni di Washington e alle crescenti minacce militari cinesi.

Implicazioni per la NATO e l’Europa

Le linee guida affermano che gli Stati Uniti ridurranno il proprio ruolo diretto nella difesa europea, spingendo la NATO a farsi carico della difesa primaria contro eventuali aggressioni russe.

Gli Stati Uniti continueranno a fornire la deterrenza nucleare, ma gli alleati europei dovranno gestire la maggior parte delle esigenze militari convenzionali nella regione.

Il documento chiarisce che un maggiore impegno finanziario e militare da parte della NATO è indispensabile, soprattutto nell’ipotesi in cui gli Stati Uniti siano già impegnati in un conflitto primario altrove, ad esempio con la Cina.

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