La Corte Suprema blocca temporaneamente il licenziamento del capo dell'Ufficio del Procuratore Speciale
La massima corte federale rinvia la decisione sul licenziamento del capo dell'Ufficio del Procuratore Speciale, fermando temporaneamente la riorganizzazione dell'amministrazione pubblica voluta da Trump.
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di non intervenire immediatamente nella controversia che vede contrapposti il presidente Trump e Hampton Dellinger, capo dell'Ufficio del Procuratore Speciale (OSC), rinviando ogni decisione al 26 febbraio, data di scadenza dell'ordinanza del tribunale di grado inferiore che ha bloccato il licenziamento del funzionario.
Tensioni istituzionali e separazione dei poteri
La vicenda Dellinger rappresenta il primo di una serie di ricorsi attesi presso la Corte Suprema da quando il presidente Trump ha avviato una sostanziale riorganizzazione del personale dell'amministrazione federale.
L'Avvocato Generale ad interim Sarah Harris ha definito l'ordinanza del giudice federale che blocca temporaneamente il licenziamento di Dellinger come "un attacco senza precedenti alla separazione dei poteri".
La posizione dell'Amministrazione Trump è chiara, stando alle parole di Harris:
"Questa Corte non dovrebbe permettere ai tribunali di grado inferiore di usurpare il potere esecutivo, dettando al Presidente per quanto tempo debba continuare a mantenere un direttore di una agenzia federale contro la sua volontà".
Divisioni nella Corte Suprema e contesto normativo
La decisione di temporeggiare non è stata unanime. I giudici liberal Sonia Sotomayor e Ketanji Brown Jackson hanno espresso il loro dissenso, sostenendo che avrebbero respinto direttamente la richiesta dell'Amministrazione Trump.
Sul fronte opposto, i giudici conservatori Neil Gorsuch e Samuel Alito hanno manifestato la loro contrarietà alla decisione, affermando che avrebbero accolto direttamente la richiesta dell'Amministrazione Trump.
Il caso solleva questioni complesse relative all'interpretazione della legge federale. Dellinger, nominato dall'ex presidente Biden e confermato dal Senato nel marzo 2024 per un mandato quinquennale, ha intentato una causa sostenendo l'illegittimità del suo licenziamento.
La normativa federale stabilisce che un procuratore speciale "può essere rimosso dal Presidente solo per inefficienza, negligenza nell'adempimento dei doveri o cattiva condotta in ufficio".
L'Ufficio del Procuratore Speciale, che Dellinger dirige, svolge un ruolo cruciale nell'amministrazione federale, occupandosi delle segnalazioni dei whistleblower tra i dipendenti federali.
La sua indipendenza è considerata fondamentale per garantire l'integrità delle indagini sulle denunce di irregolarità all'interno del governo.
Il caso Dellinger si configura, dunque, come un importante banco di prova per l'ambiziosa riorganizzazione dell'apparato federale promossa dall'Amministrazione Trump, che sta già affrontando molteplici cause legali che contestano le sue decisioni in questo ambito.