La Cina minaccia di rispondere ai nuovi dazi americani con altri dazi
La Cina denuncia "due pesi e due misure" dopo l'annuncio del presidente americano di nuove tasse sui prodotti cinesi in risposta alle restrizioni sulle esportazioni di minerali strategici

Il presidente americano Donald Trump ha annunciato venerdì che imporrà dazi del 100% sui prodotti cinesi importati negli Stati Uniti a partire dal primo novembre. La decisione arriva dopo che Pechino ha introdotto nuove restrizioni alle esportazioni di tecnologie legate alle terre rare, materiali strategici per l'industria tecnologica e militare.
La Cina ha risposto domenica accusando gli Stati Uniti di praticare il "due pesi e due misure". Un portavoce del ministero del Commercio cinese ha dichiarato in un comunicato online che la posizione della Cina è coerente: "Non vogliamo una guerra dei dazi ma non ne abbiamo paura". Pechino ha promesso di "prendere risolutamente le misure corrispondenti" se Washington procederà con i nuovi dazi.
Le terre rare sono minerali essenziali per la produzione di smartphone, veicoli elettrici, jet militari e tecnologie per le energie rinnovabili. La Cina controlla circa il 70% della produzione mondiale di terre rare e il 90% della loro lavorazione. Questa posizione dominante è diventata un'arma negoziale cruciale nelle tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali.
Trump ha definito le nuove restrizioni cinesi "estremamente aggressive" e una "sorpresa" che ha colto di sorpresa non solo lui ma tutti i leader del mondo libero. Il presidente americano ha scritto su Truth Social che la Cina sta diventando "molto ostile" e sta cercando di tenere il mondo "in ostaggio" con la sua politica sulle terre rare. Ha anche minacciato di cancellare un incontro previsto con il presidente cinese Xi Jinping al vertice della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC) in Corea del Sud alla fine di ottobre, affermando che "ora non sembra esserci alcuna ragione per farlo".
I nuovi dazi del 100% si aggiungerebbero alle tasse già esistenti sui prodotti cinesi, che attualmente hanno una media del 55%. Questa escalation rappresenta un drammatico peggioramento della tregua commerciale che era stata raggiunta a maggio, quando entrambi i paesi avevano ridotto significativamente i dazi reciproci dopo che in aprile avevano brevemente superato il 100%.
Il vicepresidente americano JD Vance ha difeso domenica la posizione di Trump su Fox News, definendo il controllo cinese sulle forniture critiche "la definizione di un'emergenza nazionale". Vance ha avvertito che "sarà una danza delicata e molto dipenderà da come risponderanno i cinesi. Se risponderanno in modo molto aggressivo, vi garantisco che il presidente degli Stati Uniti ha molte più carte della Repubblica Popolare Cinese".
Il ministero del Commercio cinese ha risposto che "minacciare continuamente con dazi elevati non è il modo corretto di cooperare con la Cina". Pechino ha accusato Washington di aver introdotto diverse nuove restrizioni nelle ultime settimane, inclusa l'espansione del numero di aziende cinesi soggette a controlli sulle esportazioni americane e l'introduzione di nuove tasse portuali sulle navi cinesi.
Le nuove regole cinesi, annunciate giovedì, richiedono che le aziende straniere ottengano l'approvazione del governo cinese per esportare prodotti che contengono terre rare provenienti dalla Cina, indipendentemente da dove i prodotti sono fabbricati. Le restrizioni entreranno in vigore il primo dicembre e riguardano l'esportazione di tecnologie usate per l'estrazione e la produzione di questi materiali critici.
I mercati finanziari hanno reagito negativamente all'escalation delle tensioni. Venerdì l'indice S&P 500 è sceso del 2,7%, il calo più forte da aprile. Lunedì l'indice Shenzhen Component in Cina continentale è sceso di oltre il 2,5%, mentre l'Hang Seng di Hong Kong ha perso circa il 3,5%.
Nonostante la durezza degli scambi iniziali, domenica Trump ha cercato di calmare i timori di una guerra commerciale in escalation. In un post su Truth Social ha scritto: "Non preoccupatevi per la Cina, andrà tutto bene! Il molto rispettato presidente Xi ha solo avuto un brutto momento. Non vuole la depressione per il suo paese, e nemmeno io. Gli Stati Uniti vogliono aiutare la Cina, non danneggiarla!"
La disputa sulle terre rare è stata un punto critico nei negoziati commerciali tra Washington e Pechino per mesi. Gli Stati Uniti hanno accusato la Cina di abusare della sua posizione dominante, mentre Pechino sostiene che i suoi controlli sulle esportazioni sono misure legittime per proteggere la sicurezza nazionale.