La Casa Bianca chiarisce: è l'inviato Witkoff, non Trump, ad aver parlato con Putin
Intanto è stata smentita dal presidente ucraino Zelensky e da analisti militari la notizia dell'accerchiamento di truppe ucraine nella regione di Kursk.

La Casa Bianca ha precisato negli ultimi minuti che è stato l'inviato americano Steve Witkoff, e non il presidente Donald Trump, a parlare con il presidente russo Vladimir Putin.
La confusione è nata da un post sui social media di Trump, nel quale il presidente americano elogiava le discussioni con il leader russo, affermando "ho fortemente richiesto al presidente Putin", facendo intendere di aver parlato personalmente con lui.
Un altro elemento controverso del post originale di Trump riguardava l'affermazione secondo cui "migliaia di truppe ucraine sono completamente circondate dall'esercito russo" nella regione di Kursk.
Questa dichiarazione ha provocato una forte reazione da parte delle fonti ucraine e degli analisti militari, che l'hanno descritta come non accurata.
Come ha osservato Shaun Walker, l'affermazione sembrava basarsi su informazioni fornite da Putin ed è contestata da coloro che seguono attentamente la situazione nella regione di Kursk.
A sua volta, Michael Kofman, analista militare presso la Carnegie Endowment, ha descritto le affermazioni di un accerchiamento di massa delle truppe ucraine come "una finzione".
Negli ultimi minuti sono arrivate anche le dichiarazioni ufficiali dall'esercito ucraino, tramite la Reuters.
Secondo loro, le notizie sull'accerchiamento delle truppe ucraine nella regione russa di Kursk sono false e non c'è “alcuna minaccia” di accerchiamento, poiché le truppe sono state ritirate in posizioni più “favorevoli”.
Sebbene le autorità ucraine non avessero in precedenza ufficialmente annunciato un ritiro, i soldati che combattono nella regione hanno confermato che un ritiro graduale è in corso da due settimane.
Nonostante molti soldati abbiano affrontato un percorso pericoloso e impegnativo per ritirarsi, non ritengono che ci sia mai stato un accerchiamento di massa delle truppe.
"Dopo sette mesi, ci siamo semplicemente ritirati. Non c'è stato alcun accerchiamento", ha dichiarato giovedì al Guardian un alto funzionario della sicurezza ucraina.
Anche alcuni blogger militari russi favorevoli alla guerra hanno espresso dubbi negli ultimi giorni sulle affermazioni ufficiali russe relative a un accerchiamento, sostenendo che non vi siano segnali visibili che potrebbero accompagnare una situazione del genere.
Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di Vladimir Putin di ostacolare le discussioni di pace sul cessate il fuoco.
In un lungo post sulla sua conversazione con il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, Zelensky ha affermato che "il mondo vede come la Russia stia deliberatamente avanzando condizioni che complicano e ritardano tutto".
Zelensky ha sostenuto che ciò accade perché "la Russia è l'unica entità che vuole che la guerra non finisca e che la diplomazia fallisca".