La Corte Suprema conferma la regolamentazione Biden sulle "ghost guns"
La Corte Suprema ha mantenuto in vigore la normativa dell’amministrazione Biden sulle "armi fantasma", dispositivi non tracciabili sempre più diffusi. Tuttavia, un possibile dietrofront è all’orizzonte con la nuova amministrazione Trump.
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato mercoledì la validità della regolamentazione voluta dall'amministrazione Biden sulle cosiddette ghost guns — armi assemblabili in casa e prive di numeri di serie — respingendo un ricorso avanzato da produttori, distributori e gruppi favorevoli ai diritti sulle armi da fuoco. La decisione è arrivata con un voto di 7 a 2, segnando una rara convergenza tra giudici liberali e quelli nominati da Donald Trump.
La normativa in questione, introdotta nel 2022 dal Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives (ATF), ha equiparato questi kit di montaggio fai-da-te alle armi da fuoco tradizionali, imponendo così obblighi come la marcatura con numeri di serie e i controlli sui precedenti penali per l’acquisto. Una misura adottata in risposta alla crescita esponenziale delle ghost guns rinvenute sulle scene del crimine negli ultimi anni: secondo il Dipartimento di Giustizia, si è passati da circa 1.600 sequestri nel 2017 a oltre 19.000 nel 2021.
Il giudice Neil Gorsuch, scrivendo l'opinione della maggioranza, ha sottolineato che la Corte si è limitata a valutare la specifica questione posta, evitando di pronunciarsi su altri potenziali profili di legittimità della regolamentazione ATF. "I casi futuri potrebbero presentare altre e più difficili domande sui regolamenti dell'ATF. Ma prendiamo i casi così come vengono", ha affermato Gorsuch.
Tra i giudici favorevoli alla conferma figurano il presidente della Corte John Roberts, i tre giudici di orientamento liberale e i tre nominati da Trump. Di segno opposto, invece, i giudici Clarence Thomas e Samuel Alito, i quali hanno espresso un forte dissenso. Thomas ha argomentato che l’ATF avrebbe ecceduto i limiti della sua autorità, dato che il Congresso non ha esplicitamente autorizzato l’agenzia a regolamentare kit o componenti che potrebbero essere convertiti in armi da fuoco.
"Il Congresso avrebbe potuto autorizzare l'ATF a regolamentare qualsiasi parte di un'arma da fuoco o qualsiasi oggetto facilmente convertibile in un'arma. Ma non lo ha fatto", ha scritto Thomas, sostenendo che il ruolo del potere giudiziario è quello di attenersi rigorosamente al testo della legge, in questo caso il Gun Control Act del 1968.
Proprio su questa legge si è incentrata la disputa. Questa definisce un’arma da fuoco come qualsiasi oggetto progettato o facilmente convertibile per espellere un proiettile tramite un’esplosione, e include anche telai e ricevitori di armi. L’amministrazione Biden ha sostenuto che un kit per l’assemblaggio rapido di un’arma rientra pienamente in questa definizione, mentre i ricorrenti — tra cui cinque aziende produttrici e distributrici di armi, due gruppi per i diritti delle armi e due individui — avevano convinto una corte d'appello inferiore che il governo avesse travalicato la propria autorità regolamentare.
Malgrado questa vittoria legale per l'amministrazione Biden, il futuro della normativa è tutt'altro che garantito. La nuova amministrazione Trump ha infatti avviato una revisione generale delle politiche federali in materia di armi da fuoco varate negli anni precedenti, compresa quella sulle ghost guns. L’ATF, ora guidato ad interim da Kash Patel, stretto alleato di Trump, potrebbe decidere di revocare o modificare la regolamentazione vigente, riallineandola con un’interpretazione più restrittiva della legge federale.
Organizzazioni favorevoli a un maggior controllo delle armi hanno accolto con favore la decisione della Corte. "Questa decisione è un'ottima notizia per tutti tranne che per i criminali che hanno adottato le ghost guns non tracciabili come armi preferite", ha dichiarato John Feinblatt, presidente di Everytown for Gun Safety. "Le ghost guns sembrano armi normali, sparano come armi normali e uccidono come armi normali, quindi è solo logico che la Corte Suprema abbia appena affermato che possono anche essere regolamentate come armi normali".
Il caso non tocca direttamente il Secondo Emendamento della Costituzione statunitense, relativo al diritto di portare armi, ma si è concentrato su una questione tecnico-giuridica: la portata dell’autorità conferita dall’attuale legislazione all’ATF nel classificare e regolamentare i componenti delle armi da fuoco. Resta da vedere se i cambiamenti politici in corso negli Stati Uniti modificheranno nuovamente il quadro normativo per questi dispositivi sempre più presenti nel panorama criminale.