La Corte Suprema blocca temporaneamente l'espulsione di migranti venezuelani

Il presidente Trump aveva applicato l'Alien Enemies Act, una legge del 1798, per considerare i membri della gang Tren de Aragua come nemici stranieri. L'American Civil Liberties Union ha presentato ricorsi d'urgenza in diverse corti federali.

La Corte Suprema blocca temporaneamente l'espulsione di migranti venezuelani

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso un provvedimento temporaneo per bloccare l’espulsione di un gruppo di migranti venezuelani, fermando così l’applicazione di una misura voluta fortemente dall’Amministrazione Trump che si fondava sull’applicazione dell’Alien Enemies Act, una legge del 1798 raramente utilizzata nella storia americana se non in tempi di guerra.

Il provvedimento di urgenza, emesso questa notte, rappresenta la risposta a una serie di ricorsi legali presentati dagli avvocati dei migranti, in seguito a segnalazioni secondo cui erano già iniziate operazioni di rimpatrio basate su tale norma.

La sentenza è stata emessa con un voto di 7-2. Due giudici della Corte, Clarence Thomas e Samuel Alito, hanno espresso dissenso rispetto all’ordinanza, ed Alito ha rilasciato una dichiarazione successiva in merito alla sua posizione.

Ricorsi su più fronti

L’azione legale è stata promossa dall’American Civil Liberties Union (ACLU), che ha attivato una strategia multilivello per contrastare le espulsioni.

Nella serata di ieri si è anche tenuta un’udienza d’emergenza in videoconferenza davanti al giudice federale James Boasberg, a Washington, già coinvolto in precedenti controversie legate al rimpatrio dei migranti. Boasberg ha tuttavia espresso dubbi sulla propria giurisdizione e ha scelto di non intervenire immediatamente.

Nel corso dell’udienza, un avvocato del Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che al momento non risultavano in programma voli di espulsione per la giornata di oggi in base all’Alien Enemies Act, pur ammettendo che operazioni del genere avrebbero potuto svolgersi nel corso del fine settimana.

Parallelamente, l’ACLU ha presentato ricorsi anche presso un giudice distrettuale in Texas e presso la Corte d’Appello del Quinto Circuito a New Orleans, richiedendo un’ingiunzione che impedisse il rimpatrio dei migranti finché il contenzioso legale fosse in corso.

La designazione di “nemici stranieri”

Nei documenti presentati, gli avvocati dell’ACLU hanno riferito che diversi cittadini venezuelani in custodia erano stati trasferiti da vari centri detentivi al Bluebonnet Detention Center di Anson, Texas, dove erano stati informati dell’imminente espulsione sulla base dell’Alien Enemies Act.

Il governo, secondo quanto riportato, non ha chiarito quanto tempo i detenuti abbiano ancora a disposizione per contestare l’espulsione. In alcuni casi, gli avvocati affermano che i loro assistiti erano stati informati che la destinazione finale sarebbe stata El Salvador.

Una portavoce del Dipartimento per la Sicurezza Interna, interpellata sulla questione, ha rifiutato di fornire dettagli, limitandosi a dichiarare che si trattava di “operazioni antiterrorismo in corso”.

L’Amministrazione Trump ha adottato un’interpretazione estremamente ampia dell’Alien Enemies Act del 1798, sostenendo che alcune gang criminali, tra cui il Tren de Aragua, possono essere equiparate a governi stranieri in tempo di guerra.

A marzo, l’Amministrazione ha ufficialmente classificato i membri della gang come “nemici stranieri”, procedendo poi rapidamente all’espulsione di presunti affiliati verso una mega prigione di El Salvador nota per le sue condizioni dure.

Scontri legali e decisioni della Corte Suprema

Le espulsioni, avvenute in alcuni casi senza udienza, hanno scatenato un’ondata di azioni legali che ha portato la questione alla Corte Suprema per due volte in meno di un mese.

In una precedente sentenza, la Corte aveva stabilito che le persone designate come “nemici stranieri” devono ricevere un preavviso dell’imminente espulsione e devono avere la possibilità di contestare il provvedimento davanti a un giudice federale del distretto in cui si trovano detenuti.

In seguito a questa sentenza, diversi migranti ancora detenuti hanno presentato nuovi ricorsi in più Stati, ottenendo provvedimenti temporanei che sospendono le espulsioni automatiche basate sull’Alien Enemies Act.

Le udienze sui ricorsi sono già state fissate per la prossima settimana. Gli avvocati dell’ACLU sostengono che il governo non ha implementato un sistema di notifica che consenta un effettivo accesso alla giustizia.

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