La Camera approva il budget del Pentagono: sostegno alle politiche di Trump ma vincoli su ritiro dall’Europa
La proposta introduce un aumento salariale del 3,8% per le truppe, vieta i programmi DEI al Pentagono e stanzia 400 milioni all’anno di fondi per aiuti militari all’Ucraina per 2 anni. Previsti anche obblighi di trasparenza sugli attacchi contro le imbarcazioni di narcotrafficanti.
La Camera dei Rappresentanti ha approvato ieri con 312 voti favorevoli e 112 contrari un progetto di legge di bilancio della difesa da 900 miliardi di dollari che trasforma in legge gran parte dell’agenda di sicurezza nazionale del presidente Donald Trump, limitando sl contempo il suo progetto di ritiro dall’Europa ed imponendo maggiori consultazioni tra il Pentagono e il Congresso. Il voto bipartisan riflette il sostegno trasversale per quella che è considerata una legge imprescindibile per la sicurezza nazionale americana. Il testo della legge passerà ora al Senato, dove si prevede un’approvazione altrettanto ampia, prima di arrivare sulla scrivania del presidente Trump per la firma.
Aumenti salariali e agenda Trump
La misura prevede un aumento salariale del 3,8% per le truppe statunitensi e include il divieto dei programmi di diversità, equità e inclusione al Dipartimento della Difesa. Per portare il testo in aula, i repubblicani hanno dovuto superare le resistenze della propria base: alcuni membri della destra repubblicana più radicale hanno infatti accusato la legge di tradire le promesse dell’America First, criticando le disposizioni che bloccano il ritiro delle truppe dall’Europa e autorizzano nuovi aiuti all’Ucraina. Il costo totale della legge supera, inoltre, di 8 miliardi di dollari quanto richiesto inizialmente dall’Amministrazione Trump, riflettendo il continuo sostegno del Congresso a investimenti massicci nelle Forze Armate.
Vincoli sul ritiro dall’Europa e nuovi aiuti a Kyiv
Il progetto vieta al Pentagono di ridurre le truppe in Europa al di sotto delle 76.000 unità per più di 45 giorni, a meno che il Segretario alla Difesa Pete Hegseth e il comandante supremo alleato per l’Europa non certifichino al Congresso che tale riduzione risponda agli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti e che gli alleati della NATO siano stati adeguatamente consultati. La disposizione contrasta con i recenti annunci del Pentagono sui tagli alle truppe di stanza in Germania, Romania e Polonia, che hanno colto di sorpresa i legislatori, e rappresenta una sfida anche alla nuova Strategia di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, che mette in dubbio l’impegno degli Stati Uniti alla difesa dell’Europa.
Nonostante Trump abbia spinto per porre fine al sostegno militare all’Ucraina, la proposta di legge approvata dalla Camera autorizza inoltre lo stanziamento di 400 milioni di dollari l’anno in assistenza alla sicurezza per Kyiv per altri due anni. La deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene della Georgia ha citato questa disposizione per spiegare la sua opposizione: “Vorrei finanziare il nostro esercito ma mi rifiuto di sostenere aiuti a Paesi esteri, eserciti stranieri e guerre straniere”, ha scritto sui social media.
Trasparenza sugli attacchi in mare
Il progetto riflette anche la crescente frustrazione bipartisan per la gestione del Pentagono da parte di Hegseth, in particolare riguardo agli attacchi navali in acque internazionali condotti dall’Amministrazione contro imbarcazioni di narcotrafficanti, che hanno causato almeno 87 vittime dal settembre scorso. La proposta di legge impone infatti al Dipartimento della Difesa di inviare al Congresso i video integrali degli attacchi avvenuti in mare, che finora i funzionari del Pentagono si sono rifiutati di mostrare ai membri del Congresso. Trump ha dichiarato che questi attacchi mirano a colpire i narcoterroristi che trafficano droga verso gli Stati Uniti.
Il deputato democratico Adam Smith, esponente di punta della minoranza democratica nella Commissione Forze Armate, ha dichiarato in aula che votare a favore del progetto rappresenta un atto di riaffermazione dell’autorità del Congresso come ramo del governo alla pari dell’esecutivo. La proposta di legge, ha aggiunto, è uno sforzo “per cercare di ottenere un certo controllo ed ovviare alla mancanza di trasparenza, sull’assenza di responsabilità ed ai problemi causati da questa Casa Bianca e da questo Dipartimento della Difesa”.
Questioni sociali e altre controversie
I democratici avevano inizialmente spinto per includere anche la copertura della fecondazione in vitro per i soldati ed i loro familiari, ma per il secondo anno consecutivo lo Speaker della Camera Mike Johnson è intervenuto durante le trattative finali per eliminare questa disposizione, per preoccupazioni legate alla distruzione degli embrioni. La Camera aveva originariamente approvato un testo con ulteriori norme conservatrici, tra cui il divieto per il Pentagono di coprire interventi chirurgici di riaffermazione di genere per i soldati, ma questa disposizione è stata eliminata nelle negoziazioni finali. Rimane però il divieto per le donne transgender di partecipare a programmi atletici femminili nelle accademie militari.
Il progetto revoca anche le autorizzazioni all’uso della forza militare risalenti alle guerre in Iraq e nel Golfo Persico, che i presidenti di entrambi i partiti hanno finora utilizzato per giustificare operazioni militari all’estero senza il consenso del Congresso. La misura annulla inoltre le ampie sanzioni imposte ai settori delle costruzioni, dell’energia ed al settore finanziario della Siria durante il regime di Bashar al-Assad, per stimolare lo sviluppo economico nel Paese dopo la caduta del suo regime.
Infine, aspre critiche hanno riguardato una disposizione che indebolisce le misure di sicurezza intorno all’aeroporto nazionale Ronald Reagan, consentendo agli aerei militari di disattivare il software di tracciamento avanzato durante missioni di sicurezza nazionale. I senatori Ted Cruz e Maria Cantwell hanno dichiarato in una nota congiunta che, per questo motivo, la proposta di legge “non riesce a rendere i cieli più sicuri”. I democratici della Camera hanno contestato anche un’aggiunta di norme dell’ultimo minuto che amplia la capacità delle agenzie federali di monitorare, intercettare e disabilitare droni. Il deputato Bennie Thompson ha avvertito che la disposizione manca delle “necessarie protezioni” e potrebbe “portare a gravi violazioni delle libertà civili”.