La maggioranza degli americani si oppone alle uccisioni militari di trafficanti di droga senza processo
Un sondaggio Reuters/Ipsos mostra che il 51% degli americani è contrario alle operazioni militari contro presunti narcotrafficanti senza autorizzazione giudiziaria. L'amministrazione Trump ha condotto almeno 20 attacchi con droni dal settembre scorso, uccidendo 80 persone
La maggioranza degli americani si oppone alle uccisioni extragiudiziali di presunti trafficanti di droga da parte dell'esercito statunitense. Lo rivela un sondaggio Reuters/Ipsos pubblicato venerdì, che evidenzia come il 51% degli adulti americani sia contrario a questo tipo di operazioni condotte senza il coinvolgimento di un giudice o di un tribunale. Solo il 29% degli intervistati ha dichiarato di sostenere queste azioni militari, mentre i restanti non hanno saputo esprimersi.
Il sondaggio arriva in un momento delicato per l'amministrazione Trump, che da settembre ha condotto mesi di uccisioni extragiudiziali di decine di presunti "narcoterroristi" nei Caraibi e nell'Oceano Pacifico orientale. Secondo i dati disponibili, dal primo settembre l'amministrazione ha ucciso almeno 80 persone in 20 attacchi con droni. Queste operazioni, che non sono state autorizzate dal Congresso, hanno suscitato critiche bipartisan sia da parte dei legislatori americani che dai leader dell'America Latina.
L'approvazione di queste azioni militari si divide nettamente lungo le linee di partito. Tra i repubblicani, il 58% sostiene questo approccio, mentre tra i democratici la percentuale crolla all'8%. Questa forte polarizzazione riflette le differenze ideologiche su questioni di sicurezza nazionale e uso della forza militare che caratterizzano da tempo il dibattito politico americano.
Secondo quanto riportato dal Washington Post, il presidente starebbe ora considerando di espandere gli attacchi anche verso obiettivi sulla terraferma. Gli attacchi con droni sono coincisi con un significativo rafforzamento militare nella regione, finalizzato a fare pressione sul presidente venezuelano Nicolás Maduro. In un editoriale pubblicato questa settimana sul Washington Post, l'ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton ha scritto che "fare saltare in aria barche cariche di droga, uccidendo nel processo i loro equipaggi, può entusiasmare alcuni dei nostri leader, ma non destabilizzerà Maduro".
La portavoce della Casa Bianca Anna Kelly ha difeso le operazioni militari, affermando che "tutti questi attacchi decisivi sono stati condotti contro narcoterroristi designati che portavano veleno mortale sulle nostre coste, e il presidente continuerà a usare ogni elemento del potere americano per fermare l'ingresso di droga nel nostro paese e assicurare i responsabili alla giustizia". La posizione dell'amministrazione sottolinea come queste azioni vengano giustificate nell'ambito della lotta al traffico di droga verso gli Stati Uniti.
Il sondaggio ha anche esplorato l'opinione degli americani su altre azioni militari nella regione. Il 46% degli intervistati ha dichiarato di approvare la designazione dei cartelli della droga come organizzazioni terroristiche straniere e l'autorizzazione ad azioni militari contro di loro. Tuttavia, solo il 21% degli adulti americani ha affermato di sostenere la rimozione di Maduro attraverso la forza militare, indicando una generale riluttanza verso interventi militari diretti in Venezuela.
Durante un comizio a Caracas giovedì, Maduro ha risposto alle tensioni dichiarando alla CNN che il suo messaggio a Trump è "Sì, pace. Sì, pace". Il presidente venezuelano ha aggiunto: "Ci uniamo per la pace del continente. Basta con le guerre infinite, basta con le guerre ingiuste. Basta con la Libia, basta con l'Afghanistan". Le sue parole fanno riferimento ai conflitti che hanno caratterizzato la politica estera americana negli ultimi decenni.
Il sondaggio ha coinvolto 1.200 adulti americani ed è stato condotto tra il 7 e il 12 novembre. Il margine di errore è di più o meno 3 punti percentuali per tutti gli adulti e di più o meno 5-6 punti percentuali per altri gruppi. I risultati mostrano come, nonostante la retorica dura dell'amministrazione sulla lotta al narcotraffico, una parte sostanziale dell'opinione pubblica americana rimanga scettica sull'uso della forza militare senza garanzie giudiziarie.