La NATO vuole portare le spese militare al 5% come chiesto da Trump
Al vertice ridotto all'Aia sarà annunciato un accordo storico. Restano tensioni interne sulla scadenza: gli Stati Uniti premono per il 2030, alcuni Paesi europei chiedono di posticipare al 2035.

La NATO si prepara a un annuncio storico: durante il summit previsto per la prossima settimana all'Aia, l'Alleanza Atlantica formalizzerà l’impegno a destinare il 5% del prodotto interno lordo (PIL) dei propri Paesi membri alla difesa. Il nuovo obiettivo prevede, nello specifico, di riservare il 3,5% del Pil a spese militari dirette, mentre l’1,5% andrà a finanziare altre iniziative legate indirettamente alla sicurezza. La decisione, sostenuta con forza dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, rappresenta una vittoria personale per il capo della Casa Bianca, che da tempo insiste affinché i Paesi alleati europei aumentino il loro contributo finanziario.
Il presidente americano intende perciò sottolineare il suo ruolo decisivo con un discorso che pronuncerà mercoledì prossimo, al termine del vertice, per celebrare pubblicamente questo risultato.
Tuttavia, per limitare al minimo il rischio di tensioni e concentrare l’attenzione esclusivamente su questo impegno, la NATO ha anche deciso di ridurre sensibilmente la durata dell'incontro, inizialmente previsto in due giornate, a sole 24 ore. "Trump deve ottenere il 5%, è la ragione per cui stiamo facendo il summit", ha spiegato un funzionario europeo del settore difesa, sottolineando che tutte le altre discussioni sono state volutamente semplificate per ridurre possibili contrasti.
Divisioni sui tempi di attuazione
Nonostante la convergenza sul principio generale, permangono però divergenze significative sui tempi per raggiungere il nuovo target. Gli Stati Uniti e i Paesi dell'Europa orientale insistono per il 2030, mentre alcuni paesi europei più piccoli chiedono un margine di tempo fino al 2032 o addirittura fino al 2035. Mark Rutte, attuale Segretario Generale dell’Alleanza, ha proposto il 2032 come punto di compromesso, ma fonti europee indicano che la formulazione finale potrebbe concedere tempo fino al 2035.
La Spagna, il Paese membro della NATO con la spesa militare più bassa, ha chiesto, invece, di essere esentata dal raggiungere questo obiettivo così ambizioso. Persino il Regno Unito ha manifestato esitazioni: il Primo Ministro britannico Keir Starmer ha fissato come obiettivo nazionale il 2,5% entro il 2027 e il 3% entro il 2034, lontano dunque dal nuovo standard che si intende concordare.
"Stanno pensando a una tempistica che è, francamente, di un decennio", ha commentato Ivo Daalder, ex Ambasciatore degli Stati Uniti presso la Nato durante la presidenza Obama. Secondo Daalder, Trump si aspetta invece che i Paesi alleati rispettino il nuovo obiettivo molto prima, entro la fine di questo decennio, un nodo cruciale che potrebbe generare frizioni durante il summit.
Vertice breve e focalizzato
Il summit dell'Aia si svolgerà con un programma ridotto al minimo indispensabile: una cena di benvenuto presso il castello reale olandese e una sola sessione del Consiglio Atlantico. Non è previsto un lungo comunicato finale né un incontro del consiglio NATO-Ucraina, scelta compiuta per venire incontro alla volontà degli Stati Uniti di mantenere basso il profilo riguardo alla guerra in Ucraina.
I dirigenti della NATO sono determinati a evitare una replica del controverso summit di Bruxelles del 2018, quando Trump minacciò pubblicamente il ritiro degli Stati Uniti dall’Alleanza se gli altri Paesi membri non avessero raggiunto almeno l’obiettivo del 2% del Pil in spese militari. L'invasione russa dell'Ucraina nel 2022 ha però nel frattempo già contribuito a modificare radicalmente le priorità europee, con diversi Paesi che hanno accelerato i propri investimenti nella difesa e con l’adesione recente di Finlandia e Svezia, Paesi tradizionalmente neutrali.
Nuovi obiettivi militari e difficoltà
In un recente discorso a Londra, il Segretario Generale Rutte ha delineato obiettivi ambiziosi per l’Alleanza: un aumento del 400% della capacità di difesa aerea e missilistica, oltre a migliaia di veicoli corazzati e carri armati aggiuntivi e milioni di nuovi proiettili d’artiglieria.
Allo stesso tempo, però, un’analisi del Bundestag ha sollevato perplessità sul piano europeo Security Action For Europe (SAFE), che prevede finanziamenti europei fino a 150 miliardi di euro per armamenti attraverso prestiti garantiti dall’Unione Europea. Secondo il rapporto del Bundestag tedesco, tale progetto, al cuore dei piano europei per il riarmo, potrebbe violare i Trattati comunitari e offrire limitati benefici economici reali.
SAFE offrirebbe prestiti a lungo termine garantiti dall'UE - fino a 45 anni, con un periodo di grazia di 10 anni - agli Stati membri per l'approvvigionamento di difesa e progetti industriali. Viene promosso ai sensi dell'Articolo 122 dei trattati UE, tipicamente usato per emergenze economiche. Ma il rapporto del Bundestag nota che questo espediente legale "non è universalmente accettato" e avverte che "anche il finanziamento di beni e servizi correlati alla difesa" potrebbe ricadere sotto il divieto del Trattato - specialmente quando "destinati all'Ucraina e non agli Stati membri dell'UE".
Gli autori del rapporto, composti da esperti legali e politici, sollevano dubbi anche sull'impatto economico di SAFE, indicando "moltiplicatori di spesa stimati tra 0,4 e 1,0" - inferiori rispetto ad altri investimenti pubblici come infrastrutture o istruzione. Avvertono che "una porzione significativa degli effetti positivi dell'aumento della spesa per la difesa potrebbe verificarsi all'estero, in particolare negli Stati Uniti", a seconda della localizzazione dei fornitori.
La pressione di Trump per l’aumento delle spese militari, tuttavia, non è limitata soltanto alla NATO: gli Stati Uniti stanno esercitando una simile pressione anche sul Giappone. L'intendo della Casa Bianca è quindi quello di delineare il rapporto del 5% del PIL per la spesa di difesa come un nuovo "standard globale", anche se si tratta di un elevato livello di spesa che per molti Paesi potrebbe essere complesso da raggiungere.