La Francia convoca l'ambasciatore americano per una lettera critica sull'antisemitismo

Il ministero degli Esteri francese respinge le accuse di Charles Kushner, padre del genero di Trump, sulla gestione dell'antisemitismo nel paese

La Francia convoca l'ambasciatore americano per una lettera critica sull'antisemitismo
White House

Il ministero degli Esteri francese ha annunciato la convocazione dell’ambasciatore americano a Parigi, Charles Kushner, a seguito di una sua lettera aperta indirizzata al presidente Emmanuel Macron. Nella missiva, l’ambasciatore sostiene che il governo francese non stia facendo abbastanza per combattere l’antisemitismo nel paese.

Il caso è particolarmente significativo perché Charles Kushner è il padre di Jared Kushner, genero del presidente Donald Trump. L’iniziativa diplomatica riflette le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Francia sulla posizione di Parigi rispetto alla guerra a Gaza e, più in generale, al conflitto israelo-palestinese. Le divergenze si sono accentuate nelle ultime settimane, in parallelo con il dibattito sul riconoscimento di uno Stato palestinese e sulle responsabilità politiche legate all’inasprimento di atti antisemiti.

Secondo quanto riferito, la lettera aperta di Kushner sembra coordinata con una missiva simile inviata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Macron la settimana precedente, rendendola pubblica poco prima della trasmissione. Anche Netanyahu ha accusato il presidente francese di non combattere l’antisemitismo. Un alto funzionario francese, citato da Axios, collega entrambe le lettere a un tentativo congiunto di Stati Uniti e Israele di respingere i piani diplomatici di Parigi per il riconoscimento di uno Stato palestinese durante l’Assemblea generale dell’Onu prevista il mese prossimo. Sullo stesso tema, l’iniziativa francese avrebbe innescato un’ondata di annunci da parte di circa mezza dozzina di paesi, inclusi alleati di primo piano degli Stati Uniti, intenzionati a procedere anch’essi verso il riconoscimento.

Kushner ha assunto il ruolo di ambasciatore a Parigi poche settimane fa. Nella lettera, pubblicata domenica dal Wall Street Journal, scrive: “Scrivo per profonda preoccupazione riguardo al drammatico aumento dell’antisemitismo in Francia e alla mancanza di azioni sufficienti da parte del vostro governo per affrontarlo”. L’ambasciatore lega la dinamica della violenza antisemita al quadro politico e comunicativo che circonda il riconoscimento della Palestina, suggerendo che il dibattito pubblico e le scelte simboliche delle istituzioni francesi abbiano un effetto diretto sul clima interno.

Entrando nel merito, Kushner afferma che “dichiarazioni pubbliche che rimproverano Israele e gesti verso il riconoscimento di uno Stato palestinese incoraggiano gli estremisti, alimentano la violenza e mettono in pericolo la vita ebraica in Francia”. Secondo l’ambasciatore, “nel mondo di oggi, l’anti-sionismo è antisemitismo – puro e semplice”. Il testo, per toni e contenuti, attribuisce al governo francese una responsabilità di contesto: l’idea è che parole e atti istituzionali non restino confinati alla sfera diplomatica ma si traducano in comportamenti e rischi concreti per la comunità ebraica.

La posizione dell’ambasciatore ha ricevuto un sostegno pubblico da parte del Dipartimento di Stato. Il vice portavoce Tommy Pigott ha dichiarato a Axios: “Sosteniamo i suoi commenti. L’ambasciatore Kushner è il nostro rappresentante del governo americano in Francia e sta facendo un ottimo lavoro nel promuovere i nostri interessi nazionali in quel ruolo”. Dalla Casa Bianca, invece, non è arrivata una risposta immediata alla richiesta di commento inoltrata domenica sera dalla stessa testata. Il quadro che emerge, dunque, è quello di una linea istituzionale statunitense che accredita la lettura proposta dall’ambasciatore, con un imprimatur pubblico che ne rafforza la portata politica e diplomatica.

La reazione di Parigi è stata netta. In una dichiarazione, il ministero degli Esteri francese ha respinto le accuse di Kushner, definendole “inaccettabili”. Le autorità francesi, si legge nella nota, “sono completamente mobilitate” per combattere l’antisemitismo nel paese. Il Quai d’Orsay aggiunge che le affermazioni dell’ambasciatore “vanno contro il diritto internazionale, in particolare l’obbligo di non interferire negli affari interni degli Stati”. Secondo la stessa dichiarazione, le parole di Kushner “sono anche al di sotto della qualità del partenariato transatlantico tra Francia e Stati Uniti e della fiducia che deve prevalere tra alleati”.

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