La Corte suprema esaminerà la legalità dei dazi di Trump
Dopo la decisione di una corte d’appello che ha dichiarato illegittime le nuove tasse sulle importazioni, i giudici supremi terranno un’udienza a novembre. Per ora i dazi restano in vigore.

La Corte suprema degli Stati Uniti, a maggioranza conservatrice, ha annunciato che esaminerà all’inizio di novembre la legittimità dei dazi decisi dal presidente Donald Trump. La notizia è stata comunicata il 9 settembre, dopo che una corte d’appello federale di Washington aveva stabilito, a fine agosto, l’illegalità di gran parte delle tasse sulle importazioni introdotte dall’amministrazione repubblicana. Nonostante ciò, le misure restano in vigore fino alla decisione finale.
Il ricorso alla Corte suprema è stato presentato dallo stesso governo Trump. L’amministrazione sostiene che l’invalidazione dei dazi rischierebbe di compromettere i negoziati commerciali in corso con i partner internazionali. Secondo la Casa Bianca, la minaccia di tariffe elevate ha spinto molti interlocutori, compresa l’Unione europea, a non reagire con contromisure e ad aprire maggiormente i propri mercati ai prodotti americani.
Da gennaio, con il ritorno al potere del presidente, gli Stati Uniti hanno introdotto nuove ondate di dazi, compresi tra il 10 e il 50% a seconda dei prodotti e dei paesi colpiti. Queste misure si distinguono dai dazi mirati a settori specifici, come l’automobile, l’acciaio, l’alluminio o il rame, e sono al centro del contenzioso giudiziario.
La corte d’appello di Washington ha contestato il fondamento giuridico delle decisioni presidenziali. Secondo i giudici, la legge d’emergenza economica invocata da Trump, l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) del 1977, non conferisce al presidente il potere di imporre dazi e altre tasse, prerogativa che spetta al Congresso.
La vicenda era già stata esaminata a maggio da un tribunale specializzato, il Tribunal of International Trade, che aveva stabilito che soltanto il Congresso può usare l’IEEPA per imporre sovrattasse estese a prodotti provenienti da quasi tutti i paesi.
Quella legge consente al presidente di introdurre sanzioni economiche in caso di emergenza nazionale, ma solo per affrontare una “minaccia straordinaria e inusuale”. Per il tribunale, non vi era una condizione eccezionale sufficiente a giustificare le decisioni della Casa Bianca.
La pronuncia della Corte suprema, attesa per novembre, sarà quindi decisiva per stabilire se il presidente abbia superato i limiti delle proprie prerogative in materia di politica commerciale.