La Corte Suprema limita la libertà di scelta dei pazienti Medicaid
La decisione della Corte Suprema nega agli iscritti a Medicaid il diritto di scegliere liberamente i fornitori. È un colpo per Planned Parenthood e apre la strada ad altre restrizioni statali. Intanto al Senato, la strategia repubblicana per tagliare la spesa federale subisce una battuta d’arresto.
Con una decisione presa dalla maggioranza conservatrice, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che i pazienti del programma Medicaid non hanno il diritto di scegliere liberamente il proprio fornitore di servizi medici. La sentenza, pronunciata con sei voti favorevoli e tre contrari, riguarda il caso Medina v. Planned Parenthood, scaturito dalla decisione dello Stato del South Carolina di escludere le cliniche di Planned Parenthood dalla rete di fornitori approvati per i beneficiari Medicaid.
La decisione si allinea con la posizione sostenuta dall'amministrazione del presidente Trump, che ha appoggiato lo Stato del South Carolina nel corso del procedimento. Il pronunciamento potrebbe ora incoraggiare altri Stati a escludere Planned Parenthood dai programmi Medicaid, seguendo l’esempio già intrapreso da Texas, Arkansas e Missouri.
Quasi la metà dei pazienti che si rivolgono all’organizzazione sanitaria lo fanno tramite Medicaid. L’esclusione dai rimborsi Medicaid potrebbe quindi compromettere in modo significativo la sostenibilità economica del principale fornitore nazionale di servizi sanitari riproduttivi, inclusi quelli relativi all’aborto. Si tratta di un obiettivo perseguito da tempo dai conservatori e formalizzato nel Project 2025, il piano politico e amministrativo dell'attuale presidenza.
Questo rappresenta il primo pronunciamento della Corte Suprema in materia di aborto durante il secondo mandato del presidente Trump. Medicaid costituisce una fonte cruciale di finanziamento per Planned Parenthood e la sua esclusione dal programma potrebbe avere effetti immediati sull'accesso ai servizi sanitari per milioni di americani a basso reddito, riducendo le opzioni disponibili nella scelta dei fornitori e limitando l’accesso alle cure, in particolare quelle legate alla salute riproduttiva.
In parallelo alla decisione della Corte, il Congresso affronta un'altra importante battaglia relativa a Medicaid. Al Senato, la parlamentarian Elizabeth MacDonough ha respinto alcune delle disposizioni centrali contenute nel megaprogetto di legge fiscale e sanitaria promosso dai repubblicani. Tra queste, la misura volta a limitare l’uso, da parte degli Stati, delle tasse sui fornitori di servizi sanitari per ottenere maggiori fondi federali tramite Medicaid. Questa proposta avrebbe garantito, secondo le stime, risparmi per centinaia di miliardi di dollari in dieci anni, risorse da utilizzare per rendere permanenti i tagli fiscali alle imprese introdotti dal presidente Trump.
La decisione della parlamentare rappresenta un ostacolo per il leader della maggioranza al Senato John Thune, che potrebbe ora essere costretto a rinviare il voto sul disegno di legge. Il rigetto è motivato dalla violazione della Byrd Rule, che stabilisce i limiti di ammissibilità dei provvedimenti sottoposti alla procedura accelerata della riconciliazione di bilancio.
Il limite alle tasse sui fornitori sanitari avrebbe avuto conseguenze rilevanti anche sugli equilibri statali, imponendo agli Stati una quota maggiore dei costi per la copertura Medicaid. Non a caso, la misura aveva sollevato le riserve di diversi senatori repubblicani — tra cui Josh Hawley (Missouri), Susan Collins (Maine), Lisa Murkowski (Alaska) e Jerry Moran (Kansas) — preoccupati per il possibile impatto negativo sulla rete ospedaliera, in particolare nelle aree rurali. Hawley e Collins hanno rifiutato di confermare il proprio sostegno al disegno di legge finché i leader del partito non elaboreranno un piano per evitare la chiusura di decine di ospedali rurali.
Il senatore democratico Jeff Merkley (Oregon), membro di rango del Comitato Bilancio del Senato, ha accolto con favore la decisione della parlamentare. In una dichiarazione pubblica ha affermato che i democratici continueranno a contrastare “i piani dei repubblicani di smantellare Medicaid, demolire l’Affordable Care Act e privare bambini, veterani, anziani e persone con disabilità della loro assicurazione sanitaria”. Merkley ha inoltre ribadito l’impegno a esaminare nel dettaglio ogni modifica al disegno di legge e a far rispettare la Byrd Rule.
Secondo fonti repubblicane, la decisione della parlamentare non comprometterebbe in modo definitivo l’agenda del partito. Alcuni strateghi del GOP considerano la possibilità di riscrivere le disposizioni respinte per renderle conformi alla normativa oppure di forzare un nuovo precedente in aula con un voto di maggioranza semplice, espandendo così il campo d’applicazione della procedura di riconciliazione.
Oltre alla sezione fiscale, MacDonough ha bocciato anche misure relative alla copertura sanitaria per gli immigrati non cittadini. In particolare, è stata rigettata una proposta per revocare l’idoneità a Medicare per rifugiati, richiedenti asilo e persone con status di protezione temporanea, anche nel caso in cui abbiano maturato diritti contributivi, lavorativi o di età. Questa decisione frena ulteriormente il tentativo repubblicano di restringere l’accesso ai programmi sociali federali per alcune categorie di immigrati.