La Casa Bianca ammette: Trump non riuscirà a ottenere il cessate il fuoco in Ucraina entro Pasqua
La Casa Bianca ammette il fallimento dell’obiettivo fissato a inizio mandato. Cresce la frustrazione verso Mosca, ma anche Kiev è accusata di frenare i negoziati.

L’Amministrazione Trump ha riconosciuto che non sarà possibile raggiungere un cessate il fuoco in Ucraina entro la Pasqua, come inizialmente promesso.
Secondo quanto riportato da The Telegraph, fonti interne alla Casa Bianca confermano che le speranze di una tregua entro aprile o maggio si stanno sempre più affievolendo, rendendo sempre più probabile il protrarsi del conflitto oltre il terzo anno consecutivo.
Una battuta d’arresto politica per Trump
La notizia rappresenta un passo indietro significativo per il presidente Trump, che aveva posto la pace in Ucraina al centro della sua campagna elettorale e delle prime fasi del suo mandato, promettendo una risoluzione del conflitto “in 24 ore”.
La mancata realizzazione di questo obiettivo rischia ora di compromettere la sua credibilità sul fronte internazionale.
Frustrazione verso Mosca... e anche verso Kyiv
Secondo le fonti, sta crescendo la frustrazione di Trump nei confronti del Cremlino, accusato di temporeggiare nei negoziati di pace.
Domenica, in un’uscita sorprendente, Trump ha espresso pubblicamente il proprio disappunto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin:
“Sono arrabbiato con lui. Sta rallentando i colloqui.”
È un cambio di tono significativo rispetto alle sue dichiarazioni precedenti, in cui aveva più volte espresso fiducia nelle intenzioni pacifiche del leader del Cremlino.
Tuttavia, le critiche non risparmiano nemmeno Kyiv: diversi funzionari americani ritengono che l’Ucraina stia esitando ad avviare un vero dialogo, anche a causa di disaccordi con Washington su questioni legate alle risorse minerarie.
Possibili nuove sanzioni in arrivo
Nel fine settimana si sono intensificati gli scambi tra la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato.
Al centro delle discussioni, la possibilità di varare nuove sanzioni economiche e diplomatiche contro la Russia, nel caso in cui non vi siano segnali concreti di apertura ai negoziati.
Le misure allo studio includono sanzioni secondarie mirate al settore energetico russo, in particolare al comparto petrolifero.
Lunedì, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, James Hewitt, ha confermato:
“C’è una profonda frustrazione verso il governo russo riguardo i negoziati. Il presidente è pronto ad aumentare la pressione se il Cremlino non darà segnali di disponibilità.”
La posizione europea e ucraina: scetticismo verso Mosca
L’inasprimento della posizione americana potrebbe essere accolto con favore da Kiev e dagli alleati europei, che da tempo sostengono che Mosca stia utilizzando i colloqui come strumento di distrazione senza reali intenzioni di porre fine al conflitto.
Intanto, sul terreno, la guerra continua. Nonostante un accordo mediato dagli Stati Uniti per sospendere gli attacchi alle infrastrutture energetiche, le due parti si accusano reciprocamente di violazioni sistematiche.
I bombardamenti aerei russi sul territorio ucraino proseguono senza sosta.
Lunedì, il presidente russo Putin ha inoltre firmato un decreto che prevede la più vasta campagna di arruolamento degli ultimi 14 anni, ordinando la coscrizione di 160.000 uomini entro metà luglio.
Una mossa interpretata da molti analisti come un possibile segnale di escalation militare nei mesi a venire.