La Casa Bianca valuta tasse più alte per i super ricchi in cambio di sgravi sulle mance

L'Amministrazione Trump sta prendendo in considerazione una svolta sulla sua posizione sulla riforma fiscale per mantenere le promesse elettorali e contrastare le critiche dei democratici.

La Casa Bianca valuta tasse più alte per i super ricchi in cambio di sgravi sulle mance
Immagine creata dall'intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

L'Amministrazione Trump sta valutando una nuova opzione per rispettare alcune promesse elettorali: consentire un aumento delle aliquote fiscali per gli americani più ricchi, in cambio di un taglio delle tasse sulle mance. A rivelarlo è stato un alto funzionario della Casa Bianca, citato da Axios.

Alcuni funzionari ritengono infatti che permettere un aumento delle imposte sul reddito per i contribuenti con redditi più elevati potrebbe offrire margini di manovra per approvare altre priorità dell'agenda legislativa di Trump.

Inoltre, questa mossa potrebbe neutralizzare alcune critiche dei Democratici mentre i Repubblicani cercano di estendere i tagli fiscali introdotti nel 2017.

Attualmente, l'aliquota fiscale massima è del 37%, applicata a redditi superiori a 609.351 dollari per singoli individui e 731.201 dollari per coppie sposate. Se la legge fiscale del 2017 scadesse senza modifiche, l'aliquota massima tornerebbe al 39,6% vigente prima del 2018, con una soglia di reddito inferiore.

Questa fascia interessa circa l'1% dei contribuenti americani, che però versano una quota significativa delle imposte sul reddito complessive.

Secondo le regole che i Repubblicani intendono applicare per estendere gli sgravi fiscali, consentire il ritorno dell'aliquota più alta libererebbe risorse economiche importanti.

Queste risorse potrebbero essere utilizzate per realizzare alcune promesse populiste avanzate da Trump in campagna elettorale, come appunto l'eliminazione delle tasse sulle mance, che interessano una vasta parte della classe lavoratrice del settore dei servizi, in crescita costante.

"Se rinnoviamo i tagli fiscali per i super ricchi tagliando Medicaid, saremo massacrati", ha dichiarato senza mezzi termini un funzionario della Casa Bianca, evidenziando chiaramente il rischio politico della situazione attuale.

Una tale mossa potrebbe inoltre ribaltare la narrazione promossa dai Democratici, che accusano i Repubblicani di voler finanziare tagli fiscali ai ricchi con riduzioni ai programmi sociali come Medicaid, aumentando il deficit pubblico.

Questa proposta appare coerente con l'evoluzione recente del Partito Repubblicano, sempre più identificato con gli elettori della classe lavoratrice.

I rischi politici legati all'aumento della tassazione sui redditi più alti sarebbero, in quest'ottica, più contenuti rispetto ai benefici derivanti dal taglio delle tasse sulle mance.

Inoltre, diversi sondaggi mostrano come la maggioranza degli americani, compresi molti repubblicani, sia favorevole all'idea di aumentare le tasse ai cittadini più abbienti, fornendo ulteriore sostegno politico a questa potenziale strategia.

Nonostante ciò, molti Repubblicani potrebbero opporsi fermamente. Uno dei principi fondamentali della filosofia economica conservatrice è infatti che tasse basse stimolino la crescita economica.

Un aumento della aliquota massima, anche di soli 2,6 punti percentuali, potrebbe risultare inaccettabile per numerosi donatori e rappresentanti politici repubblicani, che hanno fatto del taglio delle tasse una pietra angolare della propria identità politica.

In questo quadro, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha recentemente messo in guardia da una possibile "calamità economica" nel caso in cui i tagli fiscali del 2017 non venissero estesi, sottolineando le tensioni interne all'amministrazione.

Se Trump dovesse effettivamente firmare una legge che prevede un aumento dell'aliquota massima, segnerebbe, comunque, un'inversione di tendenza significativa rispetto ai suoi predecessori repubblicani.

Ronald Reagan aveva infatti ridotto l'aliquota marginale massima dal 70% al 28%, mentre George W. Bush l'aveva abbassata ulteriormente al 35%, rispetto al 39,6% vigente nell'era Clinton.

Tuttavia, i funzionari della Casa Bianca precisano che le discussioni sono ancora preliminari e che nulla è stato deciso definitivamente, lasciando aperte diverse possibilità per la futura politica fiscale dell'Amministrazione Trump.

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