La minaccia di Pam Bondi: "Perseguiremo i giudici che ostacolano la stretta sull'immigrazione"
La Procuratrice Generale promette ulteriori azioni legali contro i giudici che si oppongono alle politiche sull’immigrazione dell'Amministrazione Trump. L'arresto della giudice di Milwaukee segna un'escalation nel conflitto tra governo e potere giudiziario.

La Procuratrice Generale degli Stati Uniti Pam Bondi ha lanciato ieri un duro monito al sistema giudiziario americano, dichiarando che l’Amministrazione Trump procederà legalmente contro i membri della magistratura che ostacoleranno le sue politiche migratorie. “Se state nascondendo un fuggitivo… vi perseguiremo e vi processeremo. Vi troveremo”, ha affermato Bondi, segnando un’escalation nel conflitto tra l’esecutivo e il potere giudiziario.
Le dichiarazioni di Bondi sono giunte in concomitanza con l’arresto di Hannah Dugan, giudice della Corte Circondariale della Contea di Milwaukee. L’FBI ha accusato Dugan di aver ostacolato un’operazione di arresto per immigrazione. Durante il suo intervento, la Procuratrice Generale ha criticato duramente il comportamento di alcuni membri della magistratura:
“Quello che è successo alla nostra magistratura è incomprensibile. I giudici sono impazziti, è tutto ciò che posso pensare. Alcuni di questi giudici credono di essere al di là e al di sopra della legge. Non è così, ed oggi stiamo inviando un messaggio molto forte”.
Bondi declares war on the courts: "What has happened to our judiciary is beyond me ... they are deranged ... we are sending a very strong message today ... we will come after you and we will prosecute you. We will find you." pic.twitter.com/K4JjG7kvXt
— Aaron Rupar (@atrupar) April 25, 2025
Nel corso di un’intervista a Fox News, il conduttore ha osservato che tali azioni potrebbero essere viste come un’“espansione” dei poteri esecutivi sanciti dall’Articolo 1 della Costituzione, che stabilisce la separazione dei poteri tra i tre rami del governo federale. Bondi ha respinto tali critiche, ribadendo che “nessuno è al di sopra della legge” e aggiungendo che:
“Se state distruggendo prove, se state ostacolando la giustizia… tutto ciò non sarà tollerato”.
Bennett Gershman, professore di Diritto, ha commentato ad Axios l’arresto di Dugan sottolineando che “Trump userà ogni arma a sua disposizione per far rispettare la sua agenda anti-immigrazione”.
Gershman ha precisato che, sebbene interferire con funzionari dell’immigrazione durante un arresto sia un reato federale e dunque l’incriminazione di Dugan non costituisca un precedente giuridico innovativo, essa segnala in ogni caso una linea d’azione aggressiva da parte dell’Amministrazione.
Secondo il professore, le autorità federali potrebbero estendere le operazioni di arresto anche a “tribunali, scuole, probabilmente anche istituzioni religiose per rastrellare immigrati”.
Gershman ha inoltre evidenziato le gravi implicazioni per gli immigrati chiamati a comparire in tribunale. “Dimostra che gli immigrati che devono presentarsi in tribunale per rispondere a delle accuse, anche molto lievi, sono facili prede per gli agenti dell’ICE”, ha affermato.
Secondo il professore, ciò costringerà molti immigrati a una scelta difficile: presentarsi in tribunale, come previsto dalla legge, rischiando l’arresto, oppure non comparire e incorrere in ulteriori procedimenti giudiziari o mandati di arresto per mancata comparizione.
Nel frattempo, l’ICE ha arrestato nel New Mexico un altro giudice e sua moglie, accusati di aver nascosto nella loro abitazione un presunto membro di una banda criminale venezuelana. L’ex giudice del tribunale di Dona Ana County, Joel Cano, e sua moglie, pur avendo presentato le dimissioni a marzo, non sono stati formalmente incriminati, come riportato dall’emittente KOAT-TV.
Resta il fatto che le dichiarazioni di Bondi e le incriminazioni dell’Amministrazione Trump contro membri della magistratura rappresentano un inasprimento significativo delle tensioni tra i poteri dello Stato, nel quadro della politica dura sull’immigrazione perseguita dal presidente Trump.
La strategia adottata dall’esecutivo sembra configurare un confronto diretto con il potere giudiziario, sollevando nuovi pesanti interrogativi sulla tenuta dell’equilibrio costituzionale negli Stati Uniti.