La Corte Suprema americana riapre la strada alla mappa elettorale del Texas

La più alta corte degli Stati Uniti ha sospeso venerdì la sentenza di un tribunale federale che aveva bloccato il nuovo ridisegno dei collegi elettorali texani, accusato di discriminazione razziale. La decisione favorisce i repubblicani nella battaglia per il controllo del Congresso.

La Corte Suprema americana riapre la strada alla mappa elettorale del Texas
Photo by Claire Anderson / Unsplash

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha sospeso venerdì una sentenza che aveva bloccato la nuova mappa elettorale del Texas. Il giudice Samuel Alito ha firmato un ordine temporaneo che permette allo stato di utilizzare i nuovi confini dei collegi elettorali per le elezioni di medio termine del 2026, almeno fino a quando la Corte non esaminerà il caso nel merito.

La vicenda si inserisce in una battaglia nazionale sul ridisegno dei collegi elettorali che coinvolge sia repubblicani che democratici. Al centro della disputa c'è una pratica chiamata gerrymandering, termine che indica la manipolazione dei confini dei collegi elettorali per favorire un partito. In questo caso, i critici sostengono che il Texas abbia ridisegnato i confini utilizzando criteri razziali, spostando elettori neri e ispanici in modo da creare vantaggi per i candidati repubblicani.

Il presidente Donald Trump ha spinto negli ultimi mesi diversi stati a maggioranza repubblicana a ridisegnare i propri collegi elettorali. L'obiettivo è consolidare il fragile vantaggio del partito repubblicano alla Camera dei Deputati, dove attualmente i repubblicani controllano 219 seggi contro i 214 democratici. La nuova mappa del Texas potrebbe garantire ai repubblicani cinque seggi aggiuntivi, un margine significativo considerando la risicata maggioranza attuale.

Per capire la vicenda è necessario spiegare come funziona il sistema giudiziario americano. Negli Stati Uniti esistono diversi livelli di tribunali. I tribunali federali sono quelli che si occupano di questioni che riguardano la Costituzione e le leggi federali. La Corte Suprema è il tribunale più importante del paese e ha l'ultima parola su questioni costituzionali. È composta da nove giudici nominati a vita dal presidente e confermati dal Senato. Attualmente la Corte ha una maggioranza conservatrice.

Il Texas aveva adottato la nuova mappa elettorale nell'estate del 2025, dopo che il Dipartimento di Giustizia aveva inviato una lettera al governatore dello stato. La lettera, firmata da Harmeet Dhillon, responsabile della divisione diritti civili del Dipartimento, sosteneva che quattro collegi elettorali texani erano incostituzionali perché erano distretti in cui nessun gruppo etnico aveva la maggioranza. Il governatore Greg Abbott, repubblicano, aveva quindi convocato una sessione speciale del Parlamento statale per ridisegnare la mappa.

Martedì 18 novembre un tribunale federale composto da tre giudici ha bloccato la nuova mappa con una decisione di due voti contro uno. Il giudice Jeffrey Brown, nominato da Trump durante il suo primo mandato, ha scritto una sentenza di 160 pagine in cui ha affermato che il Texas aveva manipolato i confini elettorali sulla base di criteri razziali, violando il principio costituzionale di uguale protezione garantito dal 14esimo emendamento della Costituzione. Brown ha sottolineato che il governatore Abbott aveva esplicitamente indicato come obiettivo quello di eliminare i cosiddetti distretti di coalizione e creare nuovi distretti a maggioranza ispanica, dimostrando che la razza era stata il fattore predominante nelle decisioni.

Il giudice ha anche respinto l'argomento dello stato secondo cui non c'era tempo per intervenire prima delle elezioni, citando il fatto che mancano ancora quattro mesi alle primarie di marzo e un anno alle elezioni generali. Ha quindi ordinato al Texas di utilizzare la mappa del 2021, quella disegnata dopo l'ultimo censimento decennale.

Ma il Texas ha reagito rapidamente. Venerdì lo stato ha chiesto alla Corte Suprema di intervenire, sostenendo che la sentenza del tribunale federale aveva creato caos. I funzionari statali hanno fatto notare che le campagne elettorali erano già iniziate, che i candidati avevano già raccolto firme per presentarsi alle elezioni e che mancavano solo 17 giorni alla scadenza per la registrazione delle candidature, fissata per l'8 dicembre. La richiesta ha trovato ascolto: nel giro di un'ora il giudice Alito, che per prassi gestisce i ricorsi d'urgenza provenienti dagli stati sotto la giurisdizione della Quinta Corte d'Appello (che include il Texas), ha emesso l'ordine di sospensione temporanea.

L'ordine rimarrà in vigore almeno fino a lunedì sera, quando i gruppi per i diritti civili che hanno contestato la mappa dovranno presentare la loro risposta. A quel punto Alito probabilmente sottoporrà il caso all'intera Corte, composta da nove giudici. La Corte Suprema ha in passato mostrato riluttanza a permettere cambiamenti alle regole elettorali a ridosso delle elezioni, applicando quello che viene chiamato principio Purcell, dal nome di una sentenza del 2006.

Il Texas ha difeso la nuova mappa sostenendo che è stata disegnata per ragioni politiche e non razziali, in risposta alla richiesta di Trump di ottenere cinque nuovi seggi repubblicani. Il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, ha dichiarato che lo stato ha operato un ridisegno elettorale di parte esclusivamente per assicurarsi più seggi repubblicani al Congresso. Ha aggiunto che i democratici da anni manipolano i confini elettorali nei loro stati e protestano solo perché stanno perdendo.

La battaglia sul ridisegno dei collegi elettorali si sta estendendo a livello nazionale. Il Texas è stato il primo stato a rispondere alla richiesta di Trump, ma Missouri e North Carolina hanno seguito l'esempio, disegnando mappe che garantirebbero un seggio aggiuntivo ciascuno ai repubblicani. I democratici hanno risposto: in California gli elettori hanno approvato a novembre un referendum che dovrebbe garantire cinque seggi aggiuntivi ai democratici nello stato più popoloso del paese. Il Dipartimento di Giustizia ha fatto causa alla California proprio per questa mappa.

Attualmente dei 38 seggi texani alla Camera, 25 sono in mano ai repubblicani. Con la nuova mappa il partito spera di arrivare a controllarne 30. La vicenda evidenzia quanto sia intensa la competizione tra i due partiti in vista delle elezioni di medio termine del 2026, che determineranno il controllo della Camera per gli ultimi due anni della presidenza Trump. Una maggioranza democratica potrebbe bloccare gran parte dell'agenda legislativa del presidente e aprire inchieste sulla sua amministrazione.

La Corte Suprema sta anche esaminando separatamente un caso dalla Louisiana che potrebbe ulteriormente limitare la creazione di distretti basati sulla razza secondo la sezione 2 del Voting Rights Act, la legge federale che tutela i diritti di voto. Non è ancora chiaro come l'esito di quel caso potrebbe influenzare l'attuale ondata di ridisegni elettorali in corso nel paese.

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