La nuova FBI di Trump tra polemiche e timori per la sicurezza nazionale

Agenti dell'FBI in allarme per la nomina di un podcaster di destra a vice direttore dell’agenzia di polizia federale, mentre i gruppi neonazisti si riorganizzano.

La nuova FBI di Trump tra polemiche e timori per la sicurezza nazionale
Foto di David Trinks / Unsplash

La recente nomina di Dan Bongino come vicedirettore dell'FBI e la contemporanea riemersione di gruppi neonazisti stanno suscitando allarme tra gli esperti di sicurezza nazionale ed all'interno dell'agenzia di polizia federale.

Le scelte del presidente Trump per la leadership dell'FBI potrebbero rappresentare un cambiamento significativo nelle priorità dell'intelligence americana.

La nuova leadership dell’FBI

Attuali ed ex funzionari dell'FBI hanno reagito con sgomento alla nomina di Dan Bongino, podcaster di destra ed ex agente del Secret Service, come vicedirettore, rende noto NBC News.

Bongino, che in passato ha definito l'FBI "irreparabilmente corrotta", ha tentato subito di rassicurare gli scettici sulla sua nomina nel suo podcast:

"Darò il massimo in questo ruolo. Le persone svolgono ruoli diversi nella loro vita, e ognuno richiede competenze diverse."

Queste dichiarazioni, però, hanno fatto ben poco per placare le preoccupazioni che serpeggiano all'interno dell'agenzia.

Nei 117 anni di storia dell'FBI, il vicedirettore è sempre stato un agente di carriera con profonda conoscenza del funzionamento del dipartimento, non certo un incaricato politico scelto dal presidente.

Questa volta, invece, nè il direttore Kash Patel né Bongino hanno mai lavorato in precedenza all'FBI.

"Questo è più che problematico," ha dichiarato Christopher O'Leary, ex alto funzionario dell'FBI, intervistato da NBC News.

"Ora abbiamo due teorici della cospirazione e negazionisti elettorali che dirigono la nostra principale agenzia di intelligence e di applicazione della legge."

Anche alcuni attuali agenti, parlando a condizione di anonimato, hanno espresso timori che le loro nomine segnino la fine di un FBI indipendente.

Un funzionario ha paragonato l'assunzione di Bongino a quella del teorico della cospirazione Alex Jones o del leader degli Oath Keepers Stuart Rhodes.

Bongino è noto per la sua lealtà a Trump e per aver diffuso in passato accuse infondate sull'FBI e sulla fallita insurrezione al Campidoglio.

Una volta ha persino sostenuto che ogni agente coinvolto nella perquisizione di Mar-a-Lago dovesse essere licenziato, nonostante l'operazione fosse stata condotta con un mandato legale.

Prima di costruire il suo impero mediatico, Bongino ha lavorato per due anni nel Dipartimento di Polizia di New York e per 12 anni nel Secret Service.

Dopo la sua nomina a vicedirettore ha dichiarato:

"L'FBI appartiene al popolo americano. Questo è l'onore di una vita, ed è una missione seria. Ho intenzione di attuare questa visione."

La minaccia dell'estremismo di destra

Mentre all’FBI serpeggia la preoccupazione, "The Base", un gruppo terroristico neonazista internazionale con origini negli Stati Uniti, sta rapidamente ricostruendo la sua rete globale, rende noto il The Guardian.

Fondato nel 2018 da Rinaldo Nazzaro, ex contractor delle forze speciali statunitensi ora residente in Russia, il gruppo era stato oggetto di intense indagini proprio dell'FBI che avevano portato all'arresto di oltre una decina di membri.

Dopo un periodo di apparente inattività, "The Base" ha però ora ripreso il reclutamento.

Il Guardian ha ottenuto un messaggio audio rilasciato a metà febbraio da un presunto nuovo leader del gruppo con accento americano, che predicava l'azione segreta e i preparativi per la creazione di cellule armate in tutti gli Stati Uniti.

"Non c'è soluzione politica, solo una soluzione militare," affermava la voce nel messaggio.

Recentemente, il gruppo ha pubblicato foto di membri in vari Paesi europei e negli Stati Uniti, armati e con la caratteristica maschera a teschio del movimento neonazista.

Gli arresti di esponenti del gruppo effettuati nei Paesi Bassi e in Italia confermano che non si tratta di semplice propaganda.

Secondo gli esperti citati dal Guardian, non è certo un caso che questa riorganizzazione stia avvenendo proprio mentre l'Amministrazione Trump ha indicato l'intenzione di cambiare le priorità ed allontanarsi dal controllo dell'estremismo di destra.

Steven Rai, analista dell'Institute for Strategic Dialogue, avverte:

"Gli estremisti violenti stanno chiaramente prestando attenzione ai cambiamenti nell'establishment della sicurezza nazionale negli Stati Uniti."

Colin Clarke, esperto di terrorismo presso il Soufan Center, aggiunge:

"I gruppi estremisti di estrema destra probabilmente percepiscono la rielezione di Trump come un via libera per la propria ricostruzione senza timore di arresti o procedimenti giudiziari in arrivo."

Persistono inoltre sospetti sui legami di Nazzaro con le agenzie di intelligence russe. Prima di fondare "The Base", Nazzaro aveva lavorato con le forze speciali statunitensi con nulla osta top secret in Iraq e Afghanistan.

Sebbene abbia negato qualsiasi collegamento con il Cremlino, Clarke ritiene che:

"I servizi di intelligence russi inevitabilmente eserciteranno influenza su 'The Base' e potrebbero orchestrare alcune delle prossime mosse dell'organizzazione“.

Questo avviene mentre le agenzie di intelligence occidentali stanno continuando ad avvertire che il Cremlino sta cercando di destabilizzare in vari modi gli Stati membri della NATO, incluso tramite il sostegno a organizzazioni violente di estrema destra in Europa. 

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