La Corte Suprema autorizza il DOGE ad accedere ai dati sensibili della Sicurezza sociale

Il DOGE potrà consultare cartelle mediche, dati bancari e stipendi di milioni di cittadini. La decisione della Corte Suprema sospende i limiti imposti dai tribunali inferiori

La Corte Suprema autorizza il DOGE ad accedere ai dati sensibili della Sicurezza sociale
Photo by Ian Hutchinson / Unsplash

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha autorizzato il Department of Government Efficiency (DOGE), istituito dal presidente Donald Trump e in precedenza guidato da Elon Musk, ad accedere ai dati personali custoditi dalla Social Security Administration (SSA). La decisione è stata presa venerdì 6 giugno con sei voti favorevoli, tutti dei giudici conservatori, contro tre contrari, espressi dai giudici progressisti.

Con questa sentenza, il dipartimento potrà esaminare informazioni riservate relative a milioni di cittadini statunitensi, tra cui cartelle cliniche, estratti conto bancari e buste paga. Si tratta di dati altamente sensibili, il cui accesso era stato limitato da precedenti decisioni di tribunali inferiori.

La Corte Suprema ha anche annullato una sentenza di primo grado che imponeva al DOGE di rendere pubblici i propri archivi, accogliendo così la linea dell’amministrazione Trump, secondo cui il dipartimento non sarebbe soggetto alla legge federale sulla trasparenza, il Freedom of Information Act (FOIA). Il ricorso era stato presentato dall’associazione Citizens for Responsibility and Ethics in Washington, che sosteneva invece che il DOGE, in quanto organo federale, dovesse sottostare agli obblighi di accesso agli atti previsti dalla legge.

Un secondo pronunciamento della Corte Suprema, emesso sempre il 6 giugno, ha sospeso gli effetti di un'altra decisione giudiziaria che limitava l'accesso del DOGE ai dati nominativi conservati dalla SSA. Anche in questo caso, la misura è stata adottata “fino a che una corte d’appello non si sarà pronunciata sul merito”.

La Corte non ha motivato la propria decisione. Tuttavia, la giudice progressista Ketanji Brown Jackson ha espresso dissenso in un’opinione scritta, sottoscritta anche dalla collega Sonia Sotomayor. Nel testo, le due giudici denunciano il fatto che la sentenza consenta “in via d’urgenza” alla SSA di consegnare “i dati altamente sensibili di milioni di americani agli agenti del DOGE”, senza che i tribunali inferiori abbiano avuto il tempo di valutarne la legalità.

L’amministrazione Trump ha giustificato l’accesso ai dati sostenendo l’esistenza di ampie frodi all’interno del sistema della Sicurezza sociale. In particolare, accusa la SSA di continuare a versare benefici economici a milioni di persone dichiarate decedute da tempo, una tesi già smentita da numerose inchieste ma frequentemente rilanciata nei discorsi pubblici del presidente e dei suoi alleati.

La decisione della Corte Suprema rafforza significativamente il potere del DOGE nel monitorare e intervenire sui flussi di spesa pubblica. Secondo l’interpretazione dell’amministrazione, l’accesso diretto ai dati personali è essenziale per scoprire anomalie e presunte irregolarità, nonostante le preoccupazioni espresse da organizzazioni per i diritti civili e trasparenza amministrativa.

Non è la prima volta che l’attività del DOGE solleva controversie legali. Il dipartimento ha già dovuto affrontare cause relative alla legittimità del proprio operato, in particolare sul fronte della raccolta e utilizzo di dati sensibili senza autorizzazione esplicita da parte degli interessati. Tuttavia, finora i tribunali non avevano mai concesso un'autorizzazione tanto ampia e immediata all'accesso di informazioni personali da parte del DOGE.

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