La Danimarca mette gli Stati Uniti tra le minacce alla sicurezza nazionale

Per la prima volta nella storia, i servizi di intelligence militare danesi hanno incluso gli Stati Uniti nella lista delle potenziali minacce alla sicurezza del paese, segnalando un deterioramento senza precedenti delle relazioni transatlantiche.

La Danimarca mette gli Stati Uniti tra le minacce alla sicurezza nazionale
Official White House Photo by Shealah Craighead

I servizi di intelligence militare danesi hanno pubblicato mercoledì 10 dicembre il loro rapporto annuale sulle minacce alla sicurezza nazionale, inserendo per la prima volta gli Stati Uniti nella lista delle preoccupazioni del paese. Il documento, intitolato "Udsyn" (Prospettive), rappresenta una rottura storica per la Danimarca, che dalla seconda guerra mondiale ha considerato Washington il suo alleato più stretto.

Il rapporto afferma che gli Stati Uniti "utilizzano il loro potere economico, incluse minacce di dazi elevati, per imporre la propria volontà e non escludono più l'uso della forza militare, nemmeno contro gli alleati". Secondo l'analisi, Washington sta impiegando la propria forza economica e tecnologica come strumento di potere anche nei confronti di partner e alleati.

Thomas Ahrenkiel, direttore dei servizi di intelligence militare danesi, ha confermato alla televisione pubblica DR che questa è la prima volta che il paese nordico formula valutazioni simili sugli Stati Uniti. Ahrenkiel ha spiegato che esiste una maggiore incertezza sul "ruolo futuro" degli Stati Uniti, poiché il paese sta perseguendo una stabilità strategica tra le grandi potenze militari, avvicinandosi a un mondo diviso in sfere di influenza. Il capo dell'intelligence ha sottolineato che "gli Stati Uniti sono stati il garante della nostra sicurezza per generazioni, quindi aumenta l'incertezza sulla politica di sicurezza quando c'è incertezza sul ruolo futuro degli Stati Uniti in Europa".

Il rapporto dedica un intero capitolo all'Artico, dove gli Stati Uniti vengono paragonati alla Cina e alla Russia, senza alcuna menzione dell'alleanza tra Washington e Copenaghen formalizzata nell'accordo di difesa sulla Groenlandia del 1951. Il documento si limita a osservare "il crescente interesse degli Stati Uniti per la Groenlandia e la sua importanza per la sicurezza nazionale americana", stimando che questo "aumenta la minaccia di spionaggio, incluso il cyber-spionaggio, e i tentativi di influenza su tutte le parti del regno di Danimarca".

L'analisi evidenzia come l'incertezza sul ruolo degli Stati Uniti come garante della sicurezza europea potrebbe incoraggiare la Russia a "intensificare i suoi attacchi ibridi contro la Nato". Il rapporto avverte che Mosca potrebbe condurre "provocazioni" per "testare la reale volontà degli Stati Uniti di venire in aiuto all'Europa" e potrebbe essere "più incline a confrontarsi con i paesi europei membri della Nato se gli Stati Uniti ritirano ulteriormente le loro truppe dall'Europa".

Le tensioni tra Danimarca e Stati Uniti sono esplose quest'anno quando il presidente Trump ha espresso interesse ad acquisire la Groenlandia, territorio autonomo ma legalmente parte del regno danese. Trump non ha escluso l'uso della forza militare per prendere il controllo dell'isola, nonostante la Danimarca sia membro della Nato. Il vicepresidente J.D. Vance ha accusato Copenaghen di "non essere un buon alleato", intensificando gli attacchi verbali contro il paese nordico.

Nelle strade di Copenaghen, alcuni cittadini hanno espresso a CBS News la loro preoccupazione crescente per la sicurezza del paese, citando sia la minaccia russa sia i dubbi sull'affidabilità della Casa Bianca come alleato. Hanne Mortenson, residente della capitale, ha dichiarato di aver sempre considerato gli Stati Uniti "l'ideale della democrazia", ma di credere che il paese stia diventando "sempre più autocratico". Una donna danese di 70 anni ha affermato che il senso di sicurezza e contentezza danese sta diminuendo: "I russi devono passare attraverso la Danimarca per arrivare in Europa. Penso che le persone della mia età siano più preoccupate perché ricordiamo - siamo figli del dopoguerra - quindi ricordiamo quei giorni".

La posizione della Danimarca, storica sostenitrice della cooperazione transatlantica, è molto cambiata. Già nel giugno 2022, Copenaghen si è avvicinata ai vicini europei aderendo alla politica di sicurezza e difesa comune, inizialmente come reazione all'invasione russa dell'Ucraina. Le ambizioni di Trump sulla Groenlandia hanno accelerato questo cambiamento: il 12 settembre, il governo danese ha annunciato l'acquisto di batterie di missili terra-aria da fornitori europei, anziché scegliere il sistema americano Patriot.

Rasmus Sinding Søndergaard, ricercatore esperto di relazioni tra Danimarca e Stati Uniti, ha spiegato che sebbene la valutazione dei servizi di intelligence sia un "fatto ben noto", è notevole che l'agenzia lo scriva esplicitamente, poiché i servizi sono solitamente cauti nel criticare gli Stati Uniti. Secondo Ole Wæver, professore di politica internazionale all'Università di Copenaghen, è notevole che i servizi di intelligence suggeriscano finalmente che Stati Uniti ed Europa non sono più due facce della stessa medaglia, descrivendo la situazione come un "divorzio doloroso" per la Danimarca.

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