La Corte Suprema autorizza i licenziamenti dei dipendenti federali in periodo di prova voluti da Trump

La sentenza di emergenza emessa dalla Corte consente all'Amministrazione Trump di licenziare liberamente migliaia di lavoratori federali ancora nel loro periodo di prova. I giudici liberal protestano.

La Corte Suprema autorizza i licenziamenti dei dipendenti federali in periodo di prova voluti da Trump

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso oggi una nuova decisione favorevole all’Amministrazione Trump, permettendo il licenziamento di migliaia di dipendenti pubblici federali attualmente in periodo di prova.

Secondo la Corte, i sindacati dei lavoratori che avevano intentato causa non hanno legittimità giuridica sufficiente per bloccare le misure.

“Le affermazioni delle organizzazioni ricorrenti non bastano a giustificare l’intervento dei tribunali".

Una ristrutturazione aggressiva dell’apparato federale

La misura fa parte di un piano più ampio del presidente Trump e del Dipartimento di Efficienza Governativa (DOGE) guidato da Elon Musk per ristrutturare in modo radicale la burocrazia federale, colpendo in particolare i dipendenti nella fase iniziale di servizio.

In gioco ci sono oltre 16.000 lavoratori distribuiti in sei dipartimenti chiave: Veterani, Agricoltura, Difesa, Energia, Interno e Tesoro.

Un giudice federale di San Francisco aveva precedentemente ordinato la reintegrazione dei lavoratori, provocando il ricorso d’urgenza dell’Amministrazione Trump alla Corte Suprema.

Dissenso interno alla Corte

Le giudici Sonia Sotomayor e Ketanji Brown Jackson, dell’ala progressista della Corte, hanno espresso dissenso pubblico sulla decisione di oggi.

Jackson ha criticato in particolare l’utilizzo dello strumento d’urgenza da parte della Casa Bianca, affermando che Trump non ha dimostrato una reale necessità immediata per accelerare la procedura.

I dipendenti restano comunque parzialmente protetti

Nonostante la decisione della Corte, una seconda ingiunzione, emessa da un tribunale federale del Maryland, resta attualmente in vigore.

Questa seconda ingiunzione tutela i dipendenti di 20 Dipartimenti a Washington, D.C. e in 19 Stati a guida democratica.

Ma per i lavoratori in altri 31 Stati, la decisione della Corte spiana la strada ai licenziamenti, che potrebbero riprendere a breve.

L'Amministrazione Trump: “I tribunali non possono bloccare riforme politiche”

Nel suo appello alla Corte, il procuratore generale D. John Sauer ha sostenuto che:

“I tribunali non hanno il potere di ostacolare riforme dell’amministrazione pubblica solo perché qualcuno desidera mantenere livelli specifici di servizio.”

Una posizione che riflette la linea dura dell’esecutivo contro l’interferenza giudiziaria nelle sue politiche.

Il caso rientra in un modello consolidato di richieste dell’amministrazione Trump alla Corte Suprema di intervenire tramite decisioni d’emergenza, saltando il normale iter processuale.

Finora i risultati per la Casa Bianca sono stati misti:

  • ✅ La Corte ha approvato la sospensione di 65 milioni in fondi per la formazione insegnanti
  • ✅ La Corte ha revocato il blocco sull’uso dell’Alien Enemies Act per deportazioni rapide
  • ❌ La Corte ha però anche respinto la richiesta di sospendere 2 miliardi in aiuti all'estero

Tutte le decisioni sono state prese con maggioranze risicate (5-4), segnalando una Corte più divisa che mai, nonostante la maggioranza conservatrice.

In attesa di nuove decisioni

Tra i casi ancora all’esame della Corte figurano due questioni particolarmente delicate, tra cui le restrizioni di Trump sulla cittadinanza per diritto di nascita.

Le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive per il bilanciamento tra potere esecutivo, diritti dei lavoratori e ruolo dei tribunali federali nella supervisione dell’Amministrazione Trump.

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