La CIA si prepara a una radicale riorganizzazione sotto Trump
L'agenzia di intelligence offre otto mesi di stipendio a chi si dimette volontariamente. Il direttore Ratcliffe punta a riorientare le operazioni verso i cartelli della droga e la Cina, mentre vengono sospese le assunzioni.

La Central Intelligence Agency (CIA) ha avviato un processo di profonda ristrutturazione interna, offrendo all'intero personale la possibilità di dimettersi volontariamente in cambio di circa otto mesi di stipendio e benefit.
La decisione, annunciata martedì, si inserisce nel più ampio piano dell'Amministrazione Trump di ridimensionamento del settore pubblico federale.
A differenza di quanto accaduto nel resto del settore pubblico, dove il personale con ruoli legati alla sicurezza nazionale è stato escluso dalle dimissioni incentivate, la CIA è la prima agenzia ad estendere questa offerta a tutti i suoi dipendenti.
Contestualmente, l'agenzia ha anche bloccato il processo di assunzione di nuovo personale, congelando le offerte di lavoro già presentate.
Secondo un collaboratore del direttore della CIA John Ratcliffe sentito dal Wall Street Journal, le offerte di lavoro già presentate potrebbero essere revocate se i profili dei candidati non corrispondono alle nuove priorità dell'agenzia.
La CIA infatti sta riorientando le proprie attività verso due obiettivi principali: il contrasto ai cartelli della droga messicani, che Trump ha classificato come organizzazioni terroristiche, e una strategia più aggressiva nei confronti della Cina.
Secondo le indicazioni fornite dall'Amministrazione, inoltre, la CIA amplierà il proprio raggio d'azione nell'emisfero occidentale, puntando anche su paesi tradizionalmente non considerati come avversari degli Stati Uniti.
L'interesse per le dimissioni incentivate sembrano comunque limitate, secondo i consulenti di carriera del settore pubblico che ne hanno parlato con oltre 100 dipendenti federali.
Molti hanno dubbi sulla possibilità di accettare altri impieghi durante il periodo di liquidazione o di rientrare nell'amministrazione pubblica sotto una futura presidenza.
Il senatore democratico Tim Kaine ha sollevato dubbi sulla legittimità dell'iniziativa, sottolineando come non esista "alcuna autorità statutaria che autorizzi il presidente a fare questa offerta".
Kaine ha anche messo in guardia i dipendenti federali dal rischio che manifestare la propria disponibilità alle dimissioni possa esporli a ritorsioni.
Dal canto suo, una portavoce della CIA ha inquadrato l'iniziativa come parte di uno sforzo per "infondere nuova energia nell'agenzia".