La Corte Suprema autorizza temporaneamente Trump a revocare un programma umanitario per oltre 500mila migranti

La Corte ha permesso l'eliminazione delle protezioni temporanee per i migranti provenienti da Cuba, Nicaragua, Venezuela e Haiti. Due giudici liberal hanno espresso dissenso citando le "conseguenze devastanti" di questa decisione.

La Corte Suprema autorizza temporaneamente Trump a revocare un programma umanitario per oltre 500mila migranti
Foto di Fine Photographics / Unsplash

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha autorizzato oggi l'Amministrazione Trump a sospendere in maniera temporanea un programma umanitario introdotto durante la presidenza di Joe Biden, che garantiva la residenza temporanea negli USA a più di 500mila migranti provenienti da Cuba, Nicaragua, Venezuela e Haiti. Questa decisione apre la strada a possibili rimpatri nei prossimi mesi per i migranti interessati, che fino ad oggi avevano beneficiato di un permesso di soggiorno e lavoro temporaneo della durata massima di due anni.

L'ordine della Corte non è stato firmato, né contiene motivazioni esplicite: si tratta di un procedimento usuale quando la Corte Suprema emette decisioni urgenti. Tuttavia, due giudici liberal, Ketanji Brown Jackson e Sonia Sotomayor, hanno espresso dissenso. In particolare, Jackson ha evidenziato che la maggioranza della Corte non avrebbe dato sufficiente attenzione alle "conseguenze devastanti del permettere al governo di sconvolgere precipitosamente le vite e i mezzi di sostentamento di quasi mezzo milione di migranti mentre le loro rivendicazioni legali sono pendenti".

Non è la prima volta, nelle ultime settimane, che la Corte Suprema sostiene le iniziative più dure dell'Amministrazione Trump in materia di immigrazione. Già all'inizio di maggio, infatti, era stata approvata la revoca di un altro programma di protezione temporanea che permetteva a circa 350mila venezuelani di vivere e lavorare legalmente negli Stati Uniti.

La vicenda giudiziaria del programma umanitario

La decisione odierna risponde ad un esposto d'emergenza presentato dalla Segretaria alla Sicurezza Nazionale Kristi L. Noem, che aveva sollecitato la revoca immediata di un'ordinanza di un tribunale inferiore che impediva la cancellazione del programma migratorio. Un tribunale federale del Massachusetts, infatti, aveva inizialmente stabilito che il Dipartimento guidato da Noem non potesse emettere un divieto generale sul programma umanitario, ma dovesse invece valutare individualmente ciascun caso.

Questa sentenza era stata confermata anche da una Corte d'Appello del New England ad aprile, a seguito del quale l'Amministrazione Trump ha presentato un ricorso urgente alla Corte Suprema, sostenendo tramite l’avvocato D. John Sauer che la decisione del tribunale distrettuale aveva "annullato una delle decisioni politiche sull'immigrazione più significative dell'Amministrazione Trump".

Origine e caratteristiche del programma revocato

Il programma temporaneamente revocato oggi era stato introdotto dal presidente Biden nel 2022. Esso aveva l’obiettivo di ridurre il numero degli attraversamenti illegali al confine meridionale, permettendo ai migranti provenienti da situazioni politiche e sociali critiche di viaggiare verso gli Stati Uniti con una pre-autorizzazione e la garanzia di un soggiorno temporaneo della durata massima di due anni. Condizione fondamentale per l’accesso al programma era la presenza di uno sponsor finanziario residente negli Stati Uniti.

Fin dal suo insediamento, però, il presidente Trump ha intrapreso azioni aggressive per smantellare le politiche migratorie dell’Amministrazione Biden, firmando già dal primo giorno di presidenza un ordine esecutivo che annullava programmi simili. Kristi Noem, nominata Segretaria alla Sicurezza Nazionale, ha subito avviato iniziative per porre fine a questo genere di programmi, accusandoli di minacciare la sicurezza pubblica e di consumare risorse nazionali.

Reazioni e impatto sulle comunità migranti

Gli avvocati e i gruppi che difendono i diritti degli immigrati hanno espresso forte preoccupazione per le conseguenze della revoca, definendola una mossa senza precedenti che rischia di avere un impatto devastante sulle comunità migranti negli Stati Uniti. Secondo queste associazioni, oltre 500mila migranti rischiano di perdere lo status di protezione e i relativi permessi di lavoro, generando instabilità sociale ed economica.

Al contrario, l’Amministrazione Trump sostiene che queste misure sono essenziali per garantire la sicurezza nazionale e la gestione efficace delle risorse pubbliche. L’argomento centrale della Casa Bianca è che tali programmi rappresentino un incentivo all’immigrazione irregolare e un carico insostenibile per il sistema americano.

Le prossime tappe giudiziarie

Le controversie legali che circondano le misure migratorie dell'Amministrazione Trump sono destinate a proseguire nei tribunali inferiori, e potrebbero eventualmente tornare davanti alla Corte Suprema per un'udienza completa sul merito. Fino ad allora, l’Amministrazione Trump ha, comunque, ottenuto il via libera per procedere con una delle sue iniziative più radicali in materia migratoria, mettendo così fine alla protezione per centinaia di migliaia di migranti fuggiti da condizioni estremamente difficili nei loro Paesi di origine.

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