La Fed abbassa i tassi di interesse di 0,25 punti

La banca centrale statunitense riduce i tassi di un quarto di punto, segnando il livello più basso da tre anni. La decisione arriva mentre crescono le critiche della Casa Bianca e le difficoltà sul mercato del lavoro.

La Fed abbassa i tassi di interesse di 0,25 punti
Federal Reserve

La Federal Reserve ha annunciato mercoledì 17 settembre un taglio dei tassi di interesse di un quarto di punto. L’intervallo di riferimento passa così da 4,25-4,5% a 4-4,25%, il livello più basso dal 2022. È la prima riduzione dell’anno e segue settimane di forti pressioni da parte della Casa Bianca, che aveva sollecitato interventi più rapidi e profondi per sostenere l’economia.

Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha spiegato che la decisione risponde ai segnali di rallentamento: “Gli indicatori recenti suggeriscono che la crescita dell’attività economica si è moderata”, ha dichiarato, ricordando anche i rischi legati al mercato del lavoro e all’immobiliare. Powell ha insistito sull’indipendenza dell’istituzione, affermando che le scelte future dipenderanno esclusivamente dai dati economici e non da pressioni politiche.

Il contesto resta teso. La Fed ha visto entrare nel comitato di politica monetaria Stephen Miran, nominato dal presidente Donald Trump dopo la dimissione di una governatrice. Miran ha votato contro la decisione, sostenendo che fosse necessario un taglio di mezzo punto. La sua permanenza come consigliere economico della Casa Bianca, anche durante il mandato alla Fed, ha sollevato critiche da parte dell’opposizione democratica, che teme un’ingerenza diretta della presidenza.

Un altro fronte di tensione riguarda la governatrice Lisa Cook, nominata sotto l’amministrazione Biden. Accusata di irregolarità nei prestiti immobiliari, rischiava di essere esclusa dalla riunione. Una corte d’appello ha però respinto la richiesta della Casa Bianca di impedirle di partecipare, permettendole di votare insieme agli altri membri.

Gli economisti si attendono che la Fed proceda con altre due riduzioni di un quarto di punto entro la fine dell’anno, a ottobre e dicembre. L’obiettivo è sostenere l’occupazione, in calo dopo mesi di politiche migratorie restrittive che hanno ridotto la forza lavoro, e contenere l’impatto dei tassi elevati sul settore immobiliare. Ma la situazione resta complessa: l’inflazione, pur rallentata al 2,9% a inizio settembre, resta sopra l’obiettivo del 2%. Inoltre, i dazi introdotti dal presidente Trump potrebbero aumentare i prezzi nei prossimi mesi, costringendo la Fed a bilanciare la lotta all’inflazione con la difesa dell’occupazione.

La reazione dei mercati è stata prudente. La riduzione era ampiamente prevista e aveva già sostenuto gli indici azionari nei giorni precedenti. Dopo l’annuncio, il S&P 500 ha chiuso in lieve calo (–0,10%), mentre il dollaro ha recuperato terreno, terminando in rialzo dello 0,33%.

Powell ha definito l’attuale fase “un momento inusuale”, con rischi contrapposti su inflazione e occupazione. Il grafico delle previsioni interne della Fed mostra infatti forti divergenze: alcuni governatori puntano a tassi attorno al 2,25%, altri restano vicini al 4%. Un divario che riflette le incertezze di un’economia sotto pressione, tra guerra commerciale, rallentamento occupazionale e scontro politico sul futuro della banca centrale.

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