La metà degli americani ritiene che Trump abbia fatto aumentare i prezzi

Un nuovo sondaggio mostra che il 49% degli statunitensi pensa che le azioni del presidente abbiano alzato i costi invece di ridurli. Solo il 24% ritiene che abbia abbassato i prezzi. L'approvazione complessiva di Trump è ferma al 40%.

La metà degli americani ritiene che Trump abbia fatto aumentare i prezzi
Photo by engin akyurt / Unsplash

Quasi la metà degli americani ritiene che il presidente Donald Trump abbia contribuito ad alzare i prezzi da quando è tornato in carica a gennaio. Lo rivela un sondaggio condotto da Yahoo/YouGov tra il 21 e il 24 novembre su 1.684 adulti statunitensi, con un margine di errore di tre punti percentuali.

Il dato centrale del sondaggio è netto: il 49% degli intervistati afferma che le azioni del presidente dall'inizio del suo secondo mandato hanno fatto aumentare i prezzi, contro il 24% che sostiene invece abbia fatto di più per abbassarli. Si tratta di un rapporto di quasi due a uno. Il risultato è particolarmente significativo considerando che Trump aveva costruito la sua campagna elettorale del 2024 proprio sulla promessa di migliorare l'economia e ridurre il costo della vita.

Il sondaggio rivela anche che più americani incolpano Trump per l'inflazione rispetto al suo predecessore. Il 38% attribuisce al presidente attuale la responsabilità dell'aumento dei prezzi, mentre il 31% ritiene responsabile l'ex presidente Joe Biden. Questo nonostante Biden fosse in carica durante il periodo di maggiore impennata inflazionistica post-pandemia.

L'approvazione generale del presidente si attesta al 40%, con il 56% che disapprova il suo operato. Questi numeri sono in linea con altre rilevazioni recenti. La media dei sondaggi pubblicata dal New York Times il 30 novembre mostra un'approvazione del 41% e una disapprovazione del 56%. Anche RealClearPolitics registra dati simili: 42% di approvazione e 55% di disapprovazione.

Tra i quattro temi principali esaminati dal sondaggio, la gestione del costo della vita è quello che riceve il giudizio più negativo: il 63% degli intervistati disapprova l'operato del presidente su questo fronte, contro il 31% che lo approva. Segue la gestione dell'economia in generale, con il 58% di disapprovazione. Il 54% disapprova invece la gestione delle indagini su Jeffrey Epstein, accusato di traffico sessuale.

Un dato particolarmente preoccupante riguarda la percezione dell'inflazione: il 60% degli americani afferma che sta peggiorando, un livello di scontento che eguaglia i picchi registrati negli ultimi due anni della presidenza Biden. Solo il 17% ritiene che l'inflazione stia migliorando.

Questi dati sulla percezione trovano riscontro nei numeri ufficiali. Secondo il Consumer Price Index del Dipartimento del Lavoro, che misura il costo di beni e servizi in tutto il paese, i prezzi al consumo sono aumentati del 3% a settembre rispetto all'anno precedente, in leggero rialzo rispetto al 2,9% di agosto. Sebbene l'inflazione sia scesa rispetto ai picchi dell'era Covid, le cifre di settembre hanno mostrato un nuovo incremento.

Anche il sentiment dei consumatori, che misura come gli americani percepiscono i costi, è crollato in vista delle festività. Il Consumer Sentiment Index dell'Università del Michigan, pubblicato il 21 novembre, si attesta a 51 punti, vicino al minimo storico di 50 registrato nel giugno 2022.

Una delle misure simbolo del primo anno di Trump, l'imposizione di dazi estesi sulle importazioni, ottiene giudizi largamente negativi nel sondaggio. Il 52% degli intervistati ritiene che i dazi abbiano fatto più danni che benefici all'economia nel breve termine, mentre il 43% pensa che avranno effetti negativi anche nel lungo periodo. Al contrario, solo il 26% crede che abbiano portato vantaggi immediati e il 32% che avranno effetti positivi in futuro.

C'è però un aspetto della politica commerciale che riscuote ampio consenso: oltre tre quarti degli intervistati approvano la recente decisione del presidente di eliminare i dazi su prodotti come caffè, manzo e banane.

Il sondaggio arriva nello stesso mese in cui i democratici hanno ottenuto importanti vittorie nelle elezioni del 4 novembre in tutto il paese, concentrando le loro campagne proprio sul tema dell'accessibilità economica. I risultati suggeriscono che il costo della vita rimane una questione centrale per gli elettori americani e che molti ritengono che le politiche dell'amministrazione Trump non stiano producendo i risultati promessi in campagna elettorale.

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